DA MOSCA – Nella giornata di ieri, 12 giugno, sono stati arrestati a Mosca oltre 500 partecipanti ad una marcia non autorizzata in sostegno al giornalista Ivan Golunov. Il reporter investigativo era stato arrestato per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti lo scorso 6 giugno e poi liberato per assenza di prove nel pomeriggio di martedì 11 giugno. Perché la manifestazione si è svolta nonostante il rilascio del giornalista, chi è stato fermato, e cosa è successo a Mosca nelle ultime 72 ore? Abbiamo cercato di fare il punto della situazione.
Gli arresti
La marcia non autorizzata che si è svolta il 12 giugno (che in Russia è festa nazionale) a Mosca era stata annunciata già prima che giungesse la notizia della liberazione di Ivan Golunov. Ad organizzarla, attivisti e giornalisti che avevano tentato, senza successo, di negoziare con le autorità moscovite per ottenere l’autorizzazione a scendere in piazza. Nonostante Golunov fosse stato liberato nel pomeriggio dell’11 giugno, gli organizzatori hanno comunque deciso di manifestare per esprimere il proprio sostegno non solo nei confronti di Golunov, ma anche di tutti gli altri giornalisti e attivisti politici russi perseguiti ingiustamente secondo l’articolo 228 del codice penale russo, ovvero per possesso e spaccio di droga.
Nonostante gli organizzatori della marcia avessero avvertito sui rischi per la sicurezza dei manifestanti, diverse migliaia di persone (1200 secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine) hanno partecipato alla marcia. Gli arresti sono iniziati quando i manifestanti erano ancora fermi davanti alla stazione della metropolitana Chistye Prudy, intorno a mezzogiorno. Nelle ore successive, mentre la marcia si dirigeva verso la sede del Ministero dell’Interno, gli arresti sono proseguiti: secondo i dati riportati dall’osservatorio delle persecuzioni politiche OVD-Info, il bilancio sarebbe di oltre 500 manifestanti arrestati o presi in custodia dalle forze dell’ordine. Tra questi, il noto leader dell’opposizione Aleksej Naval’nyj, circa 40 giornalisti e anche 7 minorenni. La maggior parte delle persone fermate è stata rilasciata subito dopo; per la partecipazione ad una manifestazione non autorizzata, il codice penale russo prevede una pena amministrativa.
Un’altra manifestazione in sostegno a Ivan Golunov, questa volta autorizzata dalle autorità moscovite e organizzata dal capo dell’Unione dei Giornalisti Pavel Gusev e dalla giornalista e membra del Consiglio presidenziale per i diritti umani e la società civile Ekaterina Vinokurova, si terrà a Mosca domenica 16 giugno.
Il caso Golunov: solidarietà senza precedenti
L’arresto per presunto possesso e spaccio di sostanze stupefacenti del giornalista investigativo del quotidiano online Meduza, Ivan Golunov, ha destato nel paese uno sdegno senza precedenti. Da un lato, le accuse erano palesemente false – come è stato dimostrato in seguito: il caso è stato infatti chiuso per assenza di prove ed un’indagine è stata aperta all’interno del dipartimento della polizia. Gli agenti coinvolti nell’arresto di Golunov sono stati sospesi e si è parlato di licenziamento per il capo del dipartimento per la lotta al narcotraffico della Polizia di Mosca. Dall’altro lato, Golunov è stato anche vittima di maltrattamenti in custodia e non è il primo (né probabilmente l’ultimo) giornalista russo a rischiare la vita e ad essere sottoposto a continue minacce per il proprio lavoro.
Ad essere straordinaria nel caso Golunov è stata però la reazione della società russa, che ha manifestato un sostegno ed una solidarietà quasi insoliti: non appena l’arresto del giornalista è stato reso noto, di fronte alla sede del Ministero dell’Interno in via Petrovka 38 a Mosca si sono susseguiti picchettaggi in sostegno di Golunov. Questi non si sono fermati nemmeno dopo che il giudice ha disposto due mesi di arresti domiciliari per il giornalista, e non la detenzione preventiva come inizialmente richiesto dalla procura, sebbene tale decisione sia stata accolta con un’ondata di entusiasmo.
Lo scorso lunedì 10 giugno, tre quotidiani russi (Kommersant, Vedomosti e RBK), sono andati in stampa con la stessa prima pagina titolando: “Sono / siamo Ivan Golunov” (Ja / My Ivan Golunov). Questa è stata un’ulteriore manifestazione di solidarietà senza precedenti da parte del mondo giornalistico russo, e che ha contribuito a puntare i riflettori sulle incongruenze e i dubbi relativi all’arresto di Golunov, incitando le autorità a ritirare le accuse e chiudere il caso.
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Immagine: Heloise Bargain / The Moscow Times