MACEDONIA: Lo scontro tra sunniti e sufi per i luoghi religiosi di Tetovo

A Tetovo, città a maggioranza albanese nel nord-ovest della Macedonia, i fedeli della corrente islamica del sufismo sono stati privati del loro luogo di culto. La contesa intorno alla tekke cinquecentesca “Arabati Baba” non si è mai risolta, nonostante una legge permettesse il ritorno ai legittimi proprietari delle proprietà nazionalizzate durante la Jugoslavia, e così uno degli edifici dei sufi Bektashi meglio conservati di tutta Europa è dal 2002 saldamente in mano alla comunità sunnita.

I Bektashi

I sufi sono una particolare branca dell’Islam. Arrivati nella penisola balcanica insieme alle truppe ottomane, i sufi conservarono un misto di tradizioni appartenenti sia al Cristianesimo che all’Islam. Grazie a questo, nei Balcani trovarono un terreno fertile per realizzare la loro opera di proselitismo. I sufi, pertanto, grazie alla pratica di tradizioni cristiane e islamiche, sono riusciti a trasformarsi in un ponte religioso tra le due comunità. Nelle zone etnicamente albanesi si è sviluppata la corrente del sufismo denominata Bektashi. Tale corrente si caratterizza per un alto livello di tolleranza interreligiosa, derivante dalla credenza in un unico dio e dalla continuità storica e dottrinale delle religioni abramitiche, per cui l’Islam è la prosecuzione naturale dell’Ebraismo e del Cristianesimo.

Il luogo di culto dei sufi, e dunque dei Bektashi, è la cosiddetta tekke, ovvero una cittadella religiosa circondata da mura. All’interno vi sono diverse strutture tra le quali l’abitazione del Baba, ossia il leader locale della comunità, luoghi di preghiera e ampie aree verdi. A differenza delle moschee, non vi è alcun minareto. Le tekke sono aperte a tutti: l’ospitalità dei sufi è difatti caratteristica fondamentale dell’ordine, tale da riservare delle stanze per poter ospitare fedeli e curiosi anche per lunghi periodi.

L’occupazione della tekke

La tekke “Arabati Baba” di Tetovo è stato per secoli il luogo di culto dei Bektashi della regione. Dopo la nazionalizzazione attuata dal regime di Tito, i Bektashi cercarono di rientrare in possesso della tekke al crollo della Jugoslavia, ma una legge promulgata dal governo macedone nei primi anni di vita concesse le proprietà statali esclusivamente a singoli individui e non a comunità religiose. L’assenza di un ordine religioso che controllasse la tekke portò alla sua occupazione de facto nel 2002, quando un gruppo legato all’Islamskata Verska Zaednica vo Makedonija (IVZM), la comunità islamica nazionale, occupò fisicamente il luogo di culto e lo trasformò al pari di una moschea.

I Bektashi, nel tentare di riprendere possesso di ciò che hanno sempre considerato di loro proprietà, cercarono anche di farsi riconoscere come una comunità autonoma dalla IVZM col fine di poter rientrare in possesso della tekke stessa. La tekke, infatti, è ormai considerata giuridicamente parte delle proprietà della IVZM, rappresentante formalmente tutti i fedeli islamici ma, in realtà, legata fortemente ai sunniti. Il riconoscimento dei Bektashi come comunità autonoma dalla IVZM avrebbe permesso loro di poter avanzare richieste sulla tekke stessa, dal momento che non sarebbero più stati inquadrati all’interno della comunità.

La tekke oggi

Oggi, all’ingresso della tekke, sulla porta principale all’interno del complesso sono appese tre bandiere verticali: una dell’Albania, una della comunità islamica e una turca. L’impronta religiosa sunnita, e non più sufi, viene chiarita e rimarcata proprio all’ingresso. Il complesso è costituito da varie strutture, tra cui l’ex dimora del Baba, il leader religioso locale della tekke e un piccolo cimitero ottomano dove si trova la tomba di Mehmet Pashë Deralla, membro della Lega di Prizren e firmatario della dichiarazione di indipendenza dello Stato albanese nel 1912.

La tekke è divenuta un importante luogo turistico per Tetovo, insieme alla Šarena Džamija, la moschea colorata situata non lontano dalla tekke stessa. È facile infatti incontrare numerosi turisti turchi alla scoperta di luoghi e simboli appartenenti alla cultura ottomana, considerando dunque quei luoghi come un retaggio del loro passato culturale. I Bektashi, non più in possesso di un luogo di culto a Tetovo, si sono invece dovuti spostare in altre parti della regione, in particolare a Tirana, epicentro attuale della loro comunità.

Chi è Edoardo Corradi

Nato a Genova, è dottorando di ricerca in Scienza Politica all'Università degli Studi di Genova. Si interessa di Balcani occidentali, di cui ha scritto per numerosi giornali e riviste accademiche.

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