ESTONIA: L’esclusione sociale dei pensionati non si ferma

Da Tallinn — Nonostante l’Estonia abbia fatto grandi progressi in molti campi nel corso degli ultimi anni, permangono ancora diversi problemi e il numero di pensionati a rischio esclusione sociale è uno di questi.

La storia gioca un ruolo importante in questo contesto. Gli estoni più svantaggiati sono quelli che durante il periodo tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, ovvero quando il paese è tornato indipendente dall’Unione Sovietica, erano vicini all’età pensionabile. Molti avevano i propri risparmi in rubli russi che in quegli anni persero di valore dopo la reintroduzione della Corona estone nel 1991. 

Un altro fattore che influì negativamente su questa fascia di popolazione fu il gap nel livello di educazione fra le generazioni istruite durante l’Unione Sovietica e dopo la sua fineSolamente i più giovani ebbero generalmente un vantaggio: il nuovo sistema orientato al libero mercato aveva bisogno di persone con un’educazione moderna, così le persone anziane istruite secondo il metodo scolastico sovietico vennero penalizzate perché non erano in possesso delle necessarie competenze.

Un altro aspetto cruciale che ha contribuito a mettere in graduale difficoltà economica gli over 65 è stato la riforma del sistema pensionistico. Il primo pilastro, la pensione pubblica di anzianità, è stata introdotta fra il 1999 e il 2000, mentre la pensione obbligatoria a capitalizzazzione è stata lanciata nel 2002. Questo secondo pilastro è obbligatorio per chi è nato dopo il 1983 e permette di investire il 2% dello stipendio lordo mensile nel fondo pensione. Questo tipo di riforma ha giovato maggiormente ai giovani che avranno più anni di lavoro per riottenere quanto investito, ma per molti anziani la riforma è stata inutile (e non ha cambiato la situazione dei lavoratori vicini all’età pensionabile)

Al termine del 2016, in Estonia più di un terzo (41,8%) delle persone di età pari o superiore a 65 anni era a rischio di povertà, il peggior risultato di tutta l’Unione europea. I vari governi che si sono succeduti non sono riusciti a ridurre la percentuale che è aumentata drasticamente dal 24,4% del 2013.

La Fondazione tedesca Bertelsmann, che ha recentemente condotto uno studio paneuropeo sulla giustizia sociale, ha esaminato la questione della povertà degli over 65 in Estonia. “Le pensioni di vecchiaia sono indicizzate, il che garantisce lievi aumenti annuali basati sulle entrate delle imposte sociali e sul costo della vita. Nel 2016, questa indicizzazione ha comportato un aumento medio delle pensioni del 5,7%. A causa del basso livello assoluto di pensioni (396 euro al mese), gli anziani continuano a faticare per arrivare a fine mese”, ha affermato la fondazione.“Poiché gli stipendi crescono più velocemente delle pensioni, il tasso di povertà tra gli anziani è aumentato nel 2016. Nonostante la modesta spesa pensionistica (circa il 5,5% del PIL), la sostenibilità delle pensioni in Estonia è a rischio. Le spese delle assicurazioni pensionistiche statali superano costantemente le entrate delle imposte sociali e, secondo la strategia del bilancio statale, il deficit annuale raggiungerà 474 milioni di euro nel 2017 “, ha concluso la fondazione Bertelsmann.

Per contrastare questa emergenza crescente, l’attuale governo di coalizione, guidato da Jüri Ratas – esponente del Partito di Centro, sensibile alle istanze della minoranza russofona – ha recentemente approvato un’altra riforma per rendere l’età pensionabile più flessibile a partire dal 2021, dando l’opportunità alle persone di decidere in autonomia quando andare in pensione o di sospendere i pagamenti al fondo pensionistico in qualsiasi momento senza perdere il diritto di ricevere la pensione. Rende inoltre possibile l’accesso alla pensione a capitalizzazione ai nati fra il 1970 e il 1982. Ma la partita politica più grande si giocherà alle prossime elezioni parlamentari del 2019, dove Ratas ha già promesso un aumento di 100 euro delle attuali pensioni medie, aggiungendo che la disuguaglianza economica non dovrebbe estendersi a chi è già in pensione. “Vogliamo rendere l’attuale sistema più corretto, flessibile e finanziariamente stabile” ha affermato Ratas. La riforma del sistema pensionistico sarà quindi uno dei temi centrali della imminente campagna elettorale.

Immagine: Err News

Chi è Lorenzo Di Stasi

Giornalista Freelance. Nato a Milano dove si è laureato in Scienze della Comunicazione. Si trasferisce prima all'Università di Pavia e poi a Tallinn dove completa la laurea magistrale in Erasmus. Parla fluentemente italiano e inglese e francese.

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Un commento

  1. Ma con l’euro l’Estonia non avrebbe dovuto percorrere la via della verità, della salvezza e dell’eterno progresso economico??? Forse intendevano la salvezza eterna ahahahahah…….. Quella che viene dopo essere deceduti!

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