CROAZIA: Hypo Bank e la mafia, cosa c'è dietro l'arresto di Ivo Sanader?

di Matteo Zola

Una storia di alta finanza, mafia balcanica, politici corrotti con sullo sfondo le guerre che insanguinarono la Jugoslavia negli anni Novanta. Non è il copione di un film, né la trama di una spy story, ma anche il migliore degli 007 farebbe fatica a mettere ordine in quest’intreccio. Tra i protagonisti ci sono i nomi di guest star della politica internazionale, da Jörg Haider a Milo Djukanovic, da Ivo Sanader a Franjo Tudjman, passando per clan malavitosi come quello degli Osmani o del boss Darko Saric. Location di questa storia, ovviamente, i Balcani: terra in cui tutto s’intrica.

All’inizio di tutto c’è però una banca, la Hypo Group Alpe Adria, holding carinziana con sede a Klagenfurt. A seguito della crisi economica, nel 2009 è stata nazionalizzata per evitarne la bancarotta. Anche prima del 2009 la storia di Hypo è però travagliata, già negli anni Ottanta è stata sull’orlo del fallimento. A riportarla nell’Empireo della finanza è stato Wolfgang Kulterer, nominato amministratore delegato nel 1991 è l’uomo che guida l’espansione del Gruppo nei Balcani trasformando una banca locale in una grande holding. Per farlo si avvale di aiuti importanti: Jörg Haider, anzitutto, già governatore della Carinzia fino al 2008, anno della sua morte, aveva accesso a una dozzina di conti segreti nel Liechtenstein in cui erano depositati milioni di euro. La maggior parte di queste somme, secondo gli investigatori, sarebbe stata originata dalle commissioni che Haider pretendeva per i suoi “favori” nei confronti della Hypo e verso i politici locali carinziani. In cambio Haider avrebbe fatto da tramite per gli interessi di Hypo nei Balcani, mediando tra Kulterer e Sanader, allora primo ministro croato.

Ivo Sanader è il personaggio chiave di questa storia. Primo ministro croato fino al 2009, si dimette improvvisamente e senza motivo apparente a metà del suo secondo mandato e fugge negli Stati Uniti. Tornato in patria nel 2010 tenta di riprendere la poltrona da premier con un golpe all’interno del suo partito, l’Hdz fondato da Franjo Tudjman. Con il suo arresto, nel dicembre 2010, si apre un vaso di Pandora capace di rigurgitare mali di ogni sorta: si scopre che Sanader mediò, negli anni Novanta, con Hypo affinché questa riciclasse il denaro sporco di Tudjman, frutto della guerra. Si scopre poi che Sanader fece pressioni sulla Banca centrale croata affinché questa favorisse l’acquisizione della locale filiale Hypo da parte di Edmund Stoiber, altro personaggio di questa vicenda, e soprattutto emerge la cupola politico-mafiosa che si cela alle spalle di Sanader, composta dai peggiori criminali balcanici e dai politici più importanti di Zagabria: una Seconda repubblica delle mafie, così è stata chiamata, che aveva l’obiettivo di costruire un potere occulto capace di governare tutta l’ex-Jugoslavia.

Politici corrotti e boss della mafia erano pronti all’azione: tra di loro Stejpan Mesic, già presidente della Repubblica croata, e Tomislav Karamarko, ministro dell’Interno di Zagabria. Quest’ultimo sarebbe il braccio politico del potente clan Osmani – dedito al traffico di droga, armi e persone tra Kosovo, Croazia e Germania. Proprio il clan Osmani è stato indicato da più parti come l’esecutore dell’omicidio di Ivo Pukanic, giornalista di Nacional, colpevole di aver troppo indagato nell’intreccio tra mafia e politica. La magistratura ha però seguito un’altra pista, quella del clan di Zemun, arrestando il boss Joca Amsterdam: un arresto eccellente ma che rischia di depistare la verità. Il giornalista investigativo Demagoj Margetic, che per primo portò alla luce i rapporti tra criminalità e potere in Croazia, e per questo suo impegno rischia la vita, indica proprio negli Osmani i mandanti dell’omicidio Pukanic. Gli stessi Osmani che, secondo Margetic, avrebbero riciclato denaro sporco in Hypo, la banca carinziana sempre al centro di questa vicenda. Dietro Sanader, quindi, si muoveva un vasto mondo criminale che infine lo avrebbe stritolato: per salvare la sua vita e quella dei suoi cari, l’ex Primo ministro si sarebbe infatti dimesso fuggendo negli Stati Uniti.

Oggi Wolfgang Kulterer, processato e poi assolto, è indagato dai pm austriaci per il dissesto di bilancio del Gruppo Hypo e per corruzione. Ivo Sanader, arrestato, è in attesa di processo con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione. L’omicidio Pukanic cerca ancora giustizia mentre due processi sono attualmente in corso, uno a Zagabria l’altro a Belgrado. E la Seconda repubblica delle mafie forse ancora agisce nell’ombra mentre si apprende che Darko Saric, superboss della mafia serba, ha riciclato 100 milioni di euro proprio in Hypo. Una vicenda che sembra lungi dal poter scrivere la parola fine, presto su East Journal (e non solo) un’inchiesta di Matteo Zola e Gaetano Veninata.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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