di Aron Coceancig
“La rivoluzione inizia a Rosia Montana” è lo slogan apparso nella piazza centrale di Cluj lunedì 7 novembre. Lo slogan è stato lanciato dal movimento che lotta contro la riapertura della più grande miniera d’oro in Europa, a Rosia Montana appunto. Ma procediamo con ordine. Che cos’è e dove si trova Rosia Montana? Rosia Montana (Verespatak in ungherese) è un villaggio della Transilvania che ha la “fortuna” di essere nel centro di una delle zone minerarie più ricche d’Europa. L’estrazione di minerali preziosi iniziò già in epoca romana ed è continuata fino al 2006 quando sotto pressione dell’UE la miniera chiuse perché considerata una bomba ad orologeria. Oggi la miniera è gestita dalla Rosia Montana Gold Corporation (RMGC) i cui proprietari sono i canadesi della Gabriel Resourch per l’80% e il governo romeno per il 19%. Questi hanno presentato un progetto per la sua riattivazione, ghiotti delle stime che indicano una possibile produzione di 8.000 milioni di once d’oro in 17 anni. L’ipotesi della riapertura ha suscitato un forte dibattito nel paese. Se la classe politica si è dichiarata compattamente favorevole all’investimento (il 4% dell’oro andrebbe alla Romania) l’opinione pubblica ha mostrato molto più scetticismo. Sono ben impresse nella memoria dei romeni le due recenti catastrofi ecologiche che hanno interessato l’Europa centrale, nel 2010 il disastro dei fanghi rossi di Kolontar e nel 2000 quello di Baia Mare. A Baia Mare una fuoriuscita di cianuro (che verrà utilizzato anche a Rosia Montana) da una miniera d’oro inquinò prima il fiume Somes poi il Tibisco e infine il Danubio causando uno dei più grandi disastri ambientali europei, coinvolgendo anche Ungheria e Serbia.
Le polemiche fra la RMGC e i movimenti hanno subito una escalation nell’ultimo anno, all’aumentare dei dubbi sull’opera aumentava di contrappunto la campagna mediatica della multinazionale che tramite una pubblicità invasiva ha tentato di convincere la popolazione della bontà dell’opera. La RMGC insiste sul fatto che le moderne tecniche di estrazione hanno ridotto le perdite di cianuro e che l’investimento può comportare vantaggi economici rilevanti sia per la Romania che per il villaggio.
Il vasto e variegato movimento che vi si oppone critica l’utilizzo di cianuro in una miniera a cielo aperto di queste dimensioni. Ma evidenzia anche come il contratto stabilito con la Romania sia incredibilmente svantaggioso (solo il 4% andrebbe al paese) e di come i benefici per gli abitanti sarebbero di breve durata (17 anni) ai quali poi verrebbe riconsegnata una valle distrutta e inquinata. La campagna “Rosia Montana” ha quindi presentato la richiesta di inserire il villaggio fra i siti dell’UNESCO in maniera di fermare la riapertura della miniera e di favorire un’economia basata sul turismo-naturale.
Il movimento non è composto solo da accaniti ambientalisti ma ha riscosso un successo trasversale, dalle Chiese della Romania (Ortodossa, Cattolica, Protestante e Unitaria), al Ministro dell’Ambiente Ungherese (che si è detto disposto ad intraprendere passi in sede europea per bloccare il progetto), all’Accademia di Romania, agli studenti universitari. I giovani in particolare sono i più attivi, lunedì hanno occupato l’Hotel Continental a Cluj portando con loro striscioni e manifesti che facevano chiaramente riferimento al movimento Occupy Wall street nato negli Usa e diffusosi in Europa. “OccupyConti for Rosia Montana” o “PreOccupy Cluj” erano i loro slogan. Manifestazioni del genere si sono tenute in tutto il paese; martedì sono stati organizzati presidi di fronte alle sedi delle tv e a Bucarest alcuni manifestanti sono stati arrestati dalla polizia.
La Romania sta vivendo una situazione economica difficile (nel 2009 il paese è ricorso a prestiti dell’UE e del FMI) ma fino ad ora le timide manifestazioni di protesta si erano svolte all’interno dei canali tradizionali di partiti e sindacati, riguardando tra l’altro principalmente i contratti dei dipendenti pubblici.
Ora invece con la campagna Rosia Montana si sta assistendo a un attivismo più simile a quelli dell’Europa occidentale, che nasce e si organizza sul web, utilizza happening e azioni eclatanti per conquistare la scena mediatica ed è composto principalmente da giovani. Vedremo in futuro se sarà capace di estendere il suo raggio d’azione a questioni economiche e sociali generali o se rimarrà una campagna concentrata su un tema specifico quanto importante come il futuro di Rosia Montana.
fanno benissimo, non è che sfruttando le miniere usciranno dalla crisi, di inquinamenti ad alto livello ne hanno giù subito troppo.
e poi, i frutti , non rimarrebbero in romania, o solo una minima parte nelle tasche private dei faccendieri e dei politici.
condivido pienamente quanto sopra detto da fiorella, perchè conosco benissimo la zona, il territorio e la problematica, per averla dibattuta sia in italia e sia in romania a cluj ed ad alba iulia.
Avendo anche coinvolto un parlamentare europeo italiano per fare un’interrogazione parlamentare a Bruxelles .
Naturalmente condivido l articolo, sare curioso di sapere il lavoro fatto dal parlamentare europeo su questo argomento. Vivo a cluj. Grazie
mi chiedo una cosa: ma un accordo così svantaggioso non è possibile che non nasconda mazzette ai politici locali.
“Oggi la miniera è gestita dalla Rosia Montana Gold Corporation (RMGC) i cui proprietari sono i canadesi della Gabriel Resourch per l’80% e il governo romeno per il 19%.”
Se questa è la ripartizione dell’asset societario come è possibile fare un accordo del genere?
per prima cosa sono molto contento di leggere commenti di persone che già conoscevano la situazione di rosia montana ed hanno contribuito a renderla pubblica anche in italia.
Per quanto riguarda l’europarlamento non conosco questa interrogazione del parlamentare italiano. Però Laszlo Tokes ha posto il problema il 23 marzo 2009. (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+CRE+20090323+ITEM-013+DOC+XML+V0//IT&query=INTERV&detail=1-027)
Per quanto riguarda l’accordo, le fonti sul 4% provengono dal sito della campagna rosia montana e dell’accademia romena. Quindi siti “di parte”. Però questo e’ uno dei punti più controversi e dibattuti nell’opinione pubblica, tanto che il movimento ha più volte citato casi di paesi africani dove i proventi dei paesi raggiungono il 20% o il caso più radicale del Venezuela dove Chavez ha nazionalizzato tutte le miniere d’oro. (ecomagazin.ro) Il guadagno del 4% è ripreso poi da diversi articoli e siti, romeni e internazionali.
Fiorella dice “i frutti non rimarrebbero in romania” e secondo me è proprio vero,epochi mesi fa ha chiuso la fabbrica della Nokia, che si trasferirà in Cina, dopo aver beneficiato di ingenti de-tassazioni per trasferire la fabbrica iniziale dalla germania a cluj…….insomma anche i romeni ormai sanno come funzionano queste cose…
Sulla ripartizione dell’asset societario……….non mi posso esprimere perchè non conosco il contratto nei minimi particolari. però va ricordato che la Romania è un paese con una corruzione dilagante. (l’altra settimana è stato arrestato il sindaco di cluj per corruzione) L’altra cosa scandalosa è che i ministeri dell’ambiente e dei beni culturali (entrambi del RMDSZ-partito democratico degli ungheresi) si sono detti possibilisti se non favorevoli al progetto della miniera.
Bravo Aron, hai riportato in Italia un’informazione molto interessante. Si parla ancora troppo poco di politiche ambientali nell’Europa Orientale e ancora meno si sa a “ovest”, quando invece in uno spazio comune europeo le scelte fatte in Romania hanno ripercussioni anche in altri Paesi. Questi gruppi di pressione giovanili di cui parli riescono a ritagliarsi una fetta d’influenza sull’arena mediatica o i fatti sociali rimangono relegati ed episodi “spot” di protesta? Questo forse è il dato più interessante. Ciao 🙂
aiuto aiuto aiuto(questa e la voce di un romeno disperato , e come me tanti) a tutti quelli che hanno capito ormai che abbiamo da sofrire tutti tutta l’europa , per la gente di rmgc non ha importanza l’inquinamento e la gente che si ammala ma solo il oro romania un paese povero con dei politici corotti non puo lottare da sola tutti queli che credono nella vita non nei soldi sporchi diano una mano magari anche ii politici dall italia possono aprire un dibatito nell parlamento europeo , pur sapendo che ii problemi sono tanti in questo periodo spero che qualcuno senta anche questa voce
mille scuse per l’ortografia
Credo che i politici italiani, purtroppo, siano non meno corrotti di quelli romeni e certo sono interessati ai loro affari, a quelli della Romania non so. Scrivi dalla Romania? bellissimo Paese e gente meravigliosa che merita molto di più. Sono parole facili da dire, ma è vero.
In ogno Paese di cultura latina c`e` la corruzione. Il problema non e` la partecipazione al concorso: su chi e` piu` corrotto. Qui si tratta di capire chi, come, e` perche` e` stata data in gestione una miniera che e` di propieta` del popolo Romeno? Dopo potremmo affrontare anche le questioni ambientali che non sono di seconda importanza, ma prima andrebbe affrontato il problema di carattere politico in termini generali ponendoci la domanda ma e` giusto che della gente in virtu` di una delega che il popolo cede da, vende, da in gestione, ad un privato lo sfruttamento di una miniera o di un giacimento di gas petrolio sale, uranio piombo, stagno ecc. perche di questo e` piena la terra Romena per una ciotola di riso? (senza parlare di TV telefonia ed altro) Ma il popolo sono queste le deleghe che da? Oppure da la delega di essere ben amministrato? Quindi qui non si tratta del concorso a chi e` piu` corrotto, credo invece che i popoli della terra devono riappropriarsi di quello che e’ loro/nostro. Partendo dal presupposto che ogni cittadino e` propietario di se stesso e di una parte della ricchezza del suo Paese