La Central European University (CEU), istituzione di studi universitari fondata da George Soros negli anni Novanta, è in procinto di lasciare parzialmente l’Ungheria per aprire una nuova sede a Vienna. Gli studenti e i dottorandi in arrivo per il prossimo anno accademico saranno dirottati sulla capitale austriaca a meno che non si raggiunga un accordo che garantisca l’autonomia della CEU prima dell’inizio di dicembre.
Il comunicato
Il presidente e rettore dell’istituto Michael Ignatieff ha affermato: “abbiamo attuato tutte le misure necessarie per rispettare la Lex CEU”, facendo riferimento all’emendamento alla legge ungherese sull’educazione superiore approvato nel 2017. “Abbiamo ripetutamente indicato la nostra disponibilità a trovare una soluzione che garantisca la nostra integrità istituzionale e la nostra libertà accademica”.
Il rettore ha comunque voluto enfatizzare che la CEU non lascerà completamente l’Ungheria, ma che sposterà nel campus di Vienna solo i dottorati ed i master accreditati negli Stati Uniti e che solo nella peggiore delle ipotesi verrà venduto l’edificio di Budapest. Intanto, il personale non verrà ancora trasferito.
Il sindaco di Vienna e il cancelliere austriaco Kurz si sono espressi favorevolmente rispetto alla creazione di un campus della CEU. In risposta, Ignatieff ha ringraziato apertamente le autorità austriache in un comunicato ricco di menzioni per tutti coloro che si sono impegnati per far si che l’università non lasciasse l’Ungheria.
Gli attriti con il governo
Il comunicato arriva dopo mesi di attacchi all’istituzione universitaria da parte del governo di Orbán: la CEU è accusata assieme al suo fondatore di essere un pericolo per l’Europa. In particolare, si parla di un “piano Soros” che cercherebbe di cancellare le identità nazionali e favorirebbe l’ingresso di immigrati in Europa.
Le iniziative volte a contrastare l’attività della CEU sono state molteplici, non ultima, la messa al bando degli studi di genere in Ungheria. Il provvedimento, approvato questa settimana, porterà al taglio dei fondi e all’accreditamento per i corsi universitari riguardanti questa tematica. La campagna anti-Soros del governo ungherese aveva già obbligato la Open Society Foundation a lasciare l’Ungheria nei primi mesi di quest’anno.
Foto: Times of Israel