di Gaetano Veninata
PORTOGALLO-BOSNIA. È come quando andate al primo appuntamento, tutti eleganti, profumati, con i capelli stirati e scoprite che lei/lui vi ha dato buca. Non si è fatta/o vedere, a casa non risponde, sembra svanita/o nel nulla. Se siete tipi paranoici penserete di esservi inventati tutto, dalle prime parole scambiate nel parcheggio del liceo a quel “sì, vengo” quando le/gli avete chiesto di uscire. Ora, al di là delle parole “punteggio” e “tennistico” che troverete accoppiate copiosamente nei cosiddetti quotidiani italiani, la differenza vera – ieri sera a Lisbona – l’ha fatta proprio questo: la Bosnia ha dato buca, fino a prenderne 6, di cui uno segnato da quel Miguel Veloso che nel Genoa ha introdotto la moviola in campo, un centrocampista dai piedi decenti ma che guardandolo non riesci mai a capire dove possa aver lasciato il carapace.
Il resto l’ha fatto la paura: terrorizzati Adnan Zahirović e Saša Papac, asfaltati sulle fasce dal tamarro CR7 (a destra) e dal bulletto Nani (a sinistra); terrorizzato il buon Asmir Begović, che nello Stoke para tutto, e ieri ha mandato in campo un cugino mediocre; invisibili (e che peccato non vederli in Polonia&Ucraina) Miralem Pjanić – mangiato dal centrocampo a tre dei lusitani – ed Edin Džeko. La partita in pratica finisce subito, al di là del momentaneo (e rocambolesco) 2-3 di capitan Emir Spahić. Troppo veloci (a parte Veloso, ovviamente) i portoghesi, troppo immaturi i bosniaci: se anche l’inutile Hélder Postiga se ne esce con una doppietta, vuol dire che a Sarajevo hanno perso la verginità senza troppo amore. Andrà meglio, molto presto.
CROAZIA-TURCHIA. Ultima, mediocre panchina turca per l’arrogante Guus Hiddink, in questo match senza storia dopo il 3-0 croato dell’andata. Zagabria porta a Euro 2012 il talento di Luka Modrić, piccolo e fragile gioiello, degno erede di Zvonimir Boban. Per la Turchia una batosta meritata, da squadretta nervosa e inconcludente.
IRLANDA-ESTONIA. Ogni tanto è bello vedere volti nuovi non solo in campo, ma anche in panchina: e allora complimenti al Trap, alla sua milionesima competizione internazionale. Al di là del gioco lontano dal poter essere ammirato, i suoi dubliners hanno avuto gioco facile con i delicati estoni, troppo poco calcisticamente europei per giocarsi degnamente uno spareggio. La partita termina 1-1 dopo il 4-0 irlandese dell’andata, i gol del terzino del Wolverhampton Stephen Ward al 32′ e di Konstantin Vassiljev al 57′.
MONTENEGRO-REPUBBLICA CECA. La scossa aveva provato a darla uno che gioca nel campionato sudcoreano: Dejan Damjanović, attaccante del FC Seoul, capelli rossicci e piedi così così. Una traversa iniziale che ha fatto tremare l’armata praghese, forte del 2-0 casalingo, poi il nulla. Un timido segnale di vita a inizio secondo tempo, qualche fallo di troppo a fine partita: è andata così per Vučinić & Co, un corpo troppo scheletrico per reggere il talento carnoso e riccioluto di Stevan Jovetić e dello stesso attaccante bianconero (ieri capitano). In Europa ci va la Repubblica Ceca di mister Michal Bílek, che non sarà la nazionale di Patrick Berger e Pavel Nedved, ma che ha piedi buoni (in primis il sempre piacevole Tomáš Rosický) e testa solida.
Alla fine solo sei nazionali del nostro “est”, Russia compresa, sono passate. E se pensiamo che Polonia e Ucraina sono qualificate d’ufficio c’è ben poco da stare allegri.
Grande Irlanda, grande Trap. Slainte!
Signori, tenete d’occhio Václav Kadlec. Giovane stellina locale dello Sparta Praga.
talentuoso, molto: ma lasciamolo crescere ancora….
Altro che buca… Qui la ragazza si e’ dimenticata dell’appuntamento a casa sua ed ha aperto la porta coprendosi con un asciugamano…