Due giorni fa, il governo russo ha varato un drastico cambio di rotta nella principale agenzia di stampa del paese. Per decreto governativo, Ria Novosti insieme al network radiofonico Voice of Russia verranno a breve assorbite da Rossiya Segodnya. L’agenzia di stampa moscovita esisteva dal 1941 ed è sopravvissuta a tutte le transizioni vissute dal paese negli ultimi settant’anni. La ragione ufficiale che pone fine a tale onorata carriera? Un questione di economia, secondo quanto dichiarato da Sergej Ivanov. La realtà dietro al velo si profila, però, fin troppo evidente. Il primo cambiamento sostanziale -se si eccettua la sparizione di un nome storico nel panorama del giornalismo russo- riguarda il comandante della nave.
Alla testa della rinnovata agenzia di stampa filo-governativa ci sarà Dmitry Kiselyov, già giornalista televisivo di punta conosciuto per le sue dichiarazioni intolleranti e ingiuriose nei confronti degli omosessuali e per la fedele difesa delle politiche governative. Fino alla settimana scorsa, al titolo di direttore di Ria Novosti rispondeva Svetlana Mironiuk, che ha avuto il merito di dare all’agenzia un ampio respiro internazionale. La Mironiuk ora chiede scusa ai numerosi dipendenti dell’agenzia per non averli difesi abbastanza.
Si cambia il comandante per cambiare rotta?
Il braccio destro di Putin Sergei Ivanov ha spiegato quali sono le aspettative per la nuova fonte di informazione da Mosca. La neonata Rossya Segodnya guidata da Kiselyov avrà il compito di fungere da migliore cassa di risonanza per il messaggio del Cremlino, in particolare sul piano internazionale. La voce della Russia, quella di Putin, è in cerca di un posto nel mondo e il governo avrà gioco più facile sedendosi al timone.
Questa azione inaspettata si colloca in un momento in cui la tensione con l’Europa e -in senso lato- l’Occidente è alta per la contesa che sta avvenendo sulla piazza ucraina. Inoltre, la Russia sta puntando molto sull’immagine attraverso le olimpiadi invernali di Sochi delle quali, presumibilmente, non dovrà essere visibile alcun neo. Il Cremlino sembra avere intenzione di riavvicinare a sé il mondo dell’informazione.
Dall’altro lato, giunge notizia del progetto di amnistia presentato alla Duma per il ventennale della Costituzione russa. Il provvedimento riguarderà migliaia di persone, perché colpevoli di reati minori o in condizioni particolari come, ad esempio, la minore età. Si attende dunque il rilascio di alcuni attivisti, tra cui le Pussy Riot ancora in carcere e il team di Greenpeace che ha protestato contro le trivellazione nell’artico. La stessa sorte non dovrebbe toccare all’oppositore Alexey Navalny, accusato invece di reati gravi.
La proposta di amnistia presentata da Putin costituisce una ventata d’aria fresca in un paese in cui è troppo facile ritrovarsi in carcere. Dall’altro lato, sarà più difficile avere notizie indipendenti dal volere politico. Se le due mosse -apparentemente opposte- intendono costituire l’accoppiata vincente per un nuovo e più resistente maquillage, sarà possibile capirlo nei prossimi capitoli della strategia putiniana.