E Lenin assurge a santità. Nella Russia di Putin, dove il potere autoritario si maschera di democrazia, i simboli si mescolano in un’unica orgia e convivono, nel pantheon del putinismo, lo zar e Stalin, il manto di Bisanzio e i soviet. Tutto fa brodo se si deve legittimare il potere, e i simboli della passata grandezza imperiale e monocratica, si tratti dell’impero dei Romanov o di quello sovietico, servono a persuadere i russi che al comando ne serve, e ne basta, uno solo: Vladimir Vladimorovic Putin.
La fabbrica del consenso di Putin si avvale di questo sincretismo imperiale, e non a caso l’inquilino del Cremlino si è recentemente detto contrario alla rimozione del mausoleo di Lenin dalla Piazza Rossa a Mosca. Putin ha affermato che ”molti dicono che il mausoleo è contro le tradizioni. Ma anche al monastero di Kiev in Ucraina, o al monastero di Pskov in Russia o sul Monte Athos in Grecia ci sono reliquie di santi”. Il paragone fra i santi e Lenin ha fatto andare su tutte le furie il clero ortodosso. Ma non stupisce, a uscirne consacrata è anzi la Russia, la Russia eterna, con buona pace delle vittime del comunismo.
A Putin, insomma, Lenin e Stalin stanno simpatici, specie se servono da specchio al suo potere. Non a caso, quando ancora era presidente, Dimitri Medvedev rilasciò dichiarazioni di segno opposto: “Per parlare senza equivoci, il regime sovietico non può che essere considerato altrimenti che totalitario”, dichiarò in occasione del sessantacinquesimo anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. “La vittoria non è stata di Stalin, ma del popolo. I crimini commessi da Stalin contro il suo popolo sono imperdonabili. Mai più in Russia si dovrà assistere a un simile regime”.
Certo paragonare Putin a Stalin è fuori luogo, ma un regime monocratico in Russia c’è ancora. E Medvedev, che ha visto frustrate le sue ambizioni di successione al Cremlino, questo lo sa bene.
Non è Putin che ama Stalin, sono i russi che lo amano. Medvedev, politico di formazione liberale, questo non riesce proprio a capirlo. Putin invece è un populista e sa parlare alla pancia della Russia, per questo due terzi dei suoi concittadini lo sostengono. I Russi per storia e mentalità sono estranei al capitalismo liberale, il socialismo è stato il sistema che più si confaceva alla Russia.
Totalmente d’accordo con te. Non vedo cosa ci sia di strano nelle sue dichiarazioni,Lenin è stato un gigante della storia,del socialismo e dalla lotta per la giustizia e l’uguaglianza
… di strano c’è che la dichiarazione è fatta da un campione della diseguaglianza, dell’ingiustizia e da un nano della storia
Sul “nano della storia” mi dispiace per te ma Putin ha già fatto la storia del suo paese e sta iniziando a fare anche quella dell’Europa. Può piacere o meno, ma non si può negare che sia l’unico vero statista sulla scena mondiale. La disuguaglianza e l’ingiustizia in Russia sono state importate dall’occidente negli anni novanta del “democratico” Eltsin e dei ladroni che lo circondavano (Khodorkovski in testa). Con Putin la situazione è migliorata alla grande, e te lo dice uno che la Russia la frequenta da 20 anni.
Navigando qua e la ho notato una tendenza molto particolare, in occidente ogni articolo riguardante la Russia, il suo passato comunista o l’attuale presidenza è sempre condito da feroci critiche, spesso fortemente russofobiche o anticomuniste .. eppure assai spesso nei commenti a questi articoli le personi comuni ne prendono le difese … ora la domanda sorge spontanea: come mai tutti i quotidiani, i blog e tutte le altre fonti d’informazione occidentali sono ferocemente anti russe quando invece una gran parte delle persone che li leggono non lo sono ?
Si parla tanto di libera stampa in occidente, eppure questa non sembra affatto riflettere l’opinione generale della popolazione … strana democrazia quella occidentale ..
Caro Alfredo, anche i commentatori di un blog non sono assolutamente rappresentativi della maggioranza della popolazione. Un saluto.