Secondo quanto riportato da Human Rights in Ukraine, il 26 marzo il giornalista Yevhen Haivoronsky è stato arrestato in Crimea e, in seguito, incarcerato per un periodo di 12 giorni. Nonostante l’accusa di utilizzo illecito di stupefacenti, Human Rights in Ukraine sostiene che l’arresto posa celare delle motivazioni politiche, legate alle posizioni anti-russe assunte dal giornalista.
L’arresto
La decisione, presa dalla Corte di Yalta, si è basata sull’accusa di uso illecito di stupefacenti. Per il periodo di detenzione è stato quindi disposto un trattamento per la presunta dipendenza da droga del giornalista. Haivoronsky non ha fatto affermazioni davanti alla Corte, esercitando il suo diritto di rimanere in silenzio.
Già il 7 marzo scorso, la casa del giornalista era stata perquisita dalle forze dell’ordine della Crimea. Haivoronsky era stato sottoposto a un alcol test e a un test per il rilevamento di sostanze stupefacenti nel suo organismo – senza che ne venisse tuttavia trovata alcuna traccia.
Il profilo del giornalista
Yevhen Haivoronsky è nato a Donetsk, ma si è trasferito in Crimea nel 2013. Nella penisola ha iniziato a lavorare per l’organizzazione filorussa di Yalta “People’s Unity”. In quel periodo, ha iniziato a sostenere il referendum, che si sarebbe poi tenuto il 16 marzo 2014, affinché la Crimea fosse annessa alla Federazione Russa. Tuttavia, il suo sostegno a Mosca si è affievolito sempre più, fino a trasformarsi in vera e propria opposizione, a causa di fattori economici e di ripetute violazioni dei diritti dei cittadini della Crimea.
In seguito, Haivoronsky ha iniziato a lavorare per il giornale Primechania, da cui è stato licenziato a marzo di quest’anno per le sue visioni eccessivamente filo-ucraine. In una delle sue ultime interviste aveva infatti affermato: “Credo che la Crimea sia Ucraina: che l’Ucraina ritorni qui e la giustizia trionfi. Abbiamo bisogno di salvare la Crimea, che è in generale un compito dell’umanità”. Si sospetta pertanto che l’arresto possa avere dei legami con le sue ultime dichiarazioni contro le autorità russe.
Foto: khpg.org