Martedì 4 giugno, centinaia di manifestanti si sono ritrovati davanti al ministero dell’interno per chiedere le dimissioni del ministro Arsen Avakov. Le proteste, che si sono svolte anche in altre dieci città ucraine, si rifanno all’omicidio di un bambino di cinque anni, ucciso qualche giorno prima da due poliziotti ubriachi.
Il ministro dell’interno ha tuttavia affermato che non si dimetterà dal suo incarico, ma ha sottolineato che il parlamento ha il potere di sollevarlo dal suo ruolo. Infatti, le parlamentari Ostap Yednak e Hanna Hopko hanno iniziato a raccogliere firme per proporre una mozione che porti alle dimissioni del ministro in seno al parlamento. Parole forti quelle pronunciate da Yednak: “i cittadini percepiscono una minaccia dal ministero degli Affari Interni, mentre dovrebbe essere il contrario! La polizia non protegge, ma uccide i cittadini.”
La morte del bambino
Venerdì 31 maggio, il bimbo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale, dove è morto il 3 giugno. Martedì 4 giugno, la corte di Kiev ha ordinato la detenzione preventiva per due mesi nei confronti dei due poliziotti, Volodymyr Petrovets e Ivan Prykhodko, accusati di omicidio premeditato.
Dapprima il distretto di polizia aveva dichiarato che la morte del bambino era stata causata da una sua caduta accidentale, a seguito della quale avrebbe sbattuto la testa contro il marciapiede. In seguito al trasferimento in ospedale, i medici avevano tuttavia rilevato una ferita da arma da fuoco. I due poliziotti, ubriachi e fuori servizio mentre stavano sparando a una lattina in un cortile fuori Kiev, avrebbero colpito il bambino in testa. Pertanto, il capo del distretto di polizia dove è avvenuto l’incidente è stato immediatamente licenziato e il capo della polizia regionale, Dmytro Tsenov, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Precedenti accuse nei confronti di Avakov
Non è la prima volta che sono state richieste le dimissioni di Arsen Avakov. Nell’ottobre del 2017, il figlio del ministro dell’interno era stato arrestato per appropriazione indebita e per corruzione. A inizio novembre era stato rilasciato, ma con l’obbligo di portare una cavigliera elettronica.
A novembre 2018, l’attivista anti-corruzione Kateryna Handziuk era morta in seguito ad un attacco con l’acido avvenuto nel luglio 2018. In entrambi i casi erano state richieste le dimissioni di Avakov, che non si erano tuttavia formalizzate.
Foto: Radio Free Europe/Radio Liberty