REP. CECA: Finiti (per ora) i guai giudiziari del premier Babiš

La scorsa settimana il PM ceco Jaroslav Šaroch ha ritirato le accuse che coinvolgono il primo ministro della Repubblica Ceca Andrej Babiš, in merito al caso giudiziario che vede il milionario imputato di aver ottenuto finanziamenti europei in maniera illecita.

Negli ultimi mesi, la popolazione ceca ha manifestato più volte per chiedere le dimissioni del premier, nel mirino dell’opinione pubblica per la mancanza di trasparenza sulla questione. Quella che ora sembra una buona notizia per Babiš, potrebbe rivelarsi il pretesto per nuove proteste di piazza.

Il caso giudiziario

Da oltre tre anni Babiš è al centro di una turbolenta vicenda giudiziaria che è arrivata a coinvolgere addirittura la sua famiglia. Il premier ceco, entrato nel gioco politico nel 2012 con gli slogan di trasparenza e lotta alla corruzione, è accusato di aver ottenuto presunti fondi europei in modo illecito per quasi due milioni di euro tramite una società, la Agrofert, controllata indirettamente dalla sua famiglia, contravvenendo quindi alla legge ceca.

Il potenziale conflitto di interessi ha animato la politica interna degli ultimi anni, con le accuse reciproche di complotto e di corruzione tra Babiš e le opposizioni. Un caso spinoso che si trascina da troppo tempo e che sembra aver creato una frattura importante tra la cittadinanza e il premier. Lo scontento popolare è cresciuto sostanzialmente con la sostituzione del ministro della giustizia, operazione politica che ha scatenato le preoccupazioni sulle possibili ingerenze del governo nella giustizia.

Praga è scesa massicciamente in piazza con numeri che non si vedevano dal 1989, creando un’ulteriore spaccatura interna tra la città antigovernativa e la periferia del paese che alle urne continua a sostenere il premier e il suo partito, ancora in testa nei sondaggi anche se in calo da mesi.

Nelle stesse ore che vedevano Babiš apparentemente scagionato dalle accuse, un tribunale di Praga ha stabilito che il premier dovrà scusarsi pubblicamente per aver etichettato i manifestanti alla stregua di mercenari pagati per tentare di destabilizzare il governo.

Le reazioni politiche

La notizia è stata diffusa proprio il giorno del sessantacinquesimo compleanno del premier. Babiš si è detto soddisfatto della caduta delle accuse, rivendicando la sua innocenza e ribadendo l’intenzione di andare avanti con l’operato del governo.

Il cambio di rotta da parte del tribunale ha scatenato le proteste delle opposizioni, che hanno tentato di rovinare la festa e il presunto regalo al premier. Le due principali forze politiche antigovernative hanno dichiarato di rispettare la decisione del PM, lamentando però grossi dubbi su una pronuncia così sorprendente.

Il leader del partito pirata Ivan Bartoš ha notato come la gravità delle accuse che coinvolgono il premier sarebbe stata sufficiente per far finire nei guai qualsiasi comune cittadino. Il partito democratico civico, tramite il suo esponente di punta Petr Fiala, ha messo in guardia la politica ceca circa la crescente sfiducia dell’opinione pubblica nella giustizia, dopo la successione ministeriale del guardasigilli e le conseguenti manifestazioni di piazza contro il primo ministro.

Le sette vite del premier

Babiš sembra uscire rafforzato dall’interminabile vicenda giudiziaria. Il miliardario di origine slovacca si trova dal 2018 alla guida di un governo frutto di un accordo politico sofferto tra il suo partito e i socialdemocratici. Un esecutivo numericamente debole in grado però di resistere agli scossoni politici grazie all’estrema frammentazione parlamentare e di piazza delle opposizioni e all’appoggio del presidente Miloš Zeman.

Il ritiro delle accuse pendenti sul premier non è stato motivato pubblicamente da parte del PM. La decisione non è in ogni caso definitiva e attende ancora l’approvazione ufficiale della procura competente. L’aria che si respira nel paese resta quella di una forte sfiducia nella ricerca della verità sul caso. Vedremo se il capovolgimento della giustizia ceca accenderà la scintilla per nuove proteste di piazza. L’autunno di Babiš si annuncia piuttosto caldo.

Foto: Reuters

Chi è Leonardo Benedetti

Nato, cresciuto e laureatosi a Roma, si è innamorato della Mitteleuropa dopo un soggiorno studio a Praga. Attualmente vive in Polonia dopo aver transitato tra Romania e Repubblica Ceca, dedicando a quest'ultima gran parte dei suoi sforzi accademici ma soprattutto epatici.

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