L’ONG indipendente Reporters Without Borders ha stilato il World Press Freedom Index, la classifica dell’indice per la libertà di stampa mondiale. L’analisi è basata su dati sia qualitativi che quantitativi riguardo abusi e atti di violenza verso i giornalisti, pluralismo, indipendenza dei media, autocensura, quadro normativo, trasparenza e qualità dell’infrastruttura che sostiene la produzione dell’informazione per ogni stato.
Il quadro generale risente della fase turbolenta che molte nazioni stanno attraversando. I paesi dell’area post-comunista si posizionano in modo disomogeneo all’interno della classifica – alcuni con più libertà di stampa di paesi come Germania e Canada, altri con una situazione peggiore rispetto a quella in Corea del Nord.
Est Europa e Caucaso
La zona dei paesi baltici rimane quella che si posiziona meglio all’interno della classifica, tenendo testa a molti altri paesi europei. In particolare, la Lituania migliora di sei posizioni rispetto all’anno scorso, raggiungendo il 30° posto. L’area dell’Europa centrale rimane diversificata. Slovacchia e Repubblica Ceca sono ancora gli stati con la maggiore libertà di stampa all’interno di questa micro area, ma peggiorano rispetto all’anno scorso. Inoltre, se da una parte la Polonia rimane pressoché stabile, dall’altra l’Ungheria peggiora di ben 14 posizioni, arrivando 87°. Anche la zona dei Balcani è poco omogenea.
Slovenia e Romania rimangono i paesi con i media più indipendenti ma peggiorano leggermente. Tra gli altri stati di quest’area si riscontrano realtà molto differenti, ma vale la pena sottolineare che la Macedonia è migliorata di 14 posizioni mentre l’Albania è peggiorata, principalmente a causa di campagne denigratorie e minacce di morte ai giornalisti.
Interessante la situazione nel Caucaso: mentre la Georgia rimane stabile, l’Armenia migliora drasticamente. Quest’ultima ha infatti scalato la classifica di ben 19 posizioni, raggiungendo il 61° posto. Tuttavia, l’indipendenza giornalistica e la trasparenza rimangono problematiche. La situazione in Azerbaijan resta invece allarmante e peggiora rispetto al 2018.
Russia, Ucraina e Asia Centrale
Le due micro regioni in cui la stampa è ancora ampiamente sotto il controllo dei governi più o meno autoritari sono quella di Russia, Ucraina e Bielorussia e dell’Asia Centrale. Per quanto riguarda la prima, Russia e Ucraina peggiorano mentre la Bielorussia migliora leggermente – rimanendo tuttavia nella parte bassa della classifica. Alcuni attivisti per i diritti umani hanno affermato che, sebbene il governo ucraino abbia diversificato il panorama dei media e sia stata attuata una serie di riforme sulla trasparenza, i loro effetti sono per ora ancora insoddisfacenti. Inoltre, ha senza dubbio influito la guerra d’informazione in atto contro la Russia, soprattutto nelle aree in mano ai separatisti.
Per quanto riguarda l’Asia Centrale, invece, spicca il Kirghizistan che trae a poco a poco beneficio dal clima maggiormente libero e democratico in confronto al resto della regione, posizionandosi 83°. Gli altri “stan” rimangono invece tra gli stati con i media più censurati al mondo. Il Turkmenistan è stato posizionato ultimo tra tutti, appena dopo la Corea del Nord.
Foto: euromaidanpress.com