UCRAINA: Eletto il metropolita della nuova Chiesa autocefala

Da KIEV – Lo scorso 15 dicembre, durante il primo concilio tenutosi nella Cattedrale di santa Sofia di Kiev, la nuova Chiesa autocefala ortodossa ucraina ha scelto il proprio metropolita, il giovane Epifanij Dumenko, ex braccio destro di Filaret Denisenko. Kiev si prepara così a ricevere ufficialmente il tomos dal patriarcato di Costantinopoli, diventando la quindicesima Chiesa ortodossa al mondo.

Epifanij Dumenko e la sua nuova Chiesa

Il neoeletto a capo della nuova Chiesa locale unificata è il 39enne Epifanij Dumenko, ex-metropolita del distretto provinciale di Perejaslav-Chmel’nytskij e Bilotserkiv’skij, appartenente al Patriarcato indipendente di Kiev e centro religioso di grande importanza storica.

Un metropolita indubbiamente molto giovane, ma non privo di esperienza. Nato in un piccolo villaggio della regione di Odessa nel 1979, Epifanij ha pronunciato i suoi voti monastici nel 2007 e, in seguito ad un periodo di studi e pratica in Grecia, è diventato nel 2008 segretario, nonché braccio destro, del patriarca Filaret Denisenko. Oggi Epifanij è metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina, non quindi un semplice patriarca.

Eletto con la maggioranza dei voti dei presenti all’assemblea, alla sua giovane età si attribuisce un significato simbolico: è il primo vero esponente della nuova generazione ucraina, quella chiamata “generazione Maidan”, ad assumere un ruolo di comando in Ucraina. “Ci siamo riusciti, superando tutte le difficoltà!”, le prime parole del metropolita rivolte al concilio, aggiungendo “Gloria a Gesù Cristo e gloria all’Ucraina!” durante la celebrazione della sua prima liturgia domenicale al monastero dorato di San Michele, uno dei più antichi della capitale.

Il prossimo passo per la formazione finale della Chiesa ortodossa autocefala ucraina sarà il ricevimento ufficiale del tomos. Il neo-metropolita Epifanij si rechererà dunque ad Istanbul il prossimo 6 gennaio, giorno della vigilia del Natale ortodosso, per condurre un servizio liturgico congiunto con il patriarca ecumenico Bartolomeo e ottenere solennemente la richiesta di autocefalia per la sua nuova Chiesa. Per i primi tempi, il Sinodo continuerà a riunirsi in presenza dei rappresentanti delle tre Chiese unificate, mentre la canonizzazione dei santi e la consacrazione del myron (il sacro crisma, un rito ortodosso di tradizione bizantina) saranno riservate a Costantinopoli. Queste e altre particolarità relative alle cerimonie liturgiche verranno precisate nel tomos.

Una Chiesa senza Putin

Durante l’assemblea, presieduta dal metropolita Emmanuel di Gallia, erano presenti i gerarchi dell’ex Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev e della Chiesa ortodossa autocefala ucraina, un rappresentante del patriarcato di Costantinopoli e anche due vescovi della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (qui una chiarificazione su come è struttura la Chiesa ucraina). Questi ultimi sono stati accusati di essere dei “Giuda” nei confronti di Mosca dall’arcivescovo e teologo russo Ilarion: “La partecipazione di due vescovi della Chiesa canonica in un evento mirato alla distruzione, naturalmente, non può che sconvolgere. Ma non dimentichiamo che tra i 12 apostoli c’era un solo Giuda. Se gli apostoli fossero stati 90, ci si sarebbero aspettati 6 o 7 Giuda e non 2.”

All’assemblea ha partecipato anche il presidente ucraino Petro Porošenko, nonostante la Costituzione ucraina garantisca la separazione tra stato e chiesa. La concessione dell’autocefalia, in fondo, è un passo verso la decolonizzazione e l’indipendenza dell’Ucraina dalla Russia, ha ricordato il capo di stato, ribadendo che l’indipendenza spirituale è importante tanto quanto quella politica.

“Questa è una chiesa senza Putin. Una chiesa senza Kirill (ndr: il patriarca della Chiesa ortodossa russa). Questa è una chiesa senza preghiere per le autorità russe e l’esercito russo che uccidono gli ucraini. Questa è una chiesa con Dio e con l’Ucraina!” ha dichiarato il presidente ucraino.

Un altro passo fondamentale per l’Ucraina, che segna l’allontanamento e il distacco concreto da Mosca, nonché una piccola vittoria del presidente in carica in vista delle prossime elezioni.

 

Immagine: Reuters

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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Un commento

  1. Maurizio Salati

    Mi sembra una versione assai manichea, dove i buoni sono i governanti ucraini ed i cattivi sono quelli russi. La realtà è assai più complessa della propaganda politica….

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