SLOVACCHIA: Le sorti del paese si decideranno a Banská Bystrica, roccaforte neonazista

I neo-nazisti slovacchi hanno i giorni contati? Con l’approcciarsi delle elezioni regionali previste per il 4 novembre, l’attenzione di tutta la Slovacchia sembra puntata su Banská Bystrica, regione attualmente governata dal leader del partito neo-nazista Marian Kotleba.

La campagna elettorale

Dopo settimane di incertezza, il leader di L’SNS ha sciolto le riserve annunciando che parteciperà alle elezioni puntando alla propria conferma a governatore regionale. A concorrere per il posto ci sono anche Ján Lunter, proprietario dell’omonima azienda per la produzione di cibo sano, Martin Klus, rappresentante di Libertà e Solidarietà e il direttore del museo SNP Stanislav Mičev.

Secondo un sondaggio condotto dall’agenzia Focus, il candidato avvantaggiato nella corsa a governatore è proprio Lunter, che con il suo 21,8% nelle intenzioni di voto degli elettori si colloca di poco davanti allo stesso Kotleba, che lo segue con il 21,1%. È stato proprio questo sondaggio a determinare l’appoggio dei partiti di governo Smer-SD e Most-Hid in favore di Lunter, che in questo modo ha la possibilità di diventare il candidato unico dello schieramento “democratico”.

Infatti, nei mesi scorsi Minčev aveva proposto agli avversari una coalizione per sconfiggere il governatore uscente, supportando la candidatura unica di chi tra loro si fosse collocato più avanti nei sondaggi. La proposta era stata condivisa sotto forma di memorandum sul suo sito il 20 maggio, alla vigilia del giorno per la diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo. Il memorandum è stato firmato da Klus e Mičev, ma non da Lunter, che replicando ai giornalisti ha fatto sapere che non aver firmato non significa che non terrà fede alla sua parola.

Contro l’estremismo

Il tono dello scontro è stato espresso dal vice-presidente Smer Peter Pellegrini, che una volta formalizzato il sostegno a favore di Lunter ha detto che: “si tratta di una lotta in cui il bene è opposto al male, e i valori tradizionali sono opposti a coloro che li calpestano”. Anche il presidente della repubblica Andrej Kiska, nel corso della cerimonia svoltasi proprio a Banská Bystrica per celebrare il 73esimo anniversario dell’Insurrezione Nazionale Slovacca (Slovenské Národné Povstanie) per rovesciare il regime collaborazionista di Tiso, ha detto che oggi: “è sufficiente agire come veri cittadini, andare ai seggi elettorali a novembre e votare per un candidato non fascista.”

A completare il quadro, il procuratore generale Jaromír Čižnár ha presentato alla Corte Costituzionale la proposta per la dissoluzione di L’SNS. Da parte sua Marian Kotleba ha deciso di tutelare il partito registrandolo come marchio insieme al proprio nome. Senza la sua autorizzazione nessuno potrà utilizzarli nemmeno in scherzi o giochi di parole fino al 2026. Finora Kotleba ha però fallito nel registrare la croce simbolo di L’SNS, in passato appartenuta alla guardia paramilitare Hlinka del regime collaborazionista slovacco.

In luglio l’Istituto per gli Affari Pubblici (IVO) ha condotto un sondaggio secondo cui ben il 71% degli slovacchi vede la crescita dell’estremismo come uno dei principali problemi del paese, mentre il 63% ha espresso preoccupazione per la diffusione di odio e intolleranza attraverso i social media. La corsa per governare una delle regioni più povere del paese è stata caricata di significato a tal punto da far pensare che il 4 novembre sarà in gioco l’anima della Slovacchia stessa.

Chi è Gian Marco Moisé

Dottorando alla scuola di Law and Government della Dublin City University, ha conseguito una magistrale in ricerca e studi interdisciplinari sull'Europa orientale e un master di secondo livello in diritti umani nei Balcani occidentali. Ha vissuto a Dublino, Budapest, Sarajevo e Pristina. Parla inglese e francese, e di se stesso in terza persona.

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