di Matteo Zola
Le elezioni parlamentari del 4 dicembre si avvicinano ma prima di addentrarci nelle maglie del malaffare croato, dove albergano corruzione e mafia, occorre fare una rapida disamina delle forze politiche in campo.
La fondazione
Il partito protagonista della storia politica croata degli ultimi vent’anni è l’Hdz (Unione democratica croata), fondato del 1989 da alcuni nazionalisti croati guidati da Franjo Tudjman, muove i primi passi nel crepuscolo della Jugoslavia in un sistema multi-partitico ancora alla stadio embrionale. L’Hdz, grazie alla progressiva perdita di controllo da parte dell’apparato comunista, poté aprirsi verso l’estero ottenendo importanti finanziamenti da parte della diaspora croata che, in buona misura, si rispecchiava nel rinnovato nazionalismo dell’Hdz. Un nazionalismo esclusivo, però, che s’ispirava al regime fascio-ustascia di Ante Pavelic. Quello di Pavelic fu il primo stato indipendente nella storia croata ma il prezzo fu l’alleanza con Hitler e Mussolini. Lo stato croato crollò con la sconfitta nazi-fascista e, a seguito della vittoria di Tito in Jugoslavia, molti croati legati al regime ustascia scelsero la via dell’emigrazione, specie verso l’Argentina.
La guerra
Alle elezioni jugoslave del 1990 l’Hdz trionfò opponendosi sia al partito comunista croato che al nazionalismo serbo rappresentato dall’allora leader dei comunisti serbi, Slobodan Milosevic, mentre il processo di disgregazione dello spazio jugoslavo era ormai inarrestabile. L’Hdz e il suo leader, Franjo Tudjman, diventarono gli artefici dell’indipendenza e i fautori del sogno di una “grande Croazia” che comprendesse i territori dell’Erzegovina. Con la dichiarazione d’indipendenza del giugno 1991 inizia la guerra. Le milizie dell’Hdz, l’Hvo (Consiglio di difesa croato), rispondono direttamente a Tudjman. L’Hvo si è reso responsabile di numerosi crimini di guerra: massacri (ad Ahmići ai danni dei musulmani e durante la riconquista di Vukovar a danno dei serbi), strupri etnici (valle della Lasva), campi di concentramento (come l’Heliodrom), traffico d’armi e narcotraffico.
La transizione
La Croazia uscirà vincitrice dal conflitto. Tudjman e l’Hdz diventeranno così il partito simbolo dell’indipendenza nazionale guidando il paese nella delicata transizione al sistema capitalistico: privatizzazioni, liberalizzazioni, concentrazioni del potere nelle mani di un’oligarchia vicina a Tudjman (la cosiddetta politica delle cento famiglie) e tanta, troppa, corruzione. L’economia illegale necessaria alla guerra diventa il sostrato dell’economia in tempo di pace gettando le basi all’attuale sistema di corruzione che attanaglia il paese.
I risultati elettorali
Nel dicembre 1999 muore Franjo Tudjman chiudendo un decennio di totale dominio politico da parte dell’Hdz. Alle elezioni politiche del 1992, Hdz confermò il proprio primato nella politica croata ottenendo il 43,2% dei voti. Il risultato fu ancora più rilevante poiché l’Hdz aveva subìto una scissione ad opera degli Indipendenti Democratici Croati (Hnd, 6,7%), guidati dall’ex premier Stejpan Mesic, che si era opposto al coinvolgimento croato nella guerra in Bosnia ed Erzegovina. Alle politiche del 1995, Hdz incrementò ancora i propri consensi, salendo al 45,2% dei voti, ottenendo 75 seggi su 120. Dal 1990 al 2000 i nazionalisti hanno governato ininterrottamente il paese.
Alle elezioni politiche del 2000, dopo la morte di Tudjman, l’Hdz crollò al 24,5%, eleggendo 46 deputati su 151 e passando all’opposizione. Vincente risultò la lista composta da Socialdemocratici (Sdp) e Liberali-sociali (Hsls), che elesse primo ministro Ivica Račan dell’ Sdp. Alle presidenziali dello stesso anno il candidato dell’Hdz, Mate Granić, non raggiunse il ballottaggio che venne vinto da Stjepan Mesić, sostenuto dal blocco centrista. Al vertice dell’Hdz venne allora designato Ivo Sanader che cercò di trasformare l’Hdz in un partito conservatore di centro-destra, abbandonando le posizioni più radicali e nazionaliste.
Sanader e la tangentopoli croata
Sanader ha guidato il paese dal 2003 al 2009 anno in cui si dimise improvvisamente e senza motivo apparente, probabilmente a causa di alcune minacce della mafia balcanica con la quale intratteneva torbidi rapporti. Per un anno ha vissuto con la famiglia negli Stati Uniti. Rientrato in Croazia nel 2010 fu accusato di corruzione e associazione a delinquere. Dopo una rocambolesca fuga, è stato arrestato in Austria nel dicembre 2010 ed è oggi sotto processo.
Dopo le dimissioni di Sanader il testimone è passato a Jadranka Kosor che ha portato a termine una legislatura connotata da continui scandali politici. L’Hdz è infatti sotto inchiesta per i fondi neri, le proprietà del partito sono state poste sotto sequestro e nelle casse non c’è più un soldo. Jadranka Kosor ha persino invitato i suoi più stretti collaboratori a dare in garanzia le proprietà private per poter chiedere prestiti bancari con cui finanziare la campagna elettorale. E’ con questo bagaglio di malaffare che l’Hdz si presenta alle elezioni.
A Proposito di Sanader:
Sanader, cui molti attribuiscono la maggior responsabilità nell’odierna corruzione dell’ Hdz, all’epoca dei finanziamenti dei primi anni 90 , era il collante tra Tudjman ed i conti all’estero aperti dall’ ex ministro della difesa Gojko Susak.
Quest’ultimo conosciuto dal “Supremo” durante un viaggio oltreoceano datato 1987, è il vero mentore finanziario del partito e l’uomo che raggruppò tutti i finanziamenti della Diaspora Croata all’estero, in un conto bancario chiamato Aiuto per il rinnovamento economico e la sovranità della repubblica di Croazia. Furono proprio tutti quei soldi che permiso all’Hdz ,grazie ad una sontuosa campagna elettorale, di vincere le prime fondamentali elezioni, e poi successivamente di acquistare armi e patrimoni statali in nome della Croazia Indipendente.
Sanader doveva gestire gli afflussi di denaro dall’ Austria a Zagabria che Tudjman e Susak avrebbero poi smistato. Venne scelto da Tudjman perchè era di casa in Austria , parlava diverse lingue tra cui l’italiano e soprattutto non ricopriva alcuna carica politica in quegli anni essendo il sovritendente del Teatro Lirico nella sua natia Spalato, tanto che la prima elezione nelle file Hdz avvenne solo nel 1992.
Inizialmente il conto aperto da Susak venne registrato in Svizzera , ma poi ,anche grazie alla presenza della “Pedina Sanader”, venne trasferito in Austria , precisamente in Carinzia, a pochi chilometri dal confine con l’amica Slovenia che all’epoca chiuse più di un occhio su quel continuo via vai tra Villach e Zagabria.( in quegli anni vigeva l’embargo Onu sull’importazione di armi e l’ingresso illegale di denaro in Jugoslavia)
La Bank fur Karnten und Steiermark fu la prima minuscola banca austriaca che diede base d’appoggio al conto della Diaspora :aperto da Susak, gestito da Sanader e necessario al potere per Tudjman fu la vera pietra miliare nella costruzione dell’ Hdz che come vediamo è durato fino ai giorni d’oggi.
Il resto della storia è già stato scritto e trattato in Romanzo Criminale di Matteo Zola e Gaetano Viminata,ed in altre inchieste sulla corruzione in Croazia, con lo spostamento del conto nell”holding bancaria carinziana Hypo Group Alpe Adria ……………………….
Grande Nicolò! mi sai dare qualche dritta in più sulla Bank fur Kantern un Steiermark?
Ma e’ cosi’ che raccogliete le vostre informazione nella redazione?
“sogno di una grande Croazia”….(????)…
“HVO si é reso rasponsabile di numerosi crimini di guerra”…..(????)
Sig.Matteo Zola quado vuole sarà il mio ospite in Croazia….la faccio guida turistica n Coazia….e in Bosnia…la porto,oltre il mio paese…a Vukovar,Skabrnja,…Srebrenica…..
Gent. Lettore
guardi, non è mia intenzione gettare discredito su nessuno. Né croati, né serbi, né bosniaci. Tutte e tre le parti, durante il conflitto, si sono rese responsabili di gravi episodi che andavano oltre la “normale” gestione militare: l’eccidio, lo stupro, vanno oltre il Diritto di guerra. Sono stato a Srebrenica e a Vukovar, proprio Vukovar è esemplare: per i crimini serbi in Krajna è stato condannato Goran Hadzic. Per quelli croati durante la riconquista (operazione Oluja) è stato condannato Ante Gotovina. In entrambi i casi si è trattato di pulizia etnica. E’ un esempio di come nessuna delle parti in causa, in quella guerra, sia esente da colpe. In questo articolo, però, si parlava di Croazia. E dell’Hvo. Quindi non abbiamo citato crimini serbi, di cui ci siamo occupati i molti altri articoli. La sua reazione mi invita a darle questa risposta: ognuna della parti in causa dovrebbe con saggezza riflettere sulle proprie responsabilità prima di cercare le colpe degli altri. Un saluto
Matteo
proprie responsibilità…la mia era….che vivevo in casa mia…nell mio paese…in Croazia….e me la hanno bruciata…perche?chi?serbi…perche sono croata…
anche lei parla di “riconquista”……ma non parla chi ha conquistato…e perche….non Croati…ma quelli che volevano GRANDE SERBIA…..sono consapevole che in una guerra si fanno anche sbagli…e sono consapevole che anche croati hanno fatto sbagli….ma mettere nella stessa posizione uno che attacca e uno che si difende…non mi sembra giusto…..
posso fare una domanda….per es.in Italia vivono tanti Croati…se per caso vogliono una autonomia e cominciano fare la guerra per averla….cominciano uccidere,brucciare le case…ospedali,scuole,chiese….e l’Italia si difenda…si tratterebbe di una pulizia etnica?
non voglio polemiche…vivo in Italia da 20 anni….è non mi sono mai sentita come stamattina…..
saluto
Marija
Gent. Marija
davvero la polemica è l’ultima cosa che mi interessa. Comprendo, almeno ci provo (che io la guerra non l’ho mai vista) i suoi sentimenti. Quello che chiedo a lei e che vorrei, potessi, chiedere al popolo croato è di pensare che se si continua ad ascoltare i sentimenti non si risolverà mai nulla. Quello che vorrei è che ognuna delle parti pensasse a sé, senza dire “però gli altri hanno fatto questo”. E’ un comportamento da bambini. Un popolo maturo e libero fa i conti con la propria Storia. L’Indipendenza croata è legittima, senza dubbio, ma i modi in cui la si è ottenuta lo sono? Su questo abbiamo scritto diversi articoli. Quello che io credo è che oggi il popolo croato dovrebbe dire a sé stesso: “abbiamo combattuto per la nostra causa. Chi ci ha comandato però sbagliava. Il paese che abbiamo costruito va ripulito dai criminali di guerra e dai politici corrotti”. So bene che non sarà facile, e non sarà subito. Lei penso non sappia che Franjo Tudjman gestiva il traffico di armi con Felice Maniero, boss della mafia in Veneto, e con il clan Fidanzati della mafia a Milano. Armi con cui in Italia la mafia uccideva persone innocenti. E penso che non sappia che l’Hvo gestiva il traffico di eroina in Erzegovina per finanziare la guerra. E i proventi di quel traffico di droga non sono stati dati al popolo croato ma nascosti in banche austriache. Sono solo esempi di come quella guerra è stata gestita.
Lei mi dirà: i serbi hanno fatto la stessa cosa. E’ vero. Ma io le dico: lei è croata, pensi al suo popolo, al futuro della sua gente: che futuro potete avere se non fate pulizia nel vostro passato?
Infine, sulla pulizia etnica: un conto è combattere e uccidere, bombardare, magari colpire i civili. E’ la guerra. Ma un’altra cosa è stuprare le donne, le bambine, aprirne i ventri quando sono incinte, costringere gli uomini a mangiare i testicoli di altri uomini. E’ successo: a Heliodrom, campo di concentramento croato. Nella valle della Lasva a civili (non soldati) musulmani. E’ successo anche a Ovcara, e questa volta le vittime erano croate.
Lei però dice: i croati sono stati aggrediti, si sono solo difesi. E io provo a risponderle: i croati sono stati attaccati dai serbi. E poi insieme ai serbi si sono spartiti la Bosnia Erzegovina e i croati hanno attaccato l’Erzegovina. Non solo vittime, dunque. E poi: tra Belgrado e Zagabria, tra Milosevic e Tudjman, c’era (almeno dal 1992) un accordo. E questo sulle teste della gente, come lei, presa in giro da due “leader” cui solo interessava riempirsi le tasche con i soldi della droga, con la compravendita di fabbriche, in conti segreti in Austria o a Cipro. Ecco, in questo serbi, croati e bosniaci musulmani sono uguali: tutti presi in giro dai signori della guerra.
Marija, lei non immagina quanto vorrei che le mie parole non la offendessero. Non scrivo per offendere nessuno. Non sto dalla parte di nessuno, cerco di raccontare quello che è successo. E siccome è difficile da raccontare le anticipo che, nelle prossime settimane, cominceremo a raccontare le guerre jugoslave attraverso il libro di Luca Rastello, giornalista che in quel conflitto c’è stato, tra i migliori in Italia in questo campo. E vorrei che lei leggesse, e insieme a noi parlasse di quanto accaduto.
Qui di seguito qualche link per dimostrarle che non siamo teneri con nessuno. Li legga con calma, e legga i commenti. Vedrà che tutti (serbi, kosovari, albanesi) ci hanno accusato di avercela con loro, con il loro popolo. Forse davvero può farle capire che non ce l’abbiamo con nessuno. A noi interessa la politica, come è stata gestita la politica anche quella di guerra. Non è una questione di essere a favore o contro qualcuno:
SULLA SERBIA:
https://eastjournal.net/2011/07/20/serbia-catturato-hadzic-il-boia-di-vukovar-e-la-serbia-ricuce-le-ferite/
https://eastjournal.net/2010/11/04/serbia-tadic-a-vukovar-quanto-e-difficile-ammettere-un-genocidio/
SU SREBRENICA e VUKOVAR:
https://eastjournal.net/2011/07/11/sedici-anni-fa-srebrenica-dallattualita-alla-storia/
SULLE COLPE DELL’ONU:
https://eastjournal.net/2011/07/06/bosnia-lolanda-condannata-per-il-massacro-di-srebrenica-abbandonarono-i-civili-al-loro-destino/
UNA POSIZIONE MOLTO CRITICA SULLA SERBIA DI OGGI e sul KOSOVO:
https://eastjournal.net/2011/09/12/serbia-boris-tadic-la-faccia-poco-filoeuropea-di-un-paese-in-affanno/
SUL KOSOVO e l’UCK:
https://eastjournal.net/2010/07/14/kosovo-storia4-uno-stato-mafioso-nel-cuore-deuropa/
https://eastjournal.net/2010/08/22/kosovo-luck-la-droga-e-il-traffico-dorgani-cosa-legittima-il-parere-dellaja/
Vedo che qui non c’è democrazia. Il mio commento non lo volete…
Scusate se mi intrometto, di sbagli ne hanno fatti tutti, anche noi Italiani e io penso a tutta qull’area che dopo il 1945 è passata in mano a Tito.
Se il nostro Governo fosse stato governato da persone che sano fare bene la Politica per il loro paese, allo scioglimento della Repubblica Federale Jugoslava, noi dovevamo entrare in possesso dei ex territori Italiani, con le buone o con le catgtive, in quanto allo scioglimento della Federazione Jugoslava non competevano più quei territori come bene unitario da dividere per la Nazione Jugoslava, pertanto Istria, Quarnaro, ma anche tutta la zona Isontina che è stata tagliata doveva ritornare all’origine. E così finalmente gli esuli sarebbero ritornati a casa. Quei territori sono suddivisi in gran part5e tra Slovenia e Croazia, le quali non hanno nessun diritto di amministrfare quei territori. Solo la Jugoslavia pòoteva farlo solo se non perdeva il suo status di federazione.
Gent. Graziano
in primo luogo, nessuna intromissione. Anzi grazie per averci scritto. Questo spazio è dei lettori, e noi siamo qui per dialogarci. Guardi, credo che qualsiasi rivendicazione territoriale da parte dell’Italia sui territori dalmato-istriani sia giuridicamente impossibile. Gli accordi di Helsinki del 1975 sanciscono, tra le altre cose, l’inviolabilità delle frontiere ovvero non si possono modificare i confini degli stati. Nell’ex Jugoslavia le nuove repubbliche hanno mantenuto i confini di quando erano repubbliche federali all’interno della Federazione Jugoslava. Confini legittimi e inviolabili. Solo sulla questione delle acque territoriali c’è stata una crisi politica tra Slovenia e Croazia (si veda, anche su Ej, crisi di Pirano).
Infine una mia considerazione, sulla quale forse sarà in disaccordo: la Storia ha fatto i suoi torti, li ha fatti a tutti. La presenza italiana in Istria è ridotta all’osso e una rivendicazione territoriale oggi credo avrebbe poco senso se non ci sono italiani a viverci.Più utile sarebbe una politica di supporto e tutela della minoranza italiana all’estero, troppo spesso lasciata sola. Consideri che lo storico giornale istriano in lingua italiana, La Voce del Popolo, si è trovato sull’orlo del fallimento poiché lo Stato italiano gli aveva azzerato i fondi. E poi, una simile rivendicazione, quand’anche fosse ipoteticamente fondata, non farebbe che opporre il nazionalismo italiano a quello croato e/o sloveno. E in tempi in cui è sempre più necessario costruire grandi agglomerati sovranazionali, il nazionalismo è retaggio del Novecento o della peggiore politica non solo balcanica. Un saluto, Matteo
Tutti noi sappiamo che l’Italia è vogliosa e golosa dell’adriatico orientale. Solo che gli antichi Romani vincevano le guerre mentre gli Italiani perdono le guerre. Sul adriatico orientale non ha mai vissuto il popolo italiano anche perchè gli Illiri, gli slavi e i veneti non sono Italiani. Italia non esiste. Venezia non è italia.
Tutt’ora Italia vuole assoggettare gli Slavi impossessandosi del loro costruito e delle loro richezze, e quindi ci saranno sempre le guerre. Non capisco perchè la Croazia non ha diritto alla propria indipendenza.