Vladimir Žirinovskij – LDPR (Partito russo liberal-democratico)
Il programma “a cento punti” del partito liberal-democratico LDPR, la terza forza del paese stando alle ultime parlamentari, si compone di frasette e slogan dal sapore anacronistico, quali “ritorno alla campagna!” o “stop ai rincari!”. Il suo leader e candidato è lo showman della politica russa post-sovietica, Vladimir Žirinovskij.
Classe 1946, nativo di Alma-Ata, Žirinovskij è in politica dal 1988 e dal 1993 rappresenta alla Duma il partito LDPR di cui è, da sempre, il presidente (LDPR è sostanzialmente identificato dalla sua figura, tanto che alle elezioni del 1999 il partito si presentò come “blocco Žirinovskij”). La sua tendenza a personalizzare la politica lo ha portato a introdurre nei quadri alti del partito il figlio, Igor’ Lebedev.
Žirinovskij è l’unico politico ad essersi candidato a tutte le elezioni presidenziali della Russia post-sovietica: il risultato migliore lo ottenne nel 2008, dove ricevette il 9,35% delle preferenze (nel 1991 il 7,81%; nel 1996 il 5,78%; nel 2000 il 2,7%; nel 2012 il 6,22%).
Žirinovskij è una figura nota al pubblico per i suoi comportamenti e affermazioni iperbolici, violenti, non di rado offensivi; la sua strabordante personalità è a dir poco impetuosa ed impulsiva. È divenuta epica la puntata del programma “Odin na Odin” del giugno del 1995, durante la quale Žirinovskij, risentitosi di alcune affermazioni di Boris Nemtsov (allora governatore dell’oblast’ di Nižnij Novgorod), si sfogò gettandogli addosso il bicchiere di succo di frutta che aveva davanti a sé e dando inizio a una vera e propria rissa in diretta tv. La puntata venne allora presto interrotta, ma divenne facilmente materiale citazionale nella cultura pop russa. Lo stesso anno durante un’altra rissa, questa volta all’interno della Duma, prese a tirare i capelli alla deputata Evgenija Tiškovskaja. Non di rado Žirinovskij è intervenuto sostenendo posizioni nazionalistiche e populiste, nonché antisemite. Le sue affermazioni irrispettose rispetto all’Asia Centrale hanno avuto come effetto l’essere stato dichiarato “persona non grata” in Kirghizistan e Kazakistan.
Ksenija Sobčak – Graždanskaja iniciativa (Iniziativa civica)
Anche la “leonessa mondana” del jet-set russo Ksenija Sobčak è candidata alle presidenziali. Rappresenta il partito Graždanskaja iniciativa (Iniziativa civica) con lo slogan “Protiv vsech” (Contro tutti), che riecheggia provocatoriamente l’opzione che gli elettori russi avevano sulle schede elettorali fino al 2006 (“Contro tutti i candidati”). Oltre ad essere l’unica donna e la più giovane candidata (classe 1981), il suo programma è anche quello più “radicale” nel panorama politico russo: ad esempio, Sobčak ha definito pubblicamente la Crimea ucraina de jure (Žirinovskij ha detto che dovrebbe venire arrestata per questo), sostiene di essere interessata ai diritti per le minoranze sessuali e critica apertamente la chiesa ortodossa russa e il leader ceceno Ramzan Kadyrov.
Sobčak è figlia d’arte della politica: il padre Anatolij è stato sindaco di Pietroburgo tra 1991 e 1996, nonché è un personaggio molto vicino a Putin. La stessa candidata intende includere Putin all’interno di un film documentario sul padre per i suoi ottant’anni. Inoltre, voci di corridoio sostengono che la sua candidatura sia stata architettata direttamente dal Cremlino, per distogliere potenzialmente l’attenzione da Aleksej Navalny.
Sobčak è certamente un personaggio famoso al pubblico russo, ma la sua figura è associata a ruoli più che altro televisivi e generalmente poco impegnati: guadagna la fama a partire dal 2004 come presentatrice di reality show e programmi di costume come “L’uomo ideale” e “Top model in russo” (nel 2012 alla conduzione la sostituisce Irina Shayk); nel 2007 collabora con il rapper russo Timati; nel 2009 scrive con Oksana Robski il manuale “Come sposare un milionario, o nozze di alta classe” e nel 2010 con Ksenija Sokolova è autrice de “La filosofia nel boudoir”. Nel 2012 diventa giornalista per Dožd’. Nel 2016 il noto gruppo Leningrad la immortala nella canzone (e nel videoclip) Očki Sobčak (Gli occhiali di Sobčak).
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