Ivanović

KOSOVO: Ucciso Oliver Ivanovic, uno dei maggiori leader della comunità serba

Oliver Ivanović, uno dei maggiori leader politici dei serbi del Kosovo, è stato ucciso questa mattina a Nord Mitrovica. L’omicidio è avvenuto di fronte alla sede del suo partito, Građanska inicijativa “Srbija demokratija pravda”, dove Ivanović è stato raggiunto da cinque colpi di pistola. Alla notizia, il governo serbo ha annullato il previsto incontro di oggi a Bruxelles con la delegazione kosovara – parte del dialogo tra Kosovo e Serbia sotto la tutela dell’Unione Europea. Il capo dell’Ufficio per il Kosovo e Metohija del governo serbo, Marko Đurić, ha definito l’omicidio un atto criminale e terroristico, nonché un attacco a tutto il popolo serbo. Il governo kosovaro ha condannato con fermezza l’omicidio.

Di ritorno da Bruxelles, il presidente della repubblica Aleksandar Vučić, ha convocato per mezzogiorno una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza Nazionale, alla quale è seguita la conferenza per i giornalisti alle 13. Alla conferenza, Vučić ha confermato che si tratta di un attentato terroristico contro tutto il paese e che i responsabili verranno consegnati alla giustizia.
Il presidente ha poi approfittato della presenza dei media per condannare le speculazioni pubblicate sui social poco dopo la conferma della morte di Ivanović, e per affermare che queste provengono da coloro che vorrebbero che “lo stivale albanese calpesti il nord del Kosovo”. Inoltre, Vučić ha fatto riferimenti diretti ai suoi oppositori politici, tra cui Saša Janković e Dragan Đilas, per difendersi dalle accuse di tradimento della questione kosovara.

Ivanović è stata una delle figure preminenti della comunità serba in Kosovo negli ultimi venti anni. La sua carriera politica inizia negli anni della guerra, quando diventa presidente del Consiglio Nazionale Serbo per il Nord Kosovo e Metohija. Da allora è emerso come uno dei leader più dialoganti del nord Kosovo, spendendosi come interlocutore sia con le organizzazioni internazionali che con le istituzioni di Pristina, divenendo deputato nel parlamento kosovaro. La sua carriera subisce una svolta nel 2014, quando viene arrestato, tra le proteste della Serbia, con l’accusa di crimini di guerra commessi a danno di albanesi durante il conflitto. Nel 2016 Ivanović viene condannato a 9 anni di detenzione, ma un anno dopo il verdetto viene annullato dalla Corte di Pristina, che ordina un nuovo processo. Durante la detenzione, Ivanović concorre alla carica di sindaco di Mitrovica Nord nelle elezioni locali del 2014, dove viene sconfitto da Goran Rakić, candidato della Lista Serba, il partito sostenuto dal governo di Belgrado. La sfida si ripete alle elezioni locali del 2017, quando Ivanović viene nuovamente sconfitto da Rakić al primo turno.

Proprio la decisione di opporsi al partito controllato dal governo di Belgrado è costata ad Ivanović un progressivo isolamento all’interno del panorama politico della comunità serba in Kosovo. Durante l’ultima campagna elettorale, Ivanović ha denunciato un clima di intimidazioni e minacce contro di lui e contro il suo partito da parte della Lista Serba. Nei mesi che hanno preceduto le elezioni quattro candidati di Iniziativa si sono ritirati in circostanze poco chiare e lo stesso Ivanović ha trovato molte difficoltà nell’accedere ai media serbi in Kosovo.

Questa situazione lascia presupporre che dietro all’omicidio ci possano essere regolamenti di conti all’interno della leadership politica serba del Kosovo, che da sempre è contrassegnata da violenze, aggressioni e minacce di diversa natura. D’altro canto, anche l’opzione di un omicidio interetnico non può essere scartata. Le accuse che pesavano su Ivanović erano particolarmente pesanti, tra cui l’aver orchestrato un’operazione di espulsione ed uccisione della popolazione albanese che viveva nel lato nord di Mitrovica, in qualità di leader di un’unità paramilitare in azione durante il bombardamento della Nato sulla Serbia di Slobodan Milosević. Nonostante si sia dichiarato sempre innocente, dunque, i nemici nel campo albanese non mancano.

Quel che è certo è che l’uccisione di un politico di tale livello rischia di avere delle ripercussioni pesanti nell’equilibrio inter-etnico e politico del Kosovo. In un momento di crescente tensione, dovuta all’attesa dei primi rinvii a giudizio della Corte Speciale per i crimini commessi dall’UÇK, l’Esercito di Liberazione del Kosovo, l’omicidio di Ivanović getta nuove ombre sul futuro del Kosovo.

Chi è Riccardo Celeghini

Laureato in Relazioni Internazionali presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università Roma Tre, con una tesi sui conflitti etnici e i processi di democratizzazione nei Balcani occidentali. Ha avuto esperienze lavorative in Albania, in Croazia e in Kosovo, dove attualmente vive e lavora. E' nato nel 1989 a Roma. Parla inglese, serbo-croato e albanese.

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