UCRAINA: la Crimea come il Kosovo?

L’evoluzione degli eventi in Crimea è oggetto di molteplici analisi geopolitiche, nonché di previsioni sul futuro della regione, contesa tra quelle che sembrano superpotenze riemerse dalla storia dell’Europa dei blocchi, che dal novembre ’89 credevamo di non vedere più.

La contrapposizione di superpotenze che caratterizza questo momento storico, non solo per l’Ucraina e la Russia ma per tutto il continente, non rievoca soltanto ricordi da guerra fredda ma anche scenari di guerra vera, come quella che negli anni ’90 dilaniò i Balcani. Da più parti infatti, il parallelo tra l’attuale situazione in Crimea e il caso del Kosovo è oggetto di dibattito e analisi. Se da un lato infatti la memoria circa i bombardamenti di Belgrado del ’99 è ancora fresca nella mente degli osservatori contemporanei, la questione Crimea sembra riproporre molti elementi comuni che rendono quindi possibile il confronto, nonostante le differenze di contesto.

Lo stesso Putin, accusato da UE e USA di imperialismo e militarismo, ha più volte invocato il caso del Kosovo ironizzando sulla mancanza di coerenza e oggettività nell’applicazione del diritto internazionale. In particolare, il presidente russo ha fatto leva sul principio di autodeterminazione, la cui interpretazione è però spesso contraddittoria, e l’atteggiamento di Putin verso la Crimea viene visto ora come legittimo e ora come ipocrita, proprio sulla base del precedente del Kosovo.

La differenza tra i due casi riguarderebbe quindi la questione di legittimità, sia sul principio all’autodeterminazione del popolo kosovaro e di quello della Crimea, che sul tipo di intervento politico-militare che accompagna le istanze indipendentiste e secessioniste. Il primo punto in comune è quindi quello dell’ingerenza negli affari di stati terzi da parte di una superpotenza, che a sua volta li definisce come “tutela di interessi”.

Per Putin, e per tutti i suoi sostenitori, quella per la Crimea è una battaglia in difesa degli interessi della Russia, laddove la difesa della popolazione russofona ha un ruolo più marginale e di facciata. Il vero interesse di Putin è innanzitutto la difesa della flotta sul Mar Nero, nonché dare una dimostrazione di forza nei confronti di un contesto geopolitico, quello dell’Ucraina, che è da sempre rientrato tra i principali interessi di Mosca. Nel bene o nel male infatti Kiev non presenta soltanto legami storici e culturali con la Russia, ma soprattutto uno dei principali partner economici, dal momento in cui i gasdotti russi che attraversano l’Ucraina riforniscono le principali economie europee. In quest’ottica, Putin sta cercando semplicemente di “ristabilire le gerarchie”, ovvero le sfere d’influenza che vennero definite a Yalta, e dal suo canto è stata l’Unione Europea a interferire negli affari ucraini, imponendo un accordo commerciale che entrasse in concorrenza col mercato russo e appoggiando la rivoluzione e il governo EuroMaidan di Kiev, fino alla cacciata dell’alleato Yanukovic.

In questo confronto, le differenze col Kosovo riguarderebbero proprio le istanze di legittimità dell’intervento statunitense e della NATO. Se l’occupazione militare della Crimea e il referendum del 16 marzo vengono visti come una violazione del diritto internazionale e dell’integrità di uno stato sovrano, su questo aspetto la NATO e i paesi europei che appoggiarono il bombardamento della Jugoslavia sembrano comportarsi in maniera più ipocrita, rifacendosi dunque al diritto internazionale solo nel momento della tutela di interessi particolari. L’intervento NATO di 15 anni fa alimentò l’idea di “guerra umanitaria”, giustificata come unico mezzo possibile per la tutela della popolazione albanese. Mentre è ampiamente documentato che le stesse forze NATO colpirono molti obiettivi civili serbi, nonché albanesi, in quello che è stato il primo intervento dell’alleanza atlantica compiuto nei confronti di un paese sovrano e che non comprometteva la sicurezza e la stabilità di nessuno stato membro dell’organizzazione, gli Stati Uniti d’America si fecero portavoce delle istanze indipendentiste del piccolo e lontano Kosovo, invocando il principio all’autodeterminazione degli albanesi e appoggiando quello stesso Uck, che fino a poco prima rientrava nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali per via dell’ingente traffico di droga e organi e che più tardi contribuirà alla costruzione dello stato kosovaro.

L’intervento “umanitario” della NATO, portato avanti contro il diritto internazionale e senza avallo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, non solo non comportò la pace e la stabilità nella regione, a causa anche della distruzione di numerose infrastrutture civili, ma fu seguito dalla costruzione della più grande base americana in Europa, Camp Bondsteel, nella regione del Kosovo.

A differenza di Camp Bondsteel, la base navale russa di Sebastopoli, in Crimea, esiste dal 1783 ed ha sempre rappresentato una chiave geostrategica fondamentale per la superpotenza prima sovietica e poi russa. In quest’ottica, la difesa degli interessi russi in Crimea sembra, dal punto di vista prettamente geopolitico, più legittimo di quanto non lo sia stato invece il bombardamento della Repubblica Federale di Jugoslavia. Inoltre, mentre il bombardamento NATO provocò la morte di migliaia di civili innocenti, a causa anche dell’alta incidenza di tumori dovuti all’uso di armi non convenzionali, l’intervento d’occupazione della Crimea non ha visto per ora l’escalation di scontri armati. Quella russa dunque, è si un’azione di forza nei confronti di un paese sovrano, ma anche un intervento preventivo, dettato dalla paura di perdere il controllo di un’area geostrategica fondamentale. Mentre la prassi della NATO è stata infatti quella di ingerenza negli affari di stati terzi, attraverso un massiccio uso della forza e la fondazione di basi militari, quella russa, almeno per il momento è dettato dalla real-politik tipica della guerra fredda, in cui il mantenimento della pace sembra condizionato dal mantenimento dell’equilibrio politico-militare tra le superpotenze nelle regioni di confine. Ciononostante, per la Russia l’Ucraina rappresenta da sempre la porta per l’Europa in virtù delle relazioni politiche e commerciali, mentre per gli Stati Uniti la regione del Kosovo fino agli anni ’90 non rappresentava alcun legame politico, economico o sociale.

Inoltre, quello della Crimea rappresenta più “un ritorno” alla madrepatria Russia – dopo che Kruschev la “regalò” alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nel 1954 – che una secessione dall’Ucraina indipendente. Dall’altro lato invece, la proclamazione d’indipendenza del Kosovo, conseguita senza alcun referendum, ha rappresentato nel 2008 il momento chiave dell’allontanamento definitivo di una regione che non aveva mai sviluppato una propria autonomia statale in epoca contemporanea, e che sin dal medioevo custodisce la memoria culturale e spirituale dello stato-nazione della Serbia.

Infine, il principale elemento in comune tra il caso del Kosovo e quello della Crimea è quello dell’equilibrio della forza tra superpotenze. In entrambi i casi infatti, la logica che ha condotto al bombardamento della Jugoslavia, così come all’occupazione della repubblica di Crimea, risponde a necessità imperialiste, che hanno portato da un lato all’accerchiamento della Russia con le basi NATO e dall’altro ad un destabilizzante interventismo preventivo.

Mentre gli stessi osservatori, da Washington a Mosca, sembrano schierarsi senza mezze misure per l’una o l’altra fazione, lo scenario da guerra fredda e l’immagine dell’”Europa dei blocchi” tornano ad animare i principi di politica estera in tutto il continente.

Così come il Kosovo ha conseguito la sua indipendenza grazie all’intervento di una superpotenza, allo stesso modo il futuro della Crimea dipenderà da quale imperialismo sarà in grado di far valere in misura maggiore i propri interessi geopolitici.

Chi è Giorgio Fruscione

Giorgio Fruscione è Research Fellow e publications editor presso ISPI. Ha collaborato con EastWest, Balkan Insight, Il Venerdì di Repubblica, Domani, il Tascabile occupandosi di Balcani, dove ha vissuto per anni lavorando come giornalista freelance. È tra gli autori di “Capire i Balcani occidentali” (Bottega Errante Editore, 2021) e ha firmato due studi, “Pandemic in the Balkans” e “The Balkans. Old, new instabilities”, pubblicati per ISPI. È presidente dell’Associazione Most-East Journal.

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15 commenti

  1. Gli strani ‘nazionalisti’ ucraini
    Il capo di UNA-UNSO, Andrej Shkil, dieci anni fa era consigliere di Julija Tymoshenko. UNA-UNSO, durante la “rivoluzione arancione” istigata dagli USA nel 2003-2004, sostenne il candidato pro-NATO Viktor Jushenko contro il suo avversario filo-russo Janukovich. I membri di UNA-UNSO garantivano la protezione ai sostenitori di Jushenko e Julija Tymoshenko a Piazza Indipendenza, a Kiev, nel 2003-4. [4] UNA-UNSO avrebbe anche stretti legami con il Partito nazionaldemocratico tedesco (NDP). [5] Fin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, i para-militari di UNA-UNSO furono dentro ogni rivolta contro l’influenza russa. L’unico collegamento nelle loro azioni violente è sempre stata la russofobia. L’organizzazione, secondo i veterani dell’intelligence statunitense, è parte dell’organizzazione segreta della NATO “GLADIO”, e non è un gruppo nazionalista ucraino come spacciato dai media occidentali. [6] Secondo queste fonti, UNA-UNSO fu coinvolta (confermata ufficialmente) negli eventi lituani nell’inverno del 1991, nel colpo di Stato sovietico nell’estate 1991, nella guerra della Repubblica del Pridnestrovija nel 1992, la guerra antirussa in Abkhazia del 1993, la guerra cecena, la campagna in Kosovo organizzata dagli USA contro i serbi e la guerra in Georgia dell’8 agosto 2008. Secondo questi rapporti, i paramilitari di UNA-UNSO erano coinvolti in ogni guerra sporca della NATO nel post-guerra fredda, sempre in lotta in nome della NATO. “Queste persone sono mercenari pericolosi utilizzati in tutto il mondo per combattere le guerre sporche della NATO e denigrare Russia perché tale gruppo si fa passare fingendo per forze speciali russe. Questi sono delinquenti che non hanno nulla a che fare con i nazionalisti da parata, sono i tizi con i fucili da cecchino”, insistono queste fonti. [7]
    Se fosse vero che UNA-UNSO non è l’opposizione “ucraina”, ma piuttosto una forza segretissima della NATO in Ucraina, ciò suggerirebbe che il compromesso dell’UE con i moderati è stato probabilmente sabotato da un attore importante escluso dai colloqui di Kiev del 21 febbraio, come la diplomatica del dipartimento di Stato Victoria Nuland. [8] Nuland e il senatore repubblicano statunitense John McCain hanno contatti con il capo dell’opposizione ucraina del partito Svoboda, apertamente antisemita e difensore dei crimini di guerra della divisione SS ucraina Galizia. [9] Il partito fu registrato nel 1995, inizialmente si chiamava “Partito nazionalsociale d’Ucraina” e usava un logo nazistoide. Svoboda è la facciata elettorale di organizzazioni neo-naziste ucraine come UNA-UNSO. [10] Un ulteriore indizio della presenza della mano di Nuland negli ultimi eventi Ucraina, è il fatto che il nuovo parlamento ucraino dovrebbe nominare il prescelto di Nuland, Arsenij Jatsenjuk, del partito di Tymoshenko, a capo ad interim del nuovo governo. Qualunque sia la verità, è chiaro che Washington ha preparato un nuovo stupro economico dell’Ucraina utilizzando il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sotto il suo controllo.

    da: “Ucraina: organizzazione militare segreta neo-nazista coinvolta negli spari a Euromaidan”, di William Engdahl –

  2. Michele Bettini

    Basta con tutti questi giuristi e politologi da strapazzo!

  3. Carissimo Giorgio Fruscione, ti faccio i miei complimenti per questo bellissimo articolo!
    CHAPEAU! veramente bravo!

  4. Bell’articolo anche se non viene menzionata l’unica differenza fondamentale tra Kosovo e Crimea cioè che prima dell’intervento militare NATO c’era la guerra civile e questo ha giustificato un intervento militare!! quindi come ben spiegato nell’articolo l’intervento russo in Crimea è esclusivamente preventivo a salvaguardia degli interessi russi e non certo dei russofoni che vivono li…

  5. Ora quale dei due interventi sembra più legittimo?

  6. Riparto dall’ultimo post di Gorby89: quindi, siccome sappiamo bene come il fenomeno UCK (o almeno quelli informati sanno bene come dei trafficanti di droga sono diventati da mattina a sera dei patrioti per la NATO…), dovremmo dedurre da ciò che scrive che la Russia avrebbe dovuto sostenere in forme mascherate dei gruppi di terroristi i quali, dopo aver colpito la popolazione non russa e aver scatenato la guerra civile, avrebbero lasciato il campo “all’intervento umanitario” di Mosca? E’ una logica abbastanza strana, che si presta a due osservazioni: 1) si spaccia e si crede ingenuamente all’intervento NATO come esclusivamente “umanitario” estraneo a tutte le logiche interne al caso-jugoslavo (che tutto è stato tranne che una guerra civile combattuta tra “etnie” senza l’interesse di soggetti esterni con tutti i loro fini); 2) con la guerra civile e la necessità di interventi umanitari stile Kosovo si delinea esattamente lo scenario che a Mosca in tanti stanno aspettando per intervenire anche a Donetsk e Kharkhov.

    • L’unica cosa che mi chiedo, probabilmente non sono abbastanza informato sull’argomento, si parla sempre dei vantaggi pazzeschi, dei guadagni economici ecc….. ma alla fine Europa/NATO quale vantaggio hanno avuto dalla creazione di una nuova entità come il Kosovo? forse ridurre un ipotetico potere serbo?
      Io in una visione più globale sui Balcani propenderei più verso un intervento che ha avuto come prima finalità la stabilizzazione di una regione che si trova nel cuore dell’europa dove è accaduto di quanto più orrendo è potuto succedere dopo la fine della 2a guerra mondiale….cmq è pazzesco anche qui i russi hanno ficcato il naso ricordo che erano tutti basiti quando a fine della guerra sui vari TG si vedevano carri armati russi in colonna che avanzavano come dei liberatori ….

  7. dando per scontato, anche se con beneficio di inventario, che quello del kosovo è un precedente ed un’eccezione al diritto di sovranità mi permetto alcune osservazioni: 1 l’intervento in kosovo fu determinato da pesanti violazioni dei diritti umani – veri e propri crimini contro l’umanità – , c’era stato il precedente bosniaco dove il gran pasticcio degli europei aveva determinato una catastrofe e quindi si decise di non seguire la procedura diplomatica usata in precedenza considerato che i serbi avevano utilizzato (in bosnia) il tempo delle trattative per operare la pulizia etnica.2 il kosovo non è stato annesso all’albania 3 in crimea non sono avvenute violazioni dei diritti umani a scapito della maggioranza russa 4 in kosovo l’esercito albanese non è entrato.5 se la base (in fitto) di sebastopoli costituisce una giustificazione all’invasione chiedo se lo stesso non valga x cuba/guantanamo 6 chiedo se la difesa “degli interessi russi” comporti l’esistenza di uno stato a sovranità limitata – l’ucraina – e se esiste una categoria in europa dove sono inseriti questi paesi e se noi ne facciamo parte 7 per quanto riguarda la nato l’espansione verso est è stata determinata dalla richiesta dei paesi ex patto di varsavia ed ex unione sovietica , ancora: è n loro diritto ? a mio avviso l’accerchiamento nato della russia è determinato dalla scarsa fiducia degli ex vassalli nella buona fede russa e la storia di questi giorni da loro ragione 8 ritorno alla madrepatria? se scorriamo un atlante storico troveremmo tante ipotesi di ritorno a casa pericolosissime per la pace in europa e poi chi stabilisce qual’è il tempo che deve trascorrere per determinare che questo diritto sia o non sia valido?

    • Concordo

    • Bah!
      Veramente il Kosovo ha chiesto eccome l’annessione all’ Albania! Tanto è vero che una delle sue prime bandiere che iniziò a sventolare nei suoi territori (del Kosove i Metohija) intorno al 2000, fu proprio la bandiera albanese (aquila nera bicefala su campo rosso) con l’aggiunta di una stella gialla in alto, sebbene il tutto fosse racchiuso in un più ampio campo blu. Questo, per richiamare l’aspirazione dei kosovari all’annessione con la Madrepatria.
      L’esercito albanese, poi, in Kosovo è entrato eccome. Li non erano presenti solo l’UCK, bande di malavitosi vari e gruppi di criminali comuni, ma c’era anche una parte dell’esercito di Tirana spintosi poi nei territori interni della Macedonia. Infatti subito dopo comincio l’ultima guerra jugoslava!
      Ma a parte tutti questi richiami errati e questi parallelismi che vengono fatti con i Balcani che servono solo da pretesto per fornire analisi e letture “mirate e strumentali” sulla questione crimeana e che si prestano soltanto a gettare discredito sulla politica russa; a parte questo, Vorrei dire al mio omonimo interlocutore che: – non è detto che un popolo per potersi “autodeterminare” e poter chiedere l’indipendenza e l’annessione con altri, debba necessariamente trovarsi in una condizione di “perseguitato o di occupato”-.
      Un popolo può spingersi a distaccarsi da un altro e dunque può agire o reagire alla sovranità di questi, come e quando lo ritenga più opportuno! Può infatti ritrovarsi a vivere una condizione di “semplice malessere o di sofferenza” al dominio territoriale altrui.
      Non occorre che vi sia chissà quale tipo di persecuzione etnica o di vessazione politica. Un popolo si determina “quanto e quando vuole”!
      Il Diritto Internazionale (scritto da colonialisti e guerrafondai) può sancire pure che gli “Asini debbano Volare ad ogni costo”! Questo “dover essere”, è profondamente antidemocratico (se vogliamo!) ed è sinonimo di prevaricazioni che si perpetuano da decenni ai danni di tutte le potenze non allineate a Londra o a Washington.
      Questa combriccola di guerrafondai, mantiene ancora metà Globo in una posizione di allineamento costante.
      Per loro, la Guerra Fredda non è mai finita! Eppure predicano….belle cose a Mosca & Co.!
      Spostano missili, oleodotti, portaerei e contingenti ovunque, ed hanno la tracotanza barbara e criminale di chiedere agli “altri di stare zitti”, pena l’INTERVENTO!
      D’altronde debbono giustificare le immani spese dei loro poderosi eserciti, pronti ad operare dappertutto e pronti a muovere “la Guerra ovunque, per portare la Pace”!
      Il prossimo Nobel per la Pace lo daranno proprio all’esercito USA!

  8. Ma a parte tutti questi richiami errati e questi parallelismi che vengono fatti con i Balcani che servono solo da pretesto per fornire analisi e letture “mirate e strumentali” sulla questione crimeana e che si prestano soltanto a gettare discredito sulla politica russa
    !!!! ERRATO !!!!
    Sono i russi per primi che vogliono creare similitudini al caso Kosovo per giustificare e legittimare il caso Krimea (ad ogni modo si contraddicono anche xchè alla votazione ONU i russi inseme ai cinesi votarono contro la legittimazione del referendum in Kosovo)
    Ma forse almeno su questo concordiamo e cioè che i 2 casi non possono essere paragonati

  9. IO non concordo proprio su nulla:
    Il Kosovo è stato da sempre Serbia. Poi è diventato di fatto Albania in seguito ad un lungo processo immigratorio e di occupazione domestica verificatosi sotto la YU. Hanno chiesto l’unificazione all’Albania, e non l’hanno ancora ottenuta per vari e controversi motivi. Ora si battono per il mantenimento di uno statu quo.
    Americani ed inglesi, in funzione antiserba hanno riconosciuto a proprio piacimento (dato che il Diritto Internazionale è nato da loro!) lo status del Kosovo alla spiaccia. A far la stessa cosa, oggi non ci pensano neanche da lontano. Ecco che tirano fuori questioni relative, a soprusi, guerre e “condizioni per…l’autodeterminazione”ecc
    MA CHI SONO LORO?!
    Gorby69:
    Mi sembra di parlare con un teenager o con un adolescente SOGNATORE: …parli del Diritto Internazionale, dell’ONU e altre scemenze, con una visione trascendente e romantica!!!
    La verità nuda e cruda è un’altra: Il Diritto Internazionale è un diritto che non ha nè capo, nè coda! Il Diritto Internazionale “si fa tanto per fare” !!! Mi spiace.
    Se tu sei davvero del 1969 (lo immagino dal nick che porti) non puoi ragionare come un teenager! Non puoi!
    IL DIRITTO INTERNAZIONALE di fatto non esiste. E se esiste, esiste per come lo vogliono colonialisti e guerrafondai.
    E’ inesistente! Fattene una ragione. Punto.
    Nel mondo: ogni popolo fa ciò che vuole, in quanto, “tutto sul Pianeta Terra si traduce in un continuo abuso!”. Scendi dalle nuvole.
    Se non fosse così, mi stupirei!Non esisterebbero nè guerre, nè dispute economiche e territoriali!
    Invece, al Mondo:
    Esistono pretese, interessi, ragioni con la forza, diritti morali, e tentativi articolati di di ricomposizione varia delle dispute.
    In tutto ciò: i Russi (con le loro colpe in quanto nessun popolo può considerarsi nel giusto) si mantengono nel loro spazio naturale, immenso e continuo! Di certo non si ficcano il naso in Sardegna, in Andalusia o nel Liechtstein. Nè nel Congo, nè in Danimarca, nè nello Yemen e nemmeno nell’Isola di Pasqua.
    Questo lo fanno i “tuoi americani” (che amo come popolo, e non odio e non ho mai odiato!!)!
    “I guerrafondai” di Washington fanno esattamente l’opposto! Vivono in un CONTINUO STATO di GUERRA!
    Ma ti ripeto ancora:
    Ti pare normale che un popolo d’ Oltreoceano, venga a “dettar legge militare” su suolo russo o filo-russo?
    Ti pare normale che Mosca debba starsene con le mani in mano, mentre i Guerrafondai vengano a metterle sotto il Naso armi di una certa portata per intimidire le altre genti e gli altri popoli filo-russi ad essa vicini?
    Se ti pare normale, beato Te! In ogni caso Te l’ho chiesto 28 volte! (Chissà tu risponda!)
    Ma si sa ” Loro fanno la Guerra ovunque per Portare la Pace”!
    Addio.

    • ti scrivo dopo un lasso di tempo di circa 2 mesi, ma devo dirti un paio di cose, prima vi consiglio caldamente di leggere un po di storia balcanica ..poi se sei legato sentimentalmente alla serbia o sei di origine serbe o russe ..allora pardom, nn ne hai bisogno, bastano le idee che hai gia scritte, seconda cosa fare paragoni ed analogie e solo una becera scusa quando mancano gli argomenti ed i fati ma quelli veri. e vero quando dici che la legitimita è una invenzione ..infati ti dico che sono le circostanze temporali cio che decidono un avenimento storico…caro mio enzo, nn voglio dire che son i serbi i cattivi ( visto che son albanese) alla fine tutto inizio un secolo fa, ma per arrivare a dire che la regione divene albanese con l’immigrazione ..caro mio devi scendere almeno fino ai tempi medievali dei Nemanja cioe 5-6 secoli fa, ed anche allora gli albanesi, in minoranza pero, esistevano in kossovo… Ti saluto con l’idea che la mia replica nn è una retorica ironica e spero veramente che la situazione si migliori in ucraina al piu presto possibile e ovviamente auguro che finiscono in buoni risultati il dialogo fra Pristina e Belgrado e che un giorno i confini diventassero solo visibili nei libri di scuola e la gente lavorasse e commerciare insieme..
      PS. mia nona materna e nata in Gjakova/Dakovica 1927 nel regno yugoslavo, suo babo mio bisnono in un villaggio vicino a mitrovica nell 1890 allora impero ottomano e cosi via..

      • Dani…innanzitutto non sono tuo caro!
        IO Ti rispondo solo perchè hai direttamente commentato un mio “post” e mi hai chiamato direttamente in causa.
        Non commento più alcun articolo qui su EJ (ne lo farò più !) per svariati motivi, e mi limito a rispondere ai vecchi commenti quando mi va di farlo.
        TI pregherei di NON darmi nessun consiglio riguardo “alle letture sulla storia balcanica”!
        Non mi consigliare nulla. IO non Ti do consigli e dunque non lo fare nemmeno Tu.
        TU non sai nulla di me ed io non so nulla di Te…
        Però già Ti sei sbilanciato a darmi consigli…senza sapere nulla !!!
        Ti faccio una domanda: cosa ne sai dei miei studi? Cosa ne sai della mia preparazione o esperienza? Non sai nemmeno dove vivo? Tu non sai nulla di me….
        Potrei essere uno studioso di storia balcanica e caucasica, oppure uno studioso di lingue, o di antropologia…(o niente di tutto questo che ho scritto!) …ma in ogni caso…TU NON puoi dire assolutamente nulla sul tuo interlocutore che soprattutto non conosci!
        Conosco bene la storia del Kosovo, e di certo non la possiamo riportare qui in uno “spazio destinato” ai commenti di articoli riguardanti altri argomenti! Se dovessimo parlare del medioevo del Kosovo, allora potremmo parlare anche del “pre-medioevo” del Kosovo…ed arrivare all’epoca dei popoli illirici…e perchè no…possiamo parlare anche dell’Impero Romano o di quello di Alessandro …..o degli uomini dell’età del bronzo…ecc ecc….
        Possiamo ricercare resti umani o fossili nel Kosovo di 25.000 anni fa….: “chissà a quale Regno apparteneva”?!?
        Il Kosovo è stato in massima parte Terra di Serbia, così come in una certa parte è stato Albania. IL resto non mi riguarda…perchè a momenti si arriverà a dire che la Serbia non è mai esistita e non ha diritto ad esistere.
        Adesso chiudiamo, per favore.
        Non dare consigli, perchè NON PUOI DARLI!
        Chiudo con una semplice replica: “riconfermo TUTTO quello che ho scritto qui sopra ed in tutti i miei commenti su EJ, e non ho nulla da replicare, perchè ho replicato abbastanza.”!
        Arrivederci

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