L’economista tunisina Uided Bushamaui ha proposto i primi ministri di Macedonia e Grecia, Zoran Zaev e Alexis Tsipras per il premo Nobel per la pace del prossimo anno. La Bushamaui, anch’essa insignita della medesima onorificenza nel 2015, ha motivato la propria decisione con la volontà di riconoscere gli sforzi compiuti dai due leader nel superare la controversia sul nome della Macedonia: controversia che si trascinava dal 1991, da quando, cioè, la Macedonia si è dichiarata indipendente. L’ufficializzazione della proposta è avvenuta nel corso di una cerimonia tenutasi a Skopje, dove la Bushamaui si trova in visita, alla presenza di diplomatici e politici di entrambi i paesi coinvolti.
L’accordo siglato da Grecia e Macedonia nel giugno scorso sulle sponde del Lago di Prespa assegna alla Macedonia il nome di Repubblica della Macedonia del Nord: il nome Macedonia viene quindi condiviso con quello della regione nord-orientale della Grecia che, da sempre, ne rivendica l’esclusività.
Nell’ottobre scorso il parlamento macedone ha approvato la mozione volta ad avviare il processo di riforma della Costituzione, passo formalmente necessario per cambiare il nome del paese: un voto nient’affatto scontato alla vigilia data la necessità di ottenere una maggioranza dei due-terzi dei deputati e vista l’aperta ostilità dei partiti conservatori. In concomitanza con l’annuncio della Bushamaui, la commissione parlamentare Affari Costituzionali macedone ha ripreso la discussione sugli emendamenti presentati che dovranno, però, essere avallati solo a maggioranza semplice. Questo passaggio prelude al voto finale per l’approvazione definitiva, previsto a fine gennaio.
Perché l’accordo sia valido è necessaria, a questo punto, anche la ratifica del parlamento greco: partita tutta da giocare, questa, date le recenti fibrillazioni in seno al governo greco e alle dichiarazioni di venerdì scorso di Panos Kammenos, leader del partito di destra ANEL attualmente in coalizione con SYRIZA. Kammenos ha già fatto sapere che non voterà per l’accordo, minacciando di far cadere il governo.
In questo contesto è di giovedì 13 dicembre la dichiarazione del Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite, Matthew Nimetz, che ribadendo l’importanza di portare a compimento l’iter, lo ha inquadrato come punto cardine indispensabile per la stabilità regionale dei Balcani. L’iniziativa della Uided Bushamaui potrebbe, ora, dare nuovo slancio al processo e favorire il clima di fiducia necessario per il suo definitivo compimento.