Due eventi, uguali ed opposti, stanno scaldando gli animi in Croazia. A tenere banco è la toponomastica. Il 4 settembre scorso, infatti, quella che dal 1946 era nota come “Piazza Maresciallo Tito” è diventata “Piazza della Repubblica Croata” mentre il 7 settembre la targa che commemorava i caduti nella guerra degli anni ’90, recante il controverso saluto ustascia “za dom spremni” (per la patria pronti), è stata spostata da Jasenovac, località dove sorgeva il principale campo di concentramento del regime fascista croato durante la Seconda guerra mondiale.
Scompare “Piazza Maresciallo Tito”
Tutto è cominciato con le elezioni municipali del maggio scorso quando il sindaco uscente di Zagabria, l’indipendente Milan Bandić, è riuscito ad assicurarsi un quinto mandato grazie all’appoggio del gruppo nazionalista Indipendenti per la Croazia, un nuovo movimento di destra che fa capo a Bruna Esih e all’ex-ministro della cultura Zlatko Hasanbegović.
Forte del proprio potere contrattuale, il gruppo ha chiesto che il nome di “Piazza Maresciallo Tito” venisse modificato. A poco sono valse le manifestazioni in difesa della piazza e dell’eredità della lotta anti-fascista. La mattina del 4 settembre “Piazza Maresciallo Tito” ha ceduto il passo a “Piazza della Repubblica Croata”. La vicenda non sembra però conclusa dato che l’opposizione è determinata a dare battaglia.
La targa di Jasenovac
Quando a giugno, dopo la crisi di governo, i liberali e i rappresentanti delle minoranze sono accorsi in sostegno del governo Plenković hanno chiesto, tra le varie condizioni, la rimozione della targa apposta nel novembre 2016 a Jasenovac dall’HOS, associazione dei veterani di guerra dell’omonimo gruppo paramilitare, attivo tra 1991 e 1993, il cui stemma contiene il saluto ustascia “za dom spremni”.
L’intento dell’HOS di commemorare undici caduti con una targa recante il proprio stemma a Jasenovac apparve fin dal principio una provocazione. Il premier Plenković ha promesso che avrebbe regolato la questione con un’apposita legge ma, fino ad oggi, non è ancora stata promulgata alcuna regolamentazione nei confronti delll’apologia del periodo ustascia. Lo scorso 7 settembre, però, la targa è stata rimossa da Jasenovac e spostata di qualche chilometro fino alla cittadina di Novska. L’HOS ha celebrato la soluzione come il riconoscimento della legalità del proprio stemma. Plenković si è affrettato a smentire dichiarando di essere in attesa del parere di un apposito governativo da lui istituito per sviluppare “raccomandazioni per la regolamentazione giuridica sull’uso di insegne e simboli dei regimi non-democratici”.
La targa di Jasenovac e “Piazza Maresciallo Tito” sono simboli e in quanto tali vengono manipolati dalle forze politiche, abili nello sfruttare le divisioni di una società già fortemente polarizzata. Ad ogni nuovo governo eroi e criminali si scambiano il posto, liberazioni e occupazioni si confondono. E nella confusione passano in secondo piano i veri problemi del paese.
Foto: Damir Krajač/ Cropix