Uomini armati di kalashnikov e armi automatiche, con volto coperto e mimetica, hanno fatto irruzione nella stazione di polizia di Sloviansk, città di 120mila abitanti a nord di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Il gruppo, composto di circa settanta unità, portava il simbolo giallo-rosso che celebra la vittoria russa nella Seconda guerra mondiale, analogamente a quanto fecero le prime milizie “spontanee” in Crimea. E davvero quantto avviene a Sloviansk ricorda quanto accaduto in Crimea dove alle prime milizie popolari hanno fatto seguito le truppe senza mostrine mandate da Mosca a ultimare l’occupazione della penisola.
I fatti di Sloviansk seguono di pochi giorni quelli di Donetsk, Lugansk e Kharkiv, in cui manifestanti filorussi avevano occupato le sedi del potere locale prima di essere in parte ricacciati dall’intervento dell’esercito ucraino. A differenza dei precedenti, però, a Sloviansk è andata in scena un vero e proprio blitz armato, nulla a che vedere con manifestazioni di “piazza” più o meno pacifiche. Il gruppo ha fatto irruzione nella sede della polizia sfondando la finestra e coprendo l’azione con gruppi di fuoco rimasti all’esterno. La bandiera russa è stata infine issata sul tetto della palazzina e parte della popolazione è scesa in strada a dare il proprio sostegno.
Mosca sembra voler alzare l’asticella dello scontro per giungere in posizione di vantaggio negoziale al prossimo incontro con la diplomazia americana, previsto per la settimana entrante. E mentre le forze ucraine ancora devono risolvere la crisi a Lugansk, ecco che a Sloviansk si accende un altro focolaio di crisi.
Non solo, secondo il ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov, citato dall’agenzia Reuters, uomini in divisa mimetica stanno tentando un blitz per occupare la sede dell’amministrazione locale a Kramatorsk, città di 200mila abitanti non lontano da Sloviansk, anch’essa nell’oblast di Donetsk. E davvero a far esplodere la tensione basta poco: se un “manifestante” filorusso dovesse essere ucciso dalle forze ucraine durante un intervento di sgombero, il Cremlino avrebbe gioco facile a motivare un intervento diretto. Insomma, sembra che a Mosca aspettino il morto.
Nel frattempo tra Kiev e Mosca è andato in scena il secondo atto della “guerra del gas“: qualche giorno fa Gazprom ha infatti alzato le tariffe passando dai 268 dollari ai 485 dollari ogni 1000 metri cubi dicendo che Kiev non è più idonea allo sconto praticato in precedenza. La controparte ucraina Naftogaz ha reagito sospendendo tutti i pagamenti fino a che non ci sarà una nuova negoziazione sui prezzi.
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Foto: Reuters
Questa frase, scritta da chi ha taciuto sulla telefonata circa gli sparatori di Maidan salvo strombazzare la (falsa) smentita, da chi tace sulle violenze contro le forze socialistee comuniste dell’Ucraina da parte dei democratici manifestanti fascisti di Settore Destro, la dice lunga e mette una pietra tombale sulle pretese di rappresentare un’informazione corretta di East Journal: “E davvero a far esplodere la tensione basta poco: se un “manifestante” filorusso dovesse essere ucciso dalle forze ucraine durante un intervento di sgombero, il Cremlino avrebbe gioco facile a motivare un intervento diretto. Insomma, sembra che a Mosca aspettino il morto”. Là i morti erano i martiri della libertà, qui solo un pretesto di nessun valore, l’ennesimo raggiro di Mosca per motivare un intervento diretto. Ma dico: ma non vi rendete conto della pochezza morale che mostrate? Delle falsità che propagandate? Siete a dir poco indecenti. Va bene schierarsi con i democratici di Kiev e la loro manodopera sporca (i fasticti di Leopoli), ma arrivare a tanto è un insulto alla vostra intelligenza prima che a quella dei lettori.
ottimo.la fase due della crimea sta iniziando.
Putin sta semplicemente ricambiando l’Occidente con la sua stessa moneta. L’Euromaidan non fu propriamente una rivoluzione pacifica. Occupare piazze ed edifici pubblici, lanciare molotov alla polizia e magari saccheggiare armerie sono cose inammissibili in qualunque capitale occidentale. A Barcellona, ad esempio, durante le proteste degli “indignados” hanno sgomberato la Piazza di Catalogna… per montare i teleschermi per la finale di Champions League. Eppure le autorità occidentali hanno parlato di “repressione”. L’11 dicembre, dopo che la polizia ucraina ha tolto le barricate da Maidan e cercato di liberare l’edificio municipale di Kiev, Kerry si è dichiarato “scioccato” dalla brutalità poliziesca. A gennaio i manifestanti pacifici hanno messo Kiev a ferro e fuoco per sei giorni, eppure gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al governo, accusato di “leggi liberticide” che in realtà vietavano semplicemente l’occupazione di edifici pubblici e di sfilare a volto coperto o con caschi. E quasi nessuno ha espresso una quantomeno minima preoccupazione per la forte presenza di nazionalisti tra i manifestanti.
Ora accusano la Russia di voler destabilizzare un’Ucraina finalmente libera e democratica. Ma, per fortuna, Lavrov è abbastanza intelligente da saper rispondere a tono (“ci accusano di fare quello che loro hanno fatto negli scorsi mesi”), costringendo i vari Obanana e Kerry a tornare a fare ciò che meglio gli si addice: comportarsi da padroni del mondo e minacciare.
Detto questo, condivido l’idea che il sostegno di Mosca alle proteste è funzionale al raggiungimento di scopi politici (in primis un nuovo ordinamento federale per l’Ucraina, che conviene alle ricche regioni orientali ma non a quelle occidentali) in vista del prossimo vertice con Ucraina, UE e USA, ma non dimentichiamoci che l’Euromaidan sarebbe probabilmente stata un fuoco di paglia se non avesse avuto il sostegno occidentale.
Frase che dice tutto sulle posizioni di East Journal e sui due pesi e due misure autorizzate dalla libera informazione occidentale. Da una parte i morti sono eroi per la libertà, dall’altro solo un pretesto dei demoniaci governanti moscoviti. Bravi! “E davvero a far esplodere la tensione basta poco: se un “manifestante” filorusso dovesse essere ucciso dalle forze ucraine durante un intervento di sgombero, il Cremlino avrebbe gioco facile a motivare un intervento diretto. Insomma, sembra che a Mosca aspettino il morto”.
Ormai è partito l’effetto domino, la rivolta è destinata ad estendersi fino a Odessa e forse alla stessa Moldova. Il “governo” di Kiev non arriva neppure al 25 maggio, probabilmente ci penserà l’esercito a deporlo.
L’unica cosa interessante è quella che scrive qui sopra Vlad62. Infatti è evidente che il governo di Kiev (da dove vi scrivo) non potrà non reagire. A questo punto bisogna vedere se saranno veramente in grado di farlo. Il gioco è sul sottile filo del rasoio ed il rischio di un disastro non è trascurabile.
Dato che abito a Vicenza e per varie ragioni ho la grande occasione di frequentare i militari americani delle Ederle, vi posso garantire che la voglia americana d’immolarsi per l’Ucraina è pari allo zero meno zero assoluto. Più probabilmente gli USA si affideranno a qualche manodopera locale, ma non credo si scontreranno apertamente con la Russia per la “libertà” ucraina… L’Europa come sempre conta come il due di picche – a prescindere dalla Germania che non vede poi tanto male un Est disciplinato da Putin.
si tratta dell’inizio della fase due. stabilizzata l’annessione della crimea , vista l’insignificante reazione occidentale ed ucraina, putin punta al donbass. immaginiamo da quelle parti come sia difficile distinguere tra ucraini russofoni, russi-ucraini, infiltrati russi (magari delle forze speciali) . onestamente non sappiamo se nei contatti dei giorni scorsi russi e americani abbiano tracciato una linea (indicibile) e assistiamo quindi ad una farsa.comunque credo che non sia che putin usi le armi per ottenere risultati diplomatici quanto il contrario :usa la diplomazia per ottenere risultati su questo campo di battaglia .Insomma male per kiev e male per i tappetini (anche tappettini) europei che nonostante la loro disponibilità a vendersi per un tubo di gas dovranno applicare nuove sanzioni loro malgrado , tanto per non ricevere il premio chamberlain 2014.
Anni fa si è parlato della Rivoluzione Arancione quasi come se fosse la piena realizzazione della Primavera dei Popoli e della Fratellanza Universale!
Poi si è parlato degli “EROI di Majdan” quasi come se fossero discepoli diretti del Mahatma Gandhi !!!
Poi si è parlato del Rus’ di Kiev definito come non attinente con la storia d’ Ucraina, di Russia, di Bielorussia e di Crimea (mi chiedo a questo punto se il Rus’ di Kiev sia più attinente con la California o con lo Zimbabwe!).
Poi si è parlato del Diritto degli Stati ( E NON DEI POPOLI !) di autodeterminarsi o meno.
Poi del referendum del Kosovo (definito giusto e legittimo) a differenza di quello crimeano “inficiato invece dall’ autodeterminazione dei Popoli” voluta da Mosca.
Poi dell’ onnipresenza del Diritto Internazionale quale Diritto Naturale (bah!).
Poi si è parlato della Crimea, descrivendola come la Terra di Tutti, tranne che dei Russi!
Poi delle migliaia di morti che dovevano esserci in Crimea (per fortuna immaginari!) e ora dei milioni di morti che scaturiranno da questa nuova crisi!
Premesso che una sola vita vale più di tutto il Gas esistente sotto il fondale del Mar Nero e di tutto il Petrolio desiderato dai “guerrafondai di N.Y., e premesso che anch’io come Voi TEMO l’escalation delle violenze di piazza, aggiungo che non credo a quanti preannunciano al Mondo “che il Cremlino stia aspettando il Morto!”
Temo le recrudescenze etniche e temo le fragili tregue sociali come tutti, ma devo ancora una volta schierarmi dalla parte di Mosca ad oltranza! Tutto quello che si legge qui e purttroppo anche altrove, risulta assolutamente inammissibile, inesatto ed indefinibile. Oltraggia chi vive in Russia, oltraggia il popolo russo, gli slavi, gli slavofili e chiunque sa e conosce bene (ANZI MOLTO BENE!) la storia di questa parte di Est!
Mi chiedo quando finirà questo “Romanzo Criminale”, con protagonisti assoluti del Male …..: “Putin e Mosca” !?!