TAGIKISTAN: “Churramabad”, ovvero il racconto dell’epopea tagika

Churramabad è una raccolta di racconti, tutti legati da un filo conduttore che si dipana in varie trame, vale a dire la storia del Tagikistan. Le sue pagine ci fanno percorrere quasi un secolo di storia tagika, dagli anni venti del novecento fino alle tragiche vicende della guerra civile, immediatamente dopo il crollo dell’URSS e l’indipendenza della repubblica centroasiatica. Volos narra gli avvenimenti storici attraverso il filtro della quotidianità, delle faccende giornaliere del popolo tagiko, sia nella capitale – una Dushanbe diventata Churramabad – sia nelle valli e sui monti del paese.

Volos riesce a scrivere una vera e propria epopea popolare, creando un’opera che ricorda molto un altro grande libro: Il Ponte sulla Drina, di Ivo Andric. Simili sono il lento ed incessante scorrere del tempo e l’atmosfera quasi onirica in cui sono avvolti i protagonisti, tuttavia Volos ha un’anima russa e si vede. Churramabad rimanda infatti anche ai capolavori della letteratura russa, in cui sulle vicende aleggia una sorta di ineluttabilità del disegno divino. Basti pensare a Dostoevsky i cui protagonisti trascendono il loro essere  facendosi allegorie universali, portatori di disegni divini inaccessibili all’essere umano, rassegnato a subirli.

La scrittura di Volos, vero e proprio incrocio di mondi, è estremamente personale, così come un altro grande tema del libro: ossia quello del rimpatrio dei russi dal Tagikistan, una volta diventato questo indipendente. Dopo la fine dell’Unione Sovietica, l’Asia Centrale vide migliaia di russi tornare in una madrepatria dove molti di loro non erano nemmeno nati. Il ritorno di questi profughi fu difficile sia per la Russia, che dovette accoglierli, sia per le repubbliche centroasiatiche, che persero gran parte delle figure professionali più qualificate, con grave danno anche economico.

Churramabad racconta tutto questo, con la convivenza tra etnie diverse spazzata via dall’interesse di alcuni potenti e da rancori mai sopiti, il tutto ben caratterizzato dai giovani urlanti nelle strade, che tornano in diversi episodi del libro. Ogni capitolo di Churramabad è una finestra sul Tagikistan ma anche sul tentativo di conciliare le diversità, un aspetto sul quale oggi come non mai si dovrebbe sentire il bisogno di riflettere. Il libro di Volos, è davvero un libro da leggere sia che siate interessati al Tagikistan sia che non abbiate la più pallida idea di dove collocarlo sul mappamondo.

Andrej Volos, Churramabad, Jaca Books

Fonte immagine: Wikicommons

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

Leggi anche

funerale

In Tagikistan alla ricerca dei “ritmi dei tempi perduti”: intervista ad Anisa Sabiri

East Journal intervista cinque registi di cinque film che partecipano al Calvert Journal Film Festival. Anisa Sabiri parla di "Rhythms of Lost Time", di come canti e balli tradizionali tajiki rischino di scomparire, e dell'importanza delle tradizioni e della comunità.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com