Mercoledì 6 febbraio, la corte distrettuale di Zheleznodorozhny, nella città russa di Oryol, ha condannato Dennis Christensen a sei anni di carcere. Christensen, un testimone di Geova danese, è stato accusato di “estremismo” – in quanto avrebbe organizzato le attività di un’organizzazione illecita in Russia.
I fatti
Christensen, pur detenendo il passaporto danese, risiede in Russia dal 1999. A seguito di un’incursione delle autorità di polizia nella sua congregazione a Oryol, il 25 maggio 2017, l’uomo è stato trattenuto dalle autorità. Da allora Christensen non è mai stato rilasciato – e la durata della sua detenzione ammonta ora ad un totale di 623 giorni.
L’odissea di Christensen ha avuto inizio un mese dopo l’avvenuta proclamazione, da parte della Corte Suprema russa, della chiusura di tutti i gruppi legati ai testimoni di Geova nel paese. Il cittadino danese è così stato il primo di oltre cinquanta membri dell’organizzazione religiosa ad essere perseguiti sotto l’egida della legislazione anti-estremismo. La persecuzione di Christensen, dunque, si inserisce in un più ampio quadro di oppressione religiosa, in relazione alla quale si sono avute decise condanne a livello internazionale.
Le reazioni
Riguardo alla condanna, Rachel Denber, il vicedirettore di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale, ha definito la sanzione una “vegogna” e una “palese violazione” del diritto di libertà religiosa e di espressione. Denber ha espresso la chiara convinzione che la condanna sia motivata da ragioni di natura religiosa – per nulla attinenti all’estremismo. Una simile posizione è stata espressa da Yaroslav Sivulsky, rappresentante dell’Associazione Europea dei testimoni di Geova, e dal Ministro degli Esteri danese Anders Samuelsen.
Mentre Christiansen rimane in carcere, Maja Kocijancic – uno dei portavoce di Federica Mogherini – ha richiesto il rilascio immediato del cittadino danese. Nelle sue parole, “nessuno dovrebbe essere incarcerato sulla base di atti pacifici di fede, nell’espressione di un credo religioso”.
Immagine: rferl.org