Gli allenatori della nazionale croata hanno un debole per i cappelli. Nel mondiale di Francia 98, Ćiro Blažević tenne in panchina un cappello da poliziotto. Era di Daniel Nivel, un gendarme francese finito in coma dopo gli scontri tra forze dell’ordine e ultrá tedeschi prima di Germania-Jugoslavia. Ćiro andò a visitare Daniel in ospedale (sarebbe uscito dal coma dopo qualche settimana) per portargli solidarietà, ricevendo dai colleghi il cappello del gendarme. Ćiro se lo portò in panchina, sfoggiandolo poi al termine delle partite, in segno di omaggio verso Daniel. Per Blažević e per quella Croazia, quel cappello diventò un vero talismano portafortuna, simbolo della leggendaria cavalcata che portò Suker e compagni verso l’insperato terzo posto mondiale.
L’attuale allenatore croato Slaven Bilić è invece solito indossare un cappello a cuffia, non certo così abituale presso i selezionatori delle principali nazionali europee (si veda l’ aplomb dei Prandelli e dei Del Bosque, per non parlare dell’inarrivabile coach tedesco Joachim Loew, che si dimena tra dolcevita e colletti a V). Ce l’aveva in testa anche ieri sera, nonostante le temperature serali di Poznan fossero tutt’altro che irresistibili. Ancora non è risaputo se la scelta di Bilić sia dovuta a un omaggio personale come nel caso di Blažević, oppure a una meno nobile trovata pubblicitaria dello sponsor tecnico della nazionale o più semplicemente ad un semplice sfizio individuale. Fatto sta che, per ora, anche questo cappello porta fortuna. La Croazia allenata da Bilić ha infatti battuto agevolmente l’Irlanda 3-1 nel suo debutto ad Euro 2012.
Il match si è messo subito in discesa per i croati, in rete già al 3’. Su cross di capitan Dario Srna, Mario Mandžukić colpisce di testa dai dieci metri con una parabola insidiosa, ingannando il veterano portiere irlandese Shay Given (non proprio lestissimo nell’occasione). Al 19’ pareggia l’Irlanda con St.Ledger, anch’esso su colpo di testa. Sull’episodio pesa una doppia ingenuità del centrale difensivo Ćorluka, che prima commette fallo (dalla cui punizione-cross scaturirà il gol) e poi perde il contatto con St.Ledger, libero di incornare nella porta difesa da Pletikosa. In seguito, la prova di Ćorluka sarà segnata da altri errori (sconfessando clamorosamente l’analisi di chi scrive, che proprio nel numero 5 croato aveva previsto una possibile rivelazione. Per ora, gliel’abbiamo tirata.). Subito il pareggio, la Croazia torna a spingere a centrocampo, cercando di servire gli arieti Jelavić e Mandžukić. Al 43’, un passaggio del funambolo Modric deviato dalla difesa irlandese (e su cui i verdi contestano il fuorigioco) diventa un imprevisto assist per Jelavić, che spiazza Given e segna il 2-1 per gli “scacchieri” croati. Nella ripresa, al 62’ è ancora un colpo di testa di Mandžukić a scatenare l’indecisione del veterano Shay Given: si tuffa in ritardo, la palla colpisce prima il palo e poi la testa del malcapitato portiere irlandese. Il 3-1 chiude di fatto il sipario sul match.
L’Irlanda non riesce a pungere e la Croazia pensa più che altro a risparmiare energie in vista della sfida a di giovedì contro l’Italia. Sfida che affronterà da capolista del girone, al termine di una vittoria meritata. Pesano però alcuni errori arbitrali a danno dell’Irlanda, su tutti il fuorigioco sul 2-1 di Jelavić e un rigore non dato per un fallo su Robbie Keane nel primo tempo. Lo scontato MVP dell’incontro è ovviamente Mario Mandžukić, 26enne di Slavonski Brod da due stagioni in forza ai tedeschi del Wolfsburg xhe finora aveva raccolto scarse soddisfazioni con la maglia a scacchi (30 partite e solo 5 gol in nazionale prima della doppietta di stasera). Da registrare le ottime prestazioni dei “due Ivan” cursori di centrocampo, Ivan Rakitić e Ivan Perisić. Ieri sera sono stati il motore del gioco croato, energico, atletico e pimpante. Prandelli dovrà pensarci su. Ma soprattutto, bisognerà vedere che cosa Bilic si metterà sulla testa.