La decisione dopo i casi di febbre africana riscontrati su due cinghiali in Lituania. Presto un incontro fra le istituzioni sanitarie europee e quelle russe.
La Russia ha sospeso le importazioni di carne suina da tutti i paesi dell’Unione Europea in seguito ad alcuni casi di febbre africana che hanno colpito dei suini in Lituania. Le importazioni resteranno sospese finché la Russia non riceverà garanzie dalla Commissione europea sui controlli degli animali che passano la frontiera lituana e circolano in Europa.
Già la scorsa settimana, dopo che a due cinghiali lituani è stata riscontrata la febbre africana, la Russia aveva chiuso le importazioni di carne suina dalla Lituania. Ora l’estensione del blocco all’intera Unione Europea, per i timori che suini malati possano entrare dalla Lituania in Europa e poi essere importati dalla Russia.
Il “Rosseļhoznadzor”, il servizio di controllo veterinario della Russia, sostiene che i risultati dei controlli effettuati dall’Unione Europea sui suini di altri paesi membri della UE come la Polonia e gli altri paesi baltici non consentano al momento di avere certezze e risposte univoche sulla sicurezza della produzione suina europea. Sergejs Dankverts, direttore del “Rosseļhoznadzor”, afferma inoltre che c’è anche il rischio che il focolaio di febbre suina sia già arrivato dalla UE in Ucraina, dove in gennaio sono stati rilevati alcuni casi di febbre africana.
Nel frattempo il commissario europeo alle politiche agricole Dacian Cioloş ha reso noto che le istituzioni europee di controllo veterinario e sanitario incontreranno gli esperti russi per verificare la situazione. L’Unione Europea vuole convincere la Russia che i controlli in territorio europeo sono efficaci e che le istituzioni europee stanno facendo tutto il necessario per monitorare la situazione ed evitare qualsiasi diffusione di carni infette sul mercato. Per la UE dunque non ci sono rischi per le esportazioni di carne suina dai paesi membri alla Russia.
Per quanto riguarda la Lettonia, già dal 2012, dopo le restrizioni delle importazioni russe per altri casi di febbre suina, i produttori di carne suina lettoni hanno diversificato le loro esportazioni, che ora sono indirizzate soprattutto all’interno dell’Unione Europea. Per questo il blocco russo non dovrebbe incidere particolarmente sulle aziende lettoni.
Questo tipo di peste suina si è diffusa per la prima volta nel 2007, per ironia della sorte proprio in Russia. Le restrizioni alle importazioni di carne suina europea in Russia in realtà sono solo uno degli atti di blocco delle importazioni che il Cremlino sta adottando da tempo nei confronti dei singoli stati europei o dell’intera UE. Nei giorni scorsi c’è stato anche un blocco di pesce in scatola lettone. Il sospetto delle istituzioni europee è che questi allarmi siano utilizzati strumentalmente dal Cremlino per motivi geopolitici ed economici.