Nadia Savchenko, pilota dell’aviazione militare ucraina, nota per la sua detenzione nelle carceri russe e simbolo del patriottismo ucraino, è stata arrestata lo scorso 23 marzo dalle autorità di Kiev con l’accusa di avere “pianificato, personalmente reclutato e dato istruzioni per un atto terroristico” contro il Parlamento con l’uso di granate, mortai e armi automatiche. Un vero e proprio colpo di stato che la Savchenko avrebbe ordito con la complicità di personalità attive nel Donbass. Il procuratore generale di Kiev l’ha accusata di aver stretto accordi con i ribelli filorussi allo scopo di “ottenere le armi necessarie per l’attacco”.
Arruolatasi tra le fila dei nazionalisti, Savchenko aveva combattuto nel Donbass finché, nel 2014, è stata catturata dai filorussi e condannata a 22 anni di carcere per duplice omicidio da un tribunale russo, diventando un’eroina nazionale per l’Ucraina. La sua carcerazione si era trasformata, per le autorità di Kiev e per i sostenitori della rivoluzione maidanista, nel simbolo della resistenza all’aggressore russo. Per protesta contro l’ingiusta detenzione portò avanti uno sciopero della fame, interrotto brevemente per ricevere cure mediche. Rilasciata a seguito di uno scambio di prigionieri nel maggio 2016, è stata eletta nel Parlamento ucraino.
Savchenko è accusata di terrorismo, di possesso illegale di armi e di aver messo in piedi un’organizzazione criminale. Il giudice ha dichiarato che le indagini non sono ancora terminate. Il giudice ha sottolineato come lo status di membro del Parlamento della Savchenko le consenta di spostarsi liberamente attraverso la linea di contatto in Donbass, reiterando le relazioni personali con i leader delle organizzazioni terroristiche o cercando rifugio presso di loro per sfuggire alle indagini preliminari. Da qui l’arresto, fissato senza cauzione, per 59 giorni.
La Savchenko ha riso di fronte alle accuse, descrivendole come una provocazione. “L’Ucraina è corrotta” ha dichiarato “e il governo deve essere rovesciato“. Parole che confermano le accuse, come anche un video che la riprende mentre pianifica un attacco al Parlamento.
L’arresto di Nadia Savchenko, eroe dell’Ucraina, mostra le difficoltà del nuovo corso politico iniziato all’indomani della Rivoluzione, attraversato da tensioni, regolamenti di conti, lotte tra oligarchi. Niente di nuovo sotto il sole, anche ai tempi di Yanukovich la situazione era la stessa. Ma la guerra alle porte, l’illegale annessione della Crimea, l’aggressione militare, politica e mediatica della Russia, impediscono qualsiasi mutamento in senso democratico. Il paese si trova a metà del guado e le correnti, sempre più impetuose, potrebbero trascinarlo via, verso una nuova deriva autoritaria. La forza civile che aveva dato origine a Maidan non si è esaurita, ma tace soffocata dall’emergenza, dalla minaccia militare, accettando obtorto collo una situazione politica ed economica sempre più opprimenti. Il malcontento diffuso è legittimo. Quel malcontento può facilmente diventare strumento in mano ad eroi ed eroine pronti a far saltare in aria parlamenti e speranze di un paese che ancora, dopo quattro anni, vive in forzata cattività.