Dopo il via libera del Parlamento europeo del 13 settembre 2018, il processo per la liberalizzazione dei visti per il Kosovo sembra avviarsi alle fasi conclusive. Gli eurodeputati, riuniti a Strasburgo, hanno espresso un ampio sostegno alla proposta (420 voti a favore, 186 contrari e 22 astenuti), lasciando dunque l’ultima parola per il definitivo lasciapassare ai 28 membri del Consiglio dell’Unione europea. Ad oggi, il Kosovo è l’unico paese dei Balcani occidentali a necessitare di un visto per permettere ai suoi cittadini di viaggiare nell’Unione europea.
Luce verde dalla Commissione
A dare il primo ok al processo di liberalizzazione dei visti era stata la Commissione europea nel luglio 2018, dichiarando che il Kosovo aveva soddisfatto tutti i requisiti necessari per l’apertura dei negoziati. Due questioni, in particolare, erano state reputate essenziali per ottenere la luce verde dalla Commissione: l’accordo sui confini con il Montenegro e la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. La prima disputa si era risolta nel marzo 2018 quando il Parlamento kosovaro aveva ratificato l’accordo di demarcazione del confine con il Montenegro. Tuttavia, la decisione aveva scatenato forti rimostranze da parte dei parlamentari dell’opposizione sfociate nel lancio ripetuto di lacrimogeni tra gli scranni dell’assemblea. Mentre il secondo criterio, a seguito di una missione tecnica nel paese balcanico il 3 e 4 maggio 2018, era stato considerato raggiunto da parte della stessa Commissione europea.
Da Salonicco alla roadmap
L’iter che ha portato a questi recenti sviluppi è stato però particolarmente complesso e articolato. Sin dal vertice di Salonicco, nel 2003, l’Unione europea ha ribadito, in più occasioni, l’impegno di liberalizzare i visti a breve termine per i paesi dei Balcani occidentali. Nel caso specifico del Kosovo, la Commissione europea ha presentato nel giugno 2012 una tabella di marcia ad hoc consigliando una serie di misure da realizzare per consentire la libera circolazione dei cittadini kosovari nell’Unione senza obbligo di visto. La roadmap composta di 95 criteri da adottare è stata a sua volta suddivisa in cinque blocchi principali: rimpatrio e reinserimento; sicurezza dei documenti; controllo delle frontiere e gestione dei flussi migratori; sicurezza e ordine pubblico; libertà di movimento e diritti fondamentali.
L’ottimismo del ministro
Dopo il via libera della Commissione e del Parlamento europeo, l’ultima parola spetta adesso al Consiglio dell’Unione europea. A tal riguardo, le autorità kosovare si dicono però fiduciose sul sostegno alla liberalizzazione dei visti da parte dei capi di stato e di governo dei paesi membri dell’UE. Secondo quanto riportato dal portale online Gazeta Express, il ministro kosovaro per l’Integrazione europea, Dhurata Hoxha, sarebbe certa che l’approvazione finale potrebbe avvenire già nel meeting del Consiglio europeo previsto per il mese di dicembre 2018. Tuttavia non tutti i rappresentanti degli stati membri dell’Unione sembrano confermare l’ottimismo del ministro.
I dubbi dei partner europei
Il 10 ottobre, durante il lancio della campagna relativa al processo di liberalizzazione dei visti in Kosovo, un’aria di scetticismo sembra aver mosso sia le autorità del paese che i partner europei. Secondo il portale Independent Balkan News Agency, l’ambasciatore UE in Kosovo, Natalyia Apostolova, avrebbe invitato nel corso della manifestazione i rappresentanti di Pristina a non precipitarsi a fornire “date fittizie” sul processo di liberalizzazione. Di simile avviso l’ambasciatore tedesco in Kosovo, Christian Heldt, che nello stesso incontro ha ribadito quanto l’iter richieda pazienza e risultati concreti.
A complicare il quadro c’è il rischio di opposizione da parte dei cinque paesi membri dell’Unione (Cipro, Grecia, Romania, Slovacchia e Spagna) che ancora non hanno riconosciuto ufficialmente lo stato kosovaro. Nonostante la luce verde della Commissione e del Parlamento europeo, il parere favorevole degli stati membri del Consiglio dell’Unione europea resta quindi un’incognita, soprattutto entro la data auspicata dalle autorità kosovare prevista per dicembre 2018. I progressi degli ultimi mesi non sembrano quindi garantire la conclusione del lungo processo verso la liberalizzazione dei visti, una questione particolarmente sentita dai kosovari che si sentono penalizzati rispetto gli altri cittadini dei Balcani occidentali.
Immagine: Balkan Insight