La crisi politica in Macedonia ha assunto proporzioni preoccupanti. Non c’è solo il boicottaggio del Parlamento da parte dell’opposizione di centrosinistra del LSDM e i recenti incidenti tra deputatati albanesi del BDI e del PDSH. Il tre volte premier del paese Nikola Gruevski per ripararsi da alcune gravi accuse mosse dall’opposizione del LSDM capeggiata da Zoran Zaev, ha giocato in anticipo facendo accusare lo stesso Zaev di alto tradimento, spionaggio e tentato colpo di stato.
Prima di questa decisione del premier Gruevski, la crisi politica stava esplodendo perché Zaev aveva annunciato che sarebbe stata divulgata quella che lui ha definito “una notizia bomba”, la quale avrebbe obbligato Gruevski e tutto il suo staff a dimettersi. Basandosi su prove ricevute a suo dire dai servizi segreti e che dovrebbero essere rese pubbliche nei prossimi giorni, il leader dell’opposizione Zaev ha infatti affermato che il governo in carica sta spiando illegalmente migliaia di cittadini macedoni commettendo, come ha dichiarato, “un crimine senza precedenti”.
La risposta del premier nazionalista Gruevski non si è fatta attendere molto. L’attacco contro il capo dell’opposizione Zoran Zaev, a cui le autorità hanno già ritirato il passaporto e l’arresto dell’ex capo dei servizi segreti Zoran Verusevski e sua moglie sono stati condotti dal premier Gruevski sfruttando tutti i principali media nazionali, per la maggior parte allineati alla volontà governativa, con l’aiuto indiscusso del capo dei servizi segreti Saso Mijalkov, parente del premier.
I grandi media del paese, a quanto pare collusi col governo Gruevski e che non vogliono pubblicare le intercettazioni, sono stati largamente criticati dall’ultimo rapporto OSCE sulle elezioni per non aver rispettato la par condicio e aver concesso spazio sproporzionato ai partiti di governo.
Nel frattempo, l’Unione europea per mezzo della sua portavoce ha espresso profonda preoccupazione sulla vicenda: “si parla di accuse molto pesanti, ribadiamo la necessità di un‘indagine indipendente e trasparente”. La Macedonia è candidata all’adesione all’UE dal 2005 ma, nonostante i continui pareri positivi di Commissione e Parlamento, il Consiglio Ue si è sempre rifiutato di aprire i negoziati per via del veto greco.
Nelle ultime elezioni del 27 aprile del 2014 in Macedonia il partito nazionalista al potere VMRO-DPMNE del premier Nikola Gruevski ha vinto nettamente le legislative anticipate e le presidenziali. Ma l’opposizione socialdemocratica LSDM non ha riconosciuto i risultati elettorali, denunciando gravi irregolarità, pressioni e brogli. L’opposizione non molla sulla sua richiesta per la formazione di un governo tecnico, che organizzi nuove elezioni politiche, una richiesta che la maggioranza si rifiuta di discutere. Anzi.
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