RUSSIA: La Duma approva la legge sul controllo di internet

L’isolamento del RuNet è sempre più realtà. La Duma ha votato per la terza e definitiva volta a favore della legge “per garantire un funzionamento stabile e sicuro di internet”. Una legge controversa, che implicherebbe un maggiore controllo statale dei contenuti condivisi sul web e che potrebbe “disconnettere” la Russia dalla rete internet mondiale in caso di non meglio precisati cyberattacchi.

La stretta del Cremlino su internet

La legge è stata approvata con 307 voti favorevoli e 68 contrari. Prevede che, nel caso in cui un cyberattacco minacci l’accesso a internet della Russia, il Roskomnadzor – l’agenzia statale che controlla connessioni e comunicazioni di massa – possa prendere il controllo di internet, filtrando tutto il traffico web del Paese.

Perché questo possa avvenire, sarà necessaria l’installazione di sistemi di sorveglianza, che il Cremlino consegnerà gratuitamente ai fornitori di servizi internet di tutta la Russia, i quali saranno tenuti a bloccare l’accesso a determinati siti qualora richiesto dal Roskomnadzor. Si tratta di un sistema che dovrebbe essere attivato soltanto in caso di cyberminacce, ma molti temono che le autorità possano sfruttarlo anche per bloccare contenuti di opposizione, implementando un modello di censura sul web sempre più simile a quello cinese.

Una Russia sempre più autoritaria, anche online

La libertà di espressione sul web è già da tempo sotto attacco in Russia: nel suo rapporto sulla Freedom of the Net del 2018, Freedom House ha piazzato Mosca al 53° posto su 65 Paesi, stabilmente nella categoria degli Stati “non liberi”. Già l’anno scorso, il Roskomnadzor aveva bloccato Telegram in Russia dopo il rifiuto del fondatore, Pavel Durov, di consentire all’FSB di accedere ai messaggi degli utenti. Il blocco però era stato molto poco preciso, con siti e sistemi di messaggistica che venivano accidentalmente bloccati insieme a Telegram.

E anche nel caso della legge appena votata, una sua implementazione capillare rischia di essere imprecisa e di causare disagi al traffico internet, se approvata in via definitiva. Per ora, sarà sottoposta al voto nella camera alta del parlamento, il Consiglio Federale, il prossimo 22 aprile, prima della firma di Putin. Entrerebbe in vigore a partire dal 1 novembre 2019.

Foto: Deutsche Welle

Chi è Eleonora Febbe

Laureata in Russian Studies all'University College London e in Interdiscilplinary Research and Studies on Eastern Europe all'Università di Bologna. Si interessa principalmente di democratizzazione e nazionalismo nel Caucaso e in Asia Centrale. Attualmente vive a Tbilisi.

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