Sostieni “Violent Borders”, reportage d’inchiesta sulla rotta balcanica

Come ci si sente ad essere una madre che viaggia da sola con i suoi figli o un minore che percorre migliaia di chilometri e attraversa confini internazionali lungo rotte pericolose? Cosa significa trovarsi in balia di agenti di polizia violenti e di trafficanti senza scrupoli?
Se sei interessato a rispondere a queste domande, sostieni la produzione di Violent Borders, un reportage che dà voce ai rifugiati più vulnerabili lungo la rotta balcanica, a firma dei giornalisti freelance Michele Aiello, Giorgio Fruscione e Valentina Marconi. Giorgio Fruscione è collaboratore storico e vice-direttore di East Journal, ed è per questo che sosteniamo Violent Borders, sulla cui qualità non abbiamo dubbi.

QUI IL LINK ALLA CAMPAGNA

                           

Dopo la chiusura della rotta balcanica, migliaia di rifugiati si sono ritrovati bloccati in Serbia, un paese che è stato definito come “la Calais dei Balcani”.
Mentre l’attenzione mediatica sulla rotta balcanica è andata lentamente spegnendosi, quello che è rimasto invariato è il dolore psicologico e fisico di donne e bambini che nel tentativo di trovare fortuna in Europa sono incorsi nelle manganellate e nei morsi di cane della polizia, così come in requisizioni di documenti, furti di cibo e vestiti, e altre forme di violenza.
In particolare, la pratica dei respingimenti al confine (“push-back”) di minorenni, contraria al diritto internazionale, verrà ampiamente riportata nel reportage, con interviste a vittime di questa prassi per mano della polizia ungherese.

Questo reportage svela dunque le reali conseguenze della militarizzazione delle frontiere dell’UE, con interviste alle categorie più vulnerabili in transito sulla rotta balcanica: donne e minori.

La maggior parte di loro ha subito o assistito a diverse forme di violenza al passaggio di diverse frontiere europee, in particolar modo quella bulgara, ungherese e croata.

Donne e bambini sono però assenti dal discorso mediatico, concentrato sulle testimonianze dei maschi adulti. Tuttavia, in Serbia, donne e bambini rappresentano il 50% della popolazione migrante in transito.

È complesso e delicato coinvolgere donne e minori in transito in una narrazione che porti il loro punto di vista al centro del discorso mediatico europeo. Eppure sono proprio loro le categorie su cui più influisce la retorica xenofoba e la militarizzazione delle frontiere. Per giunta, c’è tutta una serie di violenze di genere e abusi che gli uomini non potranno mai raccontare.

Per questo vi chiediamo di diffondere e produrre questo reportage.

Violent Borders è una collezione di testimonianze raccolte tra febbraio e marzo 2017 nei centri d’accoglienza in Serbia. Inoltre, ampio spazio verrà dato a quei migranti che per mesi sono sopravvissuti nelle baracche dietro la stazione di Belgrado, intervistati poco prima che queste venissero demolite, nel maggio 2017.

Si tratta di un’inchiesta che necessita del vostro aiuto per essere completata. Violent Borders sarà quindi una produzione dal basso, un reportage che verrà prodotto esclusivamente grazie alle donazioni. Oltre ai costi dei viaggi in Serbia, è necessario tra le altre cose coprire le spese per l’editing finale, l’aggiustamento del colore e del suono, le traduzioni e la colonna sonora.

In particolare, i fondi raccolti serviranno per andare a coprire i costi come illustrati in questo grafico:

Partecipando alla produzione di questo reportage, contribuirete a denunciare gli abusi e le violenze subite da donne e minori lungo la rotta balcanica per mano di trafficanti e polizia di alcuni paesi UE. Ma soprattutto, contribuirete a sostenere il giornalismo d’inchiesta indipendente, affinché il pubblico europeo venga a conoscenza delle violazioni dei diritti umani che avvengono alle porte d’Europa.

Chi è redazione

East Journal nasce il 15 marzo 2010, dal 2011 è testata registrata. La redazione è composta da giovani ricercatori e giornalisti, coadiuvati da reporter d'esperienza, storici e accademici. Gli articoli a firma di "redazione" sono pubblicati e curati dalla redazione, scritti a più mani o da collaboratori esterni (in tal caso il nome dell'autore è indicato nel corpo del testo), oppure da autori che hanno scelto l'anonimato.

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