Lunedì 6 maggio, la Commissione elettorale suprema della Turchia (YSK) ha annunciato a maggioranza di sette consiglieri su undici che le elezioni amministrative di Istanbul saranno ripetute il 23 giugno. In seguito alle elezioni, tenutesi il 31 marzo, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) del presidente Erdogan, uscito sconfitto a Istanbul, aveva infatti denunciato la presenza di “irregolarità” nelle elezioni cittadine.
Le elezioni amministrative e l’annullamento
Visto il crollo economico dell’economia turca e della lira turca, le elezioni si prospettavano come un referendum nei confronti del governo. Nonostante il partito governativo AKP avesse ottenuto la maggioranza dei voti complessivi nel paese, Istanbul, Smirne e la capitale Ankara, le tre città turche più importanti, erano cadute nelle mani del principale partito di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (CHP). A Istanbul, con un minimo scarto di 14.000 voti, le urne avevano decretato il candidato del CHP, Ekrem Imamoglu, il nuovo primo cittadino. In precedenza, Erdogan aveva affermato che “chiunque vinca Istanbul, vince la Turchia”, sottolineando l’importanza economico-politica della più grande città turca.
La decisione della Commissione elettorale è oggetto di forti critiche, tantoché Imamoglu ha definito il governo centrale “una chiara dittatura” e il vicepresidente del CHP, Onursal Adiguzel, ha affermato che la decisione della Commissione elettorale dimostra come sia “illegale vincere contro l’AKP”. Tuttavia, secondo la BBC, la strategia dell’AKP sarebbe controproducente. Infatti, Imamoglu sta ottenendo sempre più popolarità e la ripetizione delle elezioni potrebbe portare a una vittoria più larga del CHP.
Le prime dichiarazioni dell’Unione Europea
L’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “assicurare elezioni libere, eque e trasparenti è essenziale per qualsiasi democrazia ed è alla base delle relazioni dell’UE con la Turchia”. Pertanto, Mogherini ha chiesto che siano invitati osservatori internazionali per garantire un processo elettorale democratico il prossimo 23 giugno. Kati Piri, la relatrice turca al Parlamento Europeo, ha twittato che ciò che sta succedendo a Istanbul “pone fine alla credibilità della transizione democratica del potere attraverso le elezioni in Turchia”.
Foto: BBC.