Ci risiamo: dodici settimane dopo che l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo guidato dal presidente della Repubblica Turca Recep Tayyip Erdoğan) aveva perso le elezioni amministrative ad Istanbul, i cittadini hanno riconfermato quel risultato. Si tratta di una doppia batosta per Erdoğan, dopo che la Commissione Elettorale Suprema della Turchia aveva accettato le contestazioni del suo stesso partito e aveva stabilito l’annullamento della precedente tornata del 31 marzo.
L’annullamento della tornata precedente
Lunedì 6 maggio la commissione elettorale aveva annunciato di aver accolto le istanze portate avanti dal parito del presidente turco, che sosteneva la presenza di irregolarità nelle procedure di voto. I dati avevano dato per vincitore il candidato del partito repubblicano CHP, Ekrem İmamoğlu, che aveva staccato il candidato del partito del presidente Recep Tayyip Erdoğan, Binali Yıldırım, di circa 14.000 voti.
La decisione della Commissione elettorale era stata fortemente criticata: İmamoğlu aveva definito il governo “una chiara dittatura” e il vicepresidente del CHP, Onursal Adiguzel, aveva affermato che la decisione della commissione elettorale dimostra come fosse “illegale vincere contro l’AKP”. In precedenza, il presidente turco aveva affermato “se perdiamo Istanbul, perdiamo la Turchia”, sottolineando l’importanza economico-politica della più grande città turca.
Un risultato non scontato
Alla vigilia delle elezioni amministrative di Istanbul, entrambi i candidati non avevano alcuna certezza riguardo ad una loro possibile vittoria: troppe erano le incognite. Tra le altre, la fine del periodo di Ramadan, dopo il quale molti musulmani si prendono qualche giorno di vacanza. Molte agenzie turistiche e la compagnia aerea Pegasus Airlines hanno offerto sconti e rimborsi, pur di invitare la popolazione a restare a casa a votare.
Altre incognite riguardavano invece le politiche portate avanti dalla presidenza di Erdoğan: grazie ad un intervento statale, nella città di Istanbul è stato da poco inaugurato il maxi-hub che punta a diventare il più grande aeroporto del mondo entro il 2027. Tuttavia, non sono mancate le critiche per la mancanza di chiarezza riguardo alla morte di alcuni lavoratori durante la costruzione. In campo economico, invece, la stagnazione del mercato e il deprezzamento del valore della lira turca hanno portato un malcontento generalizzato nella popolazione.
In attesa dei numeri ufficiali, il risultato sembra comunque presagire una sconfitta clamorosa per l’AKP e per il presidente stesso, che aveva fatto della conferma del suo partito ad Istanbul una questione di rilevanza nazionale.