“Non ci fermeremo finché tutto il territorio ungherese non sarà di proprietà ungherese”. Lo ha dichiarato Enikő Kovács Hegedüs, uno dei legislatori di Jobbik, il partito di estrema destra magiaro, commentando la manifestazione dello scorso fine settimana contro la detenzione da parte di stranieri di terreno nel Paese. Iniziativa che ha raccolto alcune centinaia di persone nella davanti a un lotto di 7mila ettari di proprietà italiana nella contea di Somogy. Il terreno, secondo l’agenzia di stampa Mti, apparterrebbe a un membro della famiglia Benetton. In seguito, circa 100 persone hanno continuato a manifestare nella città di Kaposvár, schierandosi contro quella che è stata definita una proprietà “ingiusta e immorale”.
L’obiettivo dei dimostranti sarebbe quello di fare in modo che nelle varie zone del Paese nasca una rete di famiglie di proprietari terrieri di piccole-medie dimensioni. Il volantino nella foto qui accanto (disegnato per un forum pubblico per combattere la disoccupazione nella cittadina di Keszthely, sul Balaton) “Scava in profondità”, invita la popolazione a dedicarsi all’agricoltura, uno dei punti portanti del programma di Jobbik.
La questione non è nuova per la formazione radicale, che ha più volte comunicato di voler lanciare una campagna per prevenire il passaggio nelle mani degli investitori stranieri di terreni agricoli e risorse idriche ungheresi. (Per approfondire, leggi qui)
La moratoria in scadenza
Nel 2013 scadrà di nuovo la moratoria sui terreni agricoli, estesa per 3 anni nel 2010 su autorizzazione dell’Ue e che non può essere rinnovata ulteriormente.
All’epoca del rinnovo, la Commissione dichiarò che le analisi effettuate sul Paese portavano alla luce “il rischio di seri disturbi al mercato agricolo locale, in caso di mancato prolungamento della moratoria”. L’Unione europea chiese all’Ungheria di affrettarsi nei suoi sforzi per completare la riforma agricola in corso e, in particolare impegnarsi nel completamento dei programmi di risarcimento. Nella sua richiesta, l’Ungheria aveva puntato l’attenzione sulle differenze nei prezzi dei terreni e nel numero di coltivatori in Ungheria comparati con i livelli dei paesi UE-15, i membri UE prima del 2004.
L’agricoltura ungherese usciva dalla crisi finanziaria del 2008 con i redditi reali al ribasso del 30% a confronto del calo medio del 12% per l’Unione europea, in parte – osservava la Commissione Ue – per le condizioni di credito più severe. La Commissione aggiunse che per l’Ungheria era indispensabile un progresso delle strutture creditizie e assicurative per i coltivatori. Alla nazione si raccomandava, inoltre, di completare i programmi di restituzione e ultimare le procedure volte a stabilire la stabilità legale riguardo ai diritti di proprietà. La moratoria sui terreni agricoli verso gli stranieri è effettiva dall’ingresso del paese nell’Unione europea, il 1 maggio 2004.
Foto manifesto: http://barikad.hu/