Riga, la capitale della Lettonia, sta vivendo un anno veramente particolare: il paese baltico, entrato nell’Unione Europea nel 2004, dal 1 gennaio 2014, con il pensionamento del lats, la storica moneta in vigore dal 1991 (anno dell’indipendenza dall’Unione Sovietica), è ufficialmente entrato nell’area dell’euro, a dispetto di un marcato scetticismo da parte della maggior parte della sua popolazione, preoccupata per un possibile aumento dei prezzi e del costo della vita.
I dati economici odierni mostrano un paese in salute, con una crescita economica prossima al 6 % , una inflazione su parametri europei e una disoccupazione dimezzata rispetto a pochi anni fa.
Una situazione impensabile nel 2008 quando una devastante crisi economica fece calare il PIL lettone del 20 % costringendo la Lettonia, sull’orlo del fallimento, a chiedere un prestito di otto miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale.
Il timore dei lettoni non è però del tutto ingiustificato, in un paese che è tra i primi in Europa in quanto a “cittadini a rischio povertà”, con una distribuzione della ricchezza fortemente diseguale e lo sfruttamento del boom economico, per lo più legato al settore edilizio, non a vantaggio della popolazione ma di pochi ricchi imprenditori.
La Lettonia sta vivendo una fase delicata della sua storia di giovane nazione indipendente: la pericolosa crisi tra Russia e Ucraina ha riacceso nei paesi del Baltico (così come in Polonia) antichi fantasmi. Il timore di una possibile politica di aggressione da parte della Russia, come avvenuto in Georgia nel 2008 per la guerra in Ossezia del sud e recentemente in Crimea, aleggia sul paese.
La crisi russo-ucraina sta avendo forti ripercussioni anche all’interno della società lettone, aumentando le tensioni sociali e politiche esistenti tra la maggioranza della popolazione lettone e la minoranza russofona.
Nonostante le rassicurazioni russe, la Lettonia non si fida di Putin e chiede oggi a gran voce un rafforzamento delle forze militari e una maggior protezione da parte della Nato. Il ministro della difesa lettone ha, infatti, di recente proposto di spostare la flotta Nato nella base militare di Livaja.
Il paese dipende fortemente dal punto di vista energetico e commerciale dalla Russia ed eventuali sanzioni internazionali a danno di quest’ultima avrebbero gravi ripercussioni sull’economia lettone.
Il Baltico è oggi più che mai uno snodo cruciale nello scacchiere geo-politico mondiale e nelle relazioni tra Russia e Occidente.
Riga è stata anche nominata, insieme alla città svedese di Umea, capitale europea della cultura dell’anno 2014.
Nel corso di quest’anno sono in programma numerosi eventi culturali, manifestazioni, concerti, mostre e spettacoli per presentare al mondo la storia della città e le sue tradizioni.
La capitale lettone, oggi la città più grande e cosmopolita degli stati baltici, ha una storia di oltre ottocento anni ed è da sempre un importante centro culturale, commerciale, industriale e finanziario per la sua posizione strategica sul Mar Baltico.
Un passato che ha lasciato una importante traccia nel suo meraviglioso centro storico (dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco dal 1997) che ha mantenuto intatto il tessuto urbano medioevale, a cui si sono aggiunti, nel secoli XIX e XX oltre ottocento splendidi edifici in stile Art Nouveau e caratteristiche architetture in legno.
La città gode di meraviglie architettoniche, una posizione geografica invidiabile, una vita culturale effervescente e una vivace movida notturna.
Nei mesi primaverili ed estivi, grazie ad un clima mite, i suoi caffè, ristoranti e dehors pullulano di vita, frequentati dagli abitanti del posto e da un numero sempre crescente di turisti provenienti da tutto il mondo, attratti dall’irresistibile mix di fascino medievale e contemporaneo della “Parigi dell’est”.
A soli venti chilometri a nord-ovest della capitale lettone, compresi tra il Golfo di Riga e il fiume Lielupe, si estendono trentatrè chilometri di spiagge affacciate sul Baltico: la città-resort di Jurmala è la capitale balneare del paese.
Ai tempi dell’Unione Sovietica, Jurmala era una popolare meta di vacanza per gli alti esponenti del partito comunista: Leonid Brežnev e Nikita Chruščëv erano soliti rilassarsi sulle spiagge e al sole di questa località.
Oggi Jurmala è una popolarissima meta balneare per le vacanze e i week end dei lettoni, grazie alle sue bianche spiagge e alle romantiche case in legno in stile Art Nouveau.
Benvenuti a Riga, la perla del Baltico…qui il reportage fotografico