Da BUCAREST – Bucarest è una capitale post-moderna, emblema di un’epoca incoerente e contraddittoria segnata dalla morte delle ideologie. I grigi casermoni socialisti sovrastati dalle scintillanti insegne pubblicitarie delle grandi multinazionali straniere rappresentano l’ambiguità di questo peculiare angolo di est, che ama sfoggiare senza eccessiva vergogna gli eccessi della sua recente storia: la megalomania comunista e le storpiature del capitalismo più selvaggio che ha attanagliato queste terre dagli anni ’90. In un luogo del genere tutto è consentito, niente è troppo sorprendente; questo può significare, romanticamente, che Bucarest rappresenti la città del futuro, della sperimentazione, della speranza. Tuttavia, il confine tra avvenieristica sperimentazione e caduta nel grottesco è spesso labile. Piazza Unirii è la fotografia di questo marasma di uomini e cemento che oscilla tra progresso e nostalgia, tra il grandioso e il kitsch. Uno spettacolo che, da venerdì 21 settembre, è arricchito dalle strabilianti fontane che ogni week-end trasformeranno la piazza in un mirabolante scenario di acque danzanti a ritmo di musica. Un investimento da oltre 7 milioni di euro finanziato dalla compagnia privata che gestisce il sistema idrico della capitale. Non sappiamo se i comunisti vadano in paradiso o all’inferno; sappiamo però che, se fosse stato ancora qui, Nicolae Ceausescu avrebbe guardato con commosso orgoglio alle fontane di piazza Unirii, fiore all’occhiello del suo folle progetto architettonico.
Il sogno del “Genio dei Carpazi”
Il terremoto che distrusse parte del centro della capitale nel 1977 fornì a Ceausescu il pretesto per trasformare completamente il volto della città; l’idea del “più amato figlio del popolo” era creare un nuovo centro civico che rappresentasse perfettamente il suo potere e la nuova Romania socialista. La ciliegina sulla torta sarebbe stata il mastodontico palazzo in marmo bianco che oggi ospita il parlamento romeno, che Ceausescu non riuscì mai a vedere terminato. Tuttavia, la grandezza della cosiddetta “casa del popolo” oscura tutto il contorno, non meno megalomane. Il palazzo avrebbe dovuto rappresentare il culmine di un cammino non solo politico/figurato, ma anche fisico; per questo Ceausescu ordinò la costruzione di un enorme boulevard, lungo circa 4 km, che avrebbe portato direttamente all’ingresso centrale della sua reggia. I romeni hanno sempre avuto una fascinazione mal celata per la Francia, e nonostante il suo atavico marxismo, Ceausescu non fu da meno; volle infatti che il nuovo boulevard venisse plasmato sul modello dei Campi Elisi parigini, di cui doveva riportare ampiezza e monumentalità. La grande arteria, che avrebbe dovuto chiamarsi “victoria socialismului” (Vittoria del socialismo), venne costellata per tutta la sua lunghezza da una quarantina di fontane (rappresentanti ipoteticamente tutte le province della Romania). L’acqua zampillante di notte, nei sogni di Ceausescu, avrebbe conferito alla via e al palazzo un’aura ancora più imponente. A piazza Unirii, che si trova al centro del boulevard, venne fatta costruire una fontana più grande, chioccia di tutte le altre quaranta.
Muore Ceausescu, e con lui le fontane
Dopo la rivoluzione del 1989 e l’uccisione del Conducator soltanto il palazzo venne terminato come previsto dai piani originali. Il resto del centro civico non divenne mai così come lo aveva sognato Ceausescu; negli anni ’90 i soldi scarseggiavano, la povertà dilaniava il paese, e le fontane non rappresentavano di certo la priorità della classe dirigente. Vennero terminate su scala minore, divenendo ben presto un immondezaio a cielo aperto. Tutto questo fino al maggio scorso, quando la compagnia privata “Apa Nova”, che gestisce il sistema idrico di Bucarest, ha iniziato a demolire le fontane originali degli anni 80 per rimpiazzarle con delle nuove strutture, molto simili alle originali, dotate di tutte le nuove tecnologie necessarie a creare effetti scenici e coreografie idriche. A piazza Unirii è stata rinnovata anche la fontana più grande, intorno alla quale ruotano tutte le altre. La grande inaugurazione è avvenuta il 21 settembre, in occasione del 559esimo compleanno della città (video dell’inaugurazione al link), con spettacoli previsti anche nei due giorni successivi.
Uno spettacolo mirabolante
Secondo il sindaco della capitale, Gabriela Firea, le fontane diventeranno un luogo d’attrazione turistica fondamentale per lo sviluppo della città. Lo spettacolo offerto è effettivamente affascinante; sulle note di grandi pezzi della musica classica (tra cui spicca la grande Rapsodia Romena di George Enescu) le acque delle quaranta fontane immaginate da Ceausescu hanno attirato migliaia di cittadini, incantati dagli ologrammi e dagli effetti scenici amplificati da una varietà cromatica impressionante. Sullo sfondo, il parlamento, per l’occasione illuminato a festa con i colori della bandiera romena. Ammirando le fontane, e la casa del popolo alle spalle, addobbati a festa in tutta la loro grandezza, è impossibile non pensare con un briciolo di compassione a Nicolae Ceausescu; d’altronde, anche i più crudeli e sanguinari dittatori sognano.
Fonte Foto: www.stiripesurse.ro