Il 16 dicembre le autorità kazake hanno arrestato alcuni attivisti per i diritti umani e giornalisti che avevano intenzione di commemorare le vittime degli atti di repressione compiuti dalla polizia nel 1986 e nel 2011. Lo stesso giorno veniva celebrato anche il ventisettesimo anniversario dell’indipendenza del Kazakhstan dall’Unione Sovietica. I detenuti sono stati tutti rilasciati entro la sera stessa.
Il retaggio dell repressioni del 1986 e del 2011
Il primo degli episodi che gli attivisti intendevano commemorare ebbe luogo nel 1986, quando il Kazakhstan faceva ancora parte dell’Unione Sovietica. Una manifestazione nell’ex-capitale Almaty per la destituzione dell’allora primo segretario del Partito Comunista del Kazakhstan si trasformò in uno scontro tra polizia e civili. In seguito all’indipendenza dall’Unione Sovietica e proprio nel giorno della festa nazionale, inoltre, è avvenuto più volte che si verificassero episodi di violenza da parte delle autorità. Le violenze del dicembre 2011 sono un esempio emblematico di questi episodi: nella cittadina di Zhanaozen, la polizia sparò, uccidendoli, a circa una dozzina di lavoratori nel settore petrolifero che stavano protestando e scioperando per salari più elevati.
Gli eventi di quest’anno, pur non sfociando in una tale violenza, lasciano comunque trapelare il carattere repressivo delle autorità. Oltre ad aver arrestato preventivamente degli attivisti appena prima che lasciassero la propria casa, la polizia ha anche aumentato i livelli di sicurezza nella stessa Zhanaozen, dove i residenti erano stati ripetutamente dissuasi dai proprietari delle compagnie petrolifere locali dallo scendere in piazza il 16 dicembre.
Attivisti e giornalisti nel mirino delle autorità
Tra le persone arrestate ci sono Mariya Melnikova e Raul Uporov, corrispondenti per il giornale indipendente Uralskaya Nedelya, tenuti in arresto per alcune ore ad Oral, città nordoccidentale del paese. Chi non è stato arrestato ha subito altre misure restrittive. Per esempio, ad Oral la polizia si è appostata fuori dalle abitazioni dei proprietari dello stesso giornale, impedendo loro di uscire. Allo stesso modo, Bakhytzhan Toregozhina, un’attivista di Almaty, ha scritto sul suo profilo Facebook che la polizia è rimasta fuori dal suo appartamento per l’intera giornata.
Stando a quanto riportato da alcuni degli attivisti detenuti, la polizia li avrebbe interrogati per sapere se avessero dei legami con il movimento Scelta democratica del Kazakhstan, dichiarato fuorilegge dal governo.
Foto: rferl.org