“Per me è un onore annunciare che siamo pronti a scambiarci gli ambasciatori come prossimo passo nella normalizzazione dei nostri rapporti”. Così ha dichiarato il sottosegretario di Stato per gli affari politici degli Stati Uniti, David Hale, in seguito all’incontro del 17 settembre con il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, e con il ministro degli Affari Esteri, Uladzimer Makej. Dopo undici anni, le relazioni diplomatiche tra i due paesi sembrano prendere una nuova svolta.
Le relazioni diplomatiche tra Minsk e Washington
Dopo essere stato eletto per la prima volta presidente della Bielorussia nel 1994, Lukashenko attuò una serie di misure repressive e antidemocratiche che generarono un peggioramento nei rapporti con gli USA. Già nel 1996, Lukashenko espulse temporaneamente gli ambasciatori europei e statunitensi in seguito alle loro critiche per il referendum, tenuto lo stesso anno, che aveva concesso maggiori poteri al Presidente. Tuttavia, furono le elezioni presidenziali del 2006 che portarono al gelo diplomatico tra Washington e Minsk. In quell’anno, le elezioni si svolsero in violazione delle regole internazionalmente riconosciute e furono ritenute né libere né eque dagli stessi Stati Uniti.
In seguito all’imposizione di sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti nei confronti di aziende statali e di persone fisiche, tra cui lo stesso Lukashenko, e alle reiterate violazioni dei diritti dell’uomo, Washington decise di ritirare il proprio ambasciatore nel 2008. Tuttavia, successivamente all’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, gli Stati Uniti ricominciarono a valutare un possibile disgelo nei rapporti diplomatici con Minsk.
Per tale motivo, la dichiarazione di David Hale rappresenta un importante passo in avanti nella distensione tra i due Paesi. Hale, però, ha voluto ricordare come sia ancora necessaria la totale applicazione delle disposizioni contenute nel Belarus Democracy Act del 2004, una legge federale statunitense che ha l’obiettivo di promuovere la democrazia in Bielorussia. Qualora si riscontrassero miglioramenti anche su quel fronte, Hale ha dichiarato che gli Stati Uniti sarebbero pronti a ridurre le sanzioni nei confronti di Minsk. La prossima occasione per valutare possibili miglioramenti potrebbe presentarsi nelle elezioni parlamentari di novembre e in quelle presidenziali del 2020.
Interessi economico-energetici della Russia e degli Stati Uniti
Nella dichiarazione rilasciata il 17 settembre, David Hale ha voluto sottolineare, inoltre, come gli Stati Uniti non stiano chiedendo alla Bielorussia “di scegliere tra l’est e l’ovest”, ma che essi desiderano soltanto “contribuire alla pace e alla stabilità nella regione”. Tuttavia, dietro alla distensione diplomatica tra i due paesi, si nascondono anche interessi economici. Infatti, la Bielorussia soffre di una quasi totale dipendenza dal petrolio russo.
Secondo The Moscow Times, però, l’imposizione di una maggiore tassazione sull’energia russa farebbe perdere miliardi di dollari a Minsk. Pertanto, gli attacchi verbali che si sono susseguiti tra le autorità russe e bielorusse hanno avvicinato Minsk a Washington, anche da un punto di vista energetico. Infatti, l’azienda statale Belarusian Oil Company sarebbe intenzionata ad acquistare petrolio greggio statunitense. La strategia dell’azienda sarebbe quella di negoziare una riduzione delle sanzioni economiche tramite il neo-assunto intermediario e lobbista David Gencarelli.
Al contrario, la Tass, agenzia di informazione controllata dalla Federazione Russa, ha dichiarato che si starebbero formando le basi per la parziale unificazione dell’economia russa e di quella bielorussa dal febbraio 2021. Il progetto avrebbe l’obiettivo di creare un unico sistema tributario e un mercato estero comune, ma soprattutto un unica “regolamentazione dei mercati del petrolio, del gas e dell’elettricità”.
Immagine: Radio Free Europe