Il 22 settembre, l’ordinanza n. 314-rp del Presidente della Federazione Russa ha sancito l’approvazione da parte di Vladimir Putin dei finanziamenti alle truppe in Abcasia. Secondo il documento, l’esercito della regione separatista georgiana verrà modernizzato con il supporto dei fondi provenienti da Mosca.
L’ordinanza
L’ordinanza del 22 settembre prevede che i finanziamenti siano destinati al supporto materiale e tecnico delle truppe, oltre che ad un’unificazione progressiva delle norme che regolano i comandi militari. I fondi – di entità non specificata – verranno allocati in seguito alla conclusione di una serie di negoziazioni tra le parti. Benché la Russia abbia le proprie truppe stanziate in territorio abcaso, Putin si è così impegnato a finanziare le truppe schierate nella regione dal governo separatista. La mossa del Cremlino sottolinea così che la regione viene riconosciuta come dotata di una propria armata indipendente.
Il contesto geopolitico
La Russia è uno dei pochi stati a riconoscere l’indipendenza dell’Abcasia – un riconoscimento che ha avuto luogo nel 2008, in seguito alla guerra contro la Georgia. Da allora, la Russia è diventata il maggiore partner commerciale della regione separatista: il 56% dello scambio di merci abcaso è diretto verso Mosca. I rapporti tra le due parti, tuttavia, non sono di natura puramente economica. A Sochi, il 18 maggio 2017, Abcasia e Russia firmarono un accordo mirato a creare un comune spazio di sicurezza, aumentando la difesa del confine con la Georgia.
Oggi, il finanziamento all’ammodernamento dell’armata separatista si inserisce in questo quadro di tensione, caratterizzato dall’assenza di dialogo. Tbilisi, che mira all’adesione all’Unione Europea e alla NATO, non intrattiene rapporti diplomatici con la Russia dal 2008 – a causa delle tensioni legate alle regioni separatiste. In attesa della risposta formale di Tbilisi, resta certa la volontà del governo georgiano di riprendere il controllo di Abcasia e Ossezia del Sud.
Immagine: aljazeera.com