A Kalinovik, in Repubblica Srpska (una delle due entità in cui è suddivisa la Bosnia), è stato eretto un monumento in onore di Ratko Mladic, originario della cittadina bosniaca. Il tributo a Mladic, condannato dal Tribunale dell’Aja per il genocidio di Srebrenica, ha dato adito a non poche critiche – tanto a livello locale quanto in seno alla comunità internazionale.
La figura di Mladic
Mladic, ex comandante dell’esercito serbo bosniaco, venne catturato nel 2011 dopo più di un decennio trascorso a piede libero. Condotto dinnanzi al tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini nella ex Jugoslavia, nel novembre 2017 l’ex generale venne condannato all’ergastolo con l’accusa di genocidio, per aver ordinato il massacro di 8.000 musulmani disarmati durante la guerra in Bosnia (1992-1995) e per aver attaccato la popolazione civile durante l’assedio di Sarajevo.
Nel 2017, l’anno della condanna, Mladic dichiarò che avrebbe continuato a lottare in nome del popolo serbo – e nel suo villaggio natale, dove vivono molti suoi parenti, l’ex generale è ancora considerato un eroe. Nel corso di un’intervista, Zoran Mladic ha espresso parole di supporto e di affetto nei confronti di Ratko Mladic – del quale dichiara di essere cugino. “Lui non ha compiuto quelle azioni”, afferma. “Sono altri che lo hanno fatto. Il generale è un colosso, un uomo grande e buono”.
Il monumento e le reazioni
È in questo contesto che si inserisce il monumento eretto in onore di Mladic. L’opera commemorativa, alta 3.5 metri e illuminata da luci e fanali, ritrae il comandante serbo in uniforme ed è stata costruita su commissione di Vlada Mandic. Questi, un noto giocatore serbo di pallamano, ha dichiarato di ritenere l’ex generale un eroe e di volerne pertanto celebrare la figura.
Come ha dichiarato il sindaco di Kalinovik, Milena Komlenovic, l’opera è stata edificata senza che venisse richiesto alcun permesso – causando un’ondata di critiche e di condanne su più fronti. I gruppi che lavorano con le vittime di guerra e gli attivisti per i diritti umani hanno fatto sentire la propria voce, schierandosi risolutamente contro il monumento a Mladic. Aleksandra Letic, rappresentante del Helsinki Committee for Human Rights nella Repubblica Srpska, ha inoltre dichiarato che il tributo è indicativo della società in cui viviamo, una società in cui le vittime sono costrette ad affrontare nuovamente un processo di vittimizzazione. “I criminali di guerra vengono glorificati”, ha aggiunto, e “non si è nemmeno iniziato a venire a patti con il passato”.
Immagine: Telegraf.ru