Il 15 marzo il servizio stampa della Repubblica del Kirghizistan ha annunciato che gli abitanti di due villaggi al confine con il Tagikistan sono stati evacuati in seguito a violenti scontri avvenuti nei due giorni precedenti. Le tensioni sono state scatenate dalla decisione del Kirghizistan di riprendere la costruzione di una strada che attraverserebbe una sezione contesa del confine tra Tagikistan e Kirghizistan. Due cittadini tagiki sono rimasti uccisi.
Due giorni di scontri tra villaggi al confine
Gli scontri sono cominciati il 13 marzo a Vorukh, un’enclave tagika circondata da territorio kirghiso. Una dozzina di cittadini di entrambe le nazionalità hanno cominciato a lanciarsi pietre nella zona del cantiere stradale. Le autorità tagike hanno comunicato che la situazione si è aggravata e gli abitanti hanno iniziato a sparare quando il magazzino di un abitante kirghiso e il mulino di un uomo tagiko hanno preso fuoco. Mentre un uomo è stato ucciso in un villaggio a pochi chilometri da Vorukh nel primo giorno di colluttazioni, un altro è morto il giorno successivo.
Le guardie di frontiera tagike hanno riportato che almeno altre undici persone sono state ricoverate in ospedale con serie lesioni: tra loro anche un poliziotto kirghiso che è stato ferito da un proiettile. In una conversazione telefonica avvenuta il 14 marzo, il presidente kirghiso Sooronbai Jeenbekov e la controparte tagika Emomali Rahmon hanno riconosciuto la necessità di far progredire il dialogo riguardo la definizione del confine conteso.
Un problema strutturale
Molti dei confini che dividono gli stati dell’Asia Centrale sono stati oggetto di discordie sin dalla caduta dell’Unione Sovietica. Il problema principale nasce dalla distribuzione delle risorse idriche nell’area. Infatti, sebbene il Kirghizistan sia un paese ricco di tali risorse, durante il periodo sovietico molti dei villaggi al confine venivano riforniti da fonti che oggi fanno parte del Tagikistan e viceversa. Dopo il 1991, la mancanza di infrastrutture adeguate al trasporto di risorse interne ai confini nazionali fece emergere problematiche strutturali che hanno ripercussioni ancora oggi.
La valle di Fergana, dove è situata Vorukh, è una zona particolarmente affetta da questo tipo di problematiche: le autorità dei due paesi non sono mai riuscite a trovare un accordo per dividere efficacemente l’acqua d’irrigazione proveniente dai fiumi che attraversano i territori di entrambi, alimentando le tensioni. Sorgono da qui le manifestazioni di violenza contro la costruzione della strada che, secondo i cittadini tagiki, porterebbe Vorukh ad essere ancora più isolata.
Al fine di accelerare la ricerca di un accordo, il 14 marzo il parlamento kirghiso ha dichiarato che è stata avviata un’udienza relativa alla situazione lungo la frontiera tra Kirghizistan e Tagikistan.
Foto: eurasianet.org