Sabato 9 giugno si è spento per un arresto cardiaco Fadil Vokrri, uno dei più grandi calciatori jugoslavi e presidente della Federazione calcio del Kosovo. Vokrri, che aveva solo 57 anni, era un personaggio unico, la cui importanza va ben oltre il mondo del calcio: era un eroe nazionale per la sua gente, gli albanesi del Kosovo, ma, allo stesso tempo, un idolo dei tifosi di una delle maggiori squadre della Serbia, il Partizan Belgrado. Due mondi oggi così distanti, ma uniti da un campione che fece innamorare la Jugoslavia.
Gli esordi in Kosovo
Fadil Vokrri nasce nel 1960 in Kosovo, allora parte della Jugoslavia. Inizia la sua carriera come attaccante nella squadra della sua città, il Llapi di Podujevo, dove ben presto mette in mostra un talento fuori dal comune. Grazie a questo talento, nel 1980 approda nella squadra di Pristina. Proprio nei primi anni ‘80, grazie ad una generazione d’oro di calciatori kosovari, di cui Vokrri è il massimo esponente, il Pristina, per la prima volta nella sua storia, entra nel calcio che conta della Jugoslavia, conquistando la massima serie. Celebre di quelle stagioni gloriose è la storica vittoria del Pristina al Marakana di Belgrado, contro la corazzata della Stella Rossa, nel 1983.
Il Partizan Belgrado
Squadre ben più blasonate, però, hanno messo gli occhi su Vokrri. Nel 1986 arriva così la chiamata di una delle grandi del calcio jugoslavo ed europeo, il Partizan Belgrado. Ben presto, a suon di goal, dribbling e scatti brucianti, il giovane ragazzo del Kosovo diventa l’idolo dei Grobari, la storica e temuta tifoseria dei bianconeri di Belgrado. Nelle tre stagioni alla corte del Partizan, Vokrri conquista un campionato nazionale e la storica Coppa Maresciallo Tito, segnando 18 goal. Negli stessi anni, veste la maglia della nazionale jugoslava, arrivando nel 1987 ad essere eletto miglior giocatore jugoslavo dell’anno.
L’impegno nella Federazione Calcio
Nel 1989, proprio mentre la Jugoslavia è nel vortice di una crisi irreversibile, che culminerà nello scoppio della guerra pochi anni più tardi, Vokrri lascia il Partizan, terminando la carriera nei campionati turco e francese. L’impegno nello sport, però, non si conclude, e dopo la guerra del 1998-99 e la dichiarazione d’indipendenza del 2008, si mette a disposizione del suo paese. Come presidente della Federazione Calcio del Kosovo, Vokrri è artefice di un risultato che va ben oltre il rettangolo di gioco: nel 2016 il Kosovo ottiene l’ingresso nella federazione di calcio internazionale (FIFA) ed in quella europea (UEFA), permettendo per la prima volta alla nazionale del Kosovo e alle squadre kosovare di partecipare alle competizioni internazionali.
L’amore per il Kosovo e per Belgrado
Nonostante il suo impegno per lo stato del Kosovo, Vokrri non ha mai smesso di amare e di essere amato dal suo Partizan, mantenendo i rapporti con i compagni di allora e intervenendo anche negli ultimi anni sulla Tv serba. Questo doppio amore nella vita di Vokrri è ben rappresentato dalle reazioni di questi giorni. La sua morte ha avuto un grande risalto tra gli albanesi del Kosovo, che lo considerano un vero eroe nazionale, un simbolo di riscatto per un intero popolo. Le più alte cariche dello stato gli hanno reso omaggio, ed è stato dichiarato un giorno di lutto nazionale.
Anche in Serbia, però, la notizia non è passata inosservata: l’account Facebook ufficiale del Partizan ha pubblicato un lungo post dedicato al campione di un tempo e diversi profili social riconducibili alla tifoseria della squadra bianconera non hanno mancato di testimoniare l’amore e la riconoscenza per un idolo indiscusso. Anche alcuni esponenti politici ed istituzionali serbi hanno voluto esprimere un proprio ricordo.
Il giorno successivo alla sua morte le autorità hanno deciso di intitolare a suo nome lo stadio della capitale. Il suo Pristina giocherà, dunque, nello Stadio “Fadil Vokrri”. Alla luce del quadro politico attuale, in cui le tensioni tra Kosovo e Serbia restano alte, l’idea di veder giocare nello stesso stadio anche il suo Partizan può essere lasciata nel libro dei sogni. Già così, però, unendo nel ricordo Pristina e Belgrado, Vokrri ha realizzato, nel momento più triste, il più bello dei suoi goal.