Il 13 febbraio, il Ministero delle Scienze, dell’Istruzione e dello Sport della Repubblica della Croazia ha preso la decisione di rimuovere dal programma scolastico dell’istruzione primaria lo studio del famoso “Diario di Anna Frank”. La scelta, presa a due anni di distanza dalla criticata rimozione di una mostra sull’autrice e l’Olocausto da una scuola superiore croata, ha suscitato non poco scalpore.
Una decisione dibattuta
Se fino ad ora il diario della giovane ragazza ebrea era parte di una lista di letture facoltative tra cui gli insegnanti delle scuole elementari potevano scegliere, in futuro sarà completamente eliminato dal programma di lingua e letteratura. Il giorno dopo l’uscita della notizia, i cittadini non hanno esitato a lanciare una petizione, che conta già più di 4.000 firme, per reintrodurne l’insegnamento. Tra i motivi di tale reazione sono stati citati la mancanza di una spiegazione da parte delle istituzioni e la convinzione del fatto che “l’Olocausto è un tema che non può essere tralasciato”.
Il Ministro dell’Istruzione Blazenka Divjak ha dichiarato su Facebook di “accettare le critiche” che saranno sollevate e di tenere in considerazione anche le opinioni degli insegnanti, che avranno l’opportunità di esprimere le proprie idee su quali debbano essere le letture obbligatorie nelle scuole tramite dei questionari. L’analista politico Aleksandar Brezar ha attaccato in un tweet l’affermazione secondo la quale “gli scritti di una ragazzina” sarebbero “di poca importanza per i ragazzi”, sottolineando che la decisione del Ministero rappresenta un momento molto basso per il paese.
Un fatto non isolato?
All’interno della stessa società croata, questa decisione ha suscitato molte polemiche anche perché ha fatto ripensare ad un avvenimento simile accaduto nel 2017. In quell’occasione il preside della scuola superiore di Sibenik decise di rimuovere dai locali dell’istituto una mostra sulle vittime dell’Olocausto e Anna Frank. “Secondo i pannelli [della mostra], sembra che gli Ustascia fossero dei criminali […] e che i Partigiani fossero innocenti. Che dire invece riguardo i crimini commessi dai Partigiani?”. Questa la spiegazione che il preside diede al notiziario locale Sibenik In.
Questi sono solo due esempi di una tendenza, adottata dal governo croato negli ultimi anni, a nascondere le atrocità degli Ustascia e talvolta a ignorare una nostalgia latente per il proprio passato filonazista.
Foto: france24.com