BALCANI

ALBANIA: Senza la riforma della giustizia niente negoziati con l’UE

Il 91 per cento dei cittadini albanesi sarebbe a favore della realizzazione della riforma giudiziaria. In una risoluzione del parlamento europeo approvata il 14 aprile si legge che “Il Paese sta preparando una riforma giudiziaria ambiziosa che risponderà alle preoccupazioni più rilevanti espresse dai cittadini e che aiuterà a lottare contro la corruzione nella vita di tutti i giorni".

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MACEDONIA: Giornalisti aggrediti dalla polizia

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L'International Federation of Journalists ha denunciato al Consiglio europeo il ferimento di cinque giornalisti durante le proteste di questi giorni, nonostante fossero facilmente riconoscibili grazie ai documenti e alla strumentazione dei fotoreporter. Fare il giornalista, in Macedonia, è un compito molto arduo.

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Liberate Branimir Jovanovic

Lanciamo un appello per la liberazione di Branimir Jovanovic, giovane economista macedone, attualmente in visita presso l'Università di Torino, arrestato ieri a Skopje durante le proteste contro la decisione del presidente della repubblica di graziare i politici coinvolti nello scandalo intercettazioni. Una decisione che, secondo l'UE, mina lo stato di diritto in Macedonia.

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BOSNIA: Economia e giustizia sulla strada da Sarajevo all’Unione europea

In un periodo in cui le parole d'ordine sono uscita e fallimento di Schengen, per il paese balcanico l'Unione Europea è forse l'unico obbiettivo che accomuna le sue diverse entità. Con il suo complesso sistema statale, il passaggio allo status di paese membro UE sembrerebbe essere la ricetta per risolvere l'impasse politica in Bosnia ed Erzegovina. Lavorare per arrivare allo status di paese membro UE getterebbe le basi per aggirare le attuali divisioni interne.

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ALBANIA: Permet, la città che non conosce il crimine

Volete andare a vivere in una città albanese dove non si registrano reati per un anno? Bene, se volete pace e serenità restando lontani dalla criminalità delle grandi città che crea ansia e aggressività mentre la crisi moltiplica i furti e altri crimini, venite a Permet dove si vive tranquilli.

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Sentenza Šešelj, assolto da ogni capo d’accusa

šešelj assolto

Vojislav Šešelj, leader del Partito radicale serbo e uomo di spicco della politica serba durante le guerre jugoslave, è stato oggi assolto dal Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia da ogni capo d'imputazione. Per Šešelj erano stati chiesti dall'accusa 28 anni per aver commesso crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Šešelj, come dichiarato dal giudice Antonetti, è da oggi un uomo libero dopo 12 anni di carcere.

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Amo gli albanesi

E' ora di fare coming out, lo dico e lo confermo, io amo gli albanesi. Perché sono come noi, ma meglio di noi. Sono coraggiosi, tenaci, intelligenti, e sono i migliori italiani che abbia mai conosciuto. Italiani sì, ma non solo italiani. Sono qualcosa di più, e ci hanno insegnato che l'immigrazione non è un male.

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I ponti della Bosnia-Erzegovina

Marta Vidal alla scoperta dei ponti della Bosnia e delle storie delle persone che li hanno attraversati, riflettendo sui ponti come elementi di connessione in un Paese ancora diviso e ferito dalla recente guerra.

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MACEDONIA: Nel mese di febbraio sono entrati 34.404 rifugiati

Nel mese di febbraio il Ministero degli Esteri macedone ha registrato l'ingresso di 34.404 rifugiati, provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan. Nonostante la decisione di chiudere i confini anche ai rifugiati afghani, il numero dei profughi non sembra destinato a scendere e al confine con la Grecia rimangono bloccate migliaia di persone. Una crisi umanitaria apparentemente senza fine.

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BOSNIA: Storia dell’assedio di Sarajevo a vent’anni dalla sua fine

Nel 1992,mentre le truppe militari serbe si spostavano nella valle della Drina con l'intento di conquistare più territorio possibile, iniziò quello che verrà ricordato come l'assedio più lungo della storia della guerra in età contemporanea, superando di gran lunga quelli di Stalingrado e Leningrado durante la seconda guerra mondiale. Sarajevo fu stretta nella morsa dell'Armata (l'esercito jugoslavo, la JNA – Jugoslovenska Narodna Armija) dal 5 aprile del 1992 al 29 febbraio del 1996, circondata da almeno 13.000 uomini della JNA stanziati nelle montagne circostanti, armati con artiglieria leggera e pesante, mortai e obici, semoventi e carri-armati.

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MACEDONIA: Elezioni rimandate al 5 giugno. Gruevski fa un passo indietro

In Macedonia, dopo vari giorni di frenetiche mediazioni dei rappresentanti dell'UE e degli USA, il parlamento di Skopje decide di posticipare le elezioni politiche al 5 giugno 2016. L'ex premier e leader della VMRO-DPMNE, Nikola Gruevski, accetta il compromesso e improvvisamente confuta la propria tesi delle elezioni ad aprile. Il suo avversario, Zoran Zaev, a capo della SDSM, vede invece confermata la propria posizione, secondo la quale nel Paese allo stato attuale non ci sarebbero le condizioni essenziali per delle elezioni corrette e democratiche. Evitato un isolamento internazionale della Macedonia.

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MACEDONIA: Ocrida, il lago minacciato dal governo

Il lago di Ocrida, patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 1979, è messo a repentaglio dai progetti edilizi promossi dal governo. L'associazione Front 21/42 si è mobilitata promuovendo una petizione affinché le intenzioni del governo, al momento impegnato ad affrontare la crisi politica, siano bloccate.

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MACEDONIA: L’opposizione accetta la revisione delle liste elettorali. La crisi politica sta finendo?

Subhi Jakupi, membro della Commissione Elettorale di Stato, ha dichiarato che la SDSM ha accettato anch'essa la revisione delle liste elettorali. L'opposizione socialdemocratica erano l'unico partito a opporsi, sostenendo che non vi era il tempo materiale per una corretta revisione, e il suo via libera aumenta notevolmente le possibilità che le elezioni si tengano il 24 aprile 2016 come da accordi. La crisi politica sta finendo?

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ALBANIA: La riforma della giustizia tra diffidenze e speranze

Una delle principali aree di riforme chieste all'Albania dall'Ue è il sistema giudiziario, che è universalmente percepito come corrotto e soggetto a pressioni politiche. Fino ad adesso i tre maggiori partiti politici albanesi non si sono accordati sulla riforma della giustizia. Ci sono molto diffidenze e speranze per questa riforma.

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MACEDONIA: Gruevski si dimette ma manca l’accordo sulle elezioni

Secondo l'Accordo di Pržino, 100 giorni dopo le dimissioni del premier Nikola Gruevski si sarebbero dovute tenere le elezioni anticipate. Tuttavia il leader dell'opposizione ha dichiarato che le elezioni previste per il 24 aprile potrebbero essere posticipate (in estate o in autunno), dal momento che sostiene che non vi siano le condizioni per una regolare consultazione elettorale.

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BOSNIA: Come sopravvivere a cinque guerre e campare 109 anni

A 109 anni, Jovan Jovanovic è l'uomo più vecchio della Bosnia Erzegovina, e probabilmente dell'intera regione. Alla casa di riposo di Nedzarici, alla periferia di Sarajevo, dove risiede ormai da vent'anni, Čika Jovo (zio Jovo) non si fa mai mancare un tocco di buonumore. "La mia salute fisica è debole, ma quella mentale è ottima", dichiara al portale bosniaco Klix.ba.

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SLOVENIA: Anche Lubiana costruisce il suo “muro” anti-migranti

Le recinzioni di filo spinato stanno diventando sempre più comuni nell Europa centrale. Dopo l Ungheria è arrivata ora la volta di Austria e Slovenia. Il governo di Ljubljana nelle ultime settimane ha iniziato a predisporre la recinzione sul suo confine meridionale per fermare il flusso di migranti. In Istria però, politici locali e artisti, si stanno mobilitando contro questa decisione.

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LINGUAE: Gli albanesi derivano dagli antichi Illiri? Probabilmente no

Si dice che la lingua albanese sia l'evoluzione dell'altica lingua illirica e che gli albanesi siano quindi eredi degli antichi illiri. Una teoria che manca di un solido fondamento linguistico e che serve soprattutto come strumento politico di costruzione dell'identità in opposizione agli altri gruppi presenti nella regione balcanica. Ma allora chi sono gli albanesi e da dove vengono?

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BOSNIA: Il villaggio in cui non ci fu la guerra

Baljvine è un piccolo villaggio in Bosnia dove, durante le guerre jugoslave, non si sono mai registrate violenze tra serbi e bosgnacchi. Un caso unico nel quale la popolazione ha scelto di mantenere fede alla propria secolare convivenza piuttosto che cedere alle sirene della guerra. Un video di Justice TV ci racconta una storia poco nota...

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BOSNIA: La partita del referendum di Dodik si sposta in tribunale

Il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik ci tiene, almeno a suo dire, alla costituzionalità del suo referendum sul sistema giudiziario bosniaco. Per questo ha detto di posticiparlo fino a che i tribunali di giustizia costituzionale non si siano espressi in merito alla regolarità del referendum e delle sue modalità di esecuzione. Protagonisti di questa battaglia sono la Corte Costituzionale dell’entità a maggioranza serbo-bosniaca e, in prospettiva, la Corte Costituzionale dello stato bosniaco-erzegovese.

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Chi ha rotto il giocattolo di Tito? Rileggere la dissoluzione della Jugoslavia

Dopo circa 25 anni, il processo di dissoluzione della Jugoslavia è oggetto di divergenti punti di vista. Uno dei temi più controversi è indubbiamente la responsabilità ultima della disgregazione della federazione post titina. Le scuole di pensiero, se così volessimo definirle, sono sostanzialmente due. Secondo la prima, la Jugoslavia è deceduta per cause prettamente endogene, mentre la seconda addossa la maggior parte della responsabilità a forze esterne al Paese. Proviamo, in sintesi estrema, a porre in evidenza alcune dinamiche.

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I Balcani dopo i Balcani. Eredità e identità. Un libro di Egidio Ivetic

L'Europa ha due aree di confine: il Mediterraneo e l'ampia frontiera orientale. Nel Sud-Est europeo, nei Balcani, i due confini si saldano; si sovrappongono l'ortodossia post-bizantina, l'islam e il cattolicesimo, si incontrano la Mitteleuropa e l'Oriente. Un pezzo d'Europa a lungo non considerato europeo, di periferia, una regione alla ricerca di un senso e di un'identità tra difficili eredità storiche e sofferte modernizzazioni. Un libro del prof. Egidio Ivetic...

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ALBANIA: Il condannato vuole essere arrestato, ma il tribunale non vuole

Kastriot Kovaçaj ha 27 anni e ogni giorno va al Tribunale di Tirana per informarsi quando lo arresteranno. "Sono stato in prigione 4 giorni, mi sono rimasti altri 6 giorni da fare. Io vengo qua perché voglio sapere la data. Devo prendere permesso, altrimenti rischio di perdere il lavoro". La sua colpa: la sua moto, una 49 cc, non aveva i documenti a posto, secondo la polizia.

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L’operazione Oluja e la fine della secolare convivenza in Krajina

Il 5 agosto del 1995 le forze speciali dell'esercito croato rientravano in possesso dei territori sottratti a Zagabria dai secessionisti della Krajina, che sin dal 1991 aveva rappresentato, dal punto di vista militare, il casus belli della guerra in Croazia. Quest'operazione militare aveva il nome di "Oluja", ovvero "tempesta", ed ebbe come conseguenza la fine della secolare convivenza tra serbi e croati

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SERBIA: Belgrado, la stazione e le storie in sosta

Nel parco, accanto alla stazione degli autobus di Belgrado, ogni piccola e singola piazzola ha da raccontare la sua storia – si tratta di racconti molto dolorose e ognuno di questi comincia nel medesimo modo: sono fuggiti dalla sfortuna, ma continuano ad andare avanti affinché anch’essi possano trovare, almeno un po’, di fortuna.

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BOSNIA: UE, la candidatura di Capodanno

La Bosnia-Erzegovina presenterà entro fine anno la propria candidatura per l'adesione all'Unione europea. Una accelerata, per il paese balcanico, che fa seguito all'entrata in vigore, il 1° giugno scorso, dell'Accordo di stabilizzazione e associazione con l'UE, rimasto a lungo bloccato. Un articolo co-pubblicato con Osservatorio Balcani e Caucaso.

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I crimini di guerra bosgnacchi. Nessuno fu esente dalla barbarie

Durante le guerre jugoslave anche l'esercito bosgnacco si macchiò di crimini di guerra. Il fatto che i cittadini bosgnacchi siano stati le principali vittime di quel conflitto ha spesso portato a sorvolare sui crimini compiuti, ma in quella guerra non ci furono buoni o cattivi e anche i musulmani di Bosnia hanno avuto il doppio ruolo di vittime e carnefici.

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MONTENEGRO: Proteste di piazza contro Djukanovic

Migliaia di persone hanno manifestato nella capitale montenegrina, Podgorica, per chiedere le dimissioni del governo di Milo Djukanovic. Riuniti davanti al Parlamento di Podgorica i manifestanti sventolavano bandiere montenegrine e serbe, e cartelli con la scritta "Dimissioni", “Fuori i corrotti” e "Fuori i ladri".

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BOSNIA: La politicizzazione di Srebrenica e il negazionismo

E’ possibile essere un “cacciatore di nazisti”, eppure negare i genocidi altrui? Evidentemente sì; è il caso di Efraim Zuroff, direttore della sede di Gerusalemme del Simon Wiesenthal Centre (SWC). Zuroff, 66 anni, israeliano di origine statunitense, è sempre più spesso invitato a Belgrado e citato dai mezzi di informazione serbi. La …

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