Dal 1° gennaio 2018 entrerà in vigore nel Paese una nuova legge sul controllo del consumo e della vendita di bevande alcoliche che si propone come una delle più dure promulgata da uno stato membro dell’Unione Europea. La legge approvata dalla Seimas non è stata soggetta al diritto di veto da parte della presidente della repubblica Dalia Grybauskaitė e rappresenta uno dei cavalli di battaglia del partito dei verdi e dei contadini, uscito vincitore dalle elezioni politiche dell’ottobre 2016. Soprattutto è la vittoria del ministro della salute Aurelijus Veryga, ex presidente dell’ente nazionale sul controllo degli alcolici e del tabacco, sostenitore della linea dura nella lotta all’alcolismo grazie alla quale ha guadagnato numerose preferenze durante la scorsa campagna elettorale.
Cosa prevede la legge
Il nuovo testo rappresenta nelle intenzioni dell’esecutivo un pesante giro di vite sulla possibilità per le giovani generazioni di acquistare alcolici. D’ora in poi chiunque al di sotto dei 20 anni non potrà acquistare alcolici nei supermercati e nei bar. Gli stessi supermercati dovranno rispettare regole molte strette, le quali prevedono il divieto di vendita dopo le 20:00 dal lunedì al sabato e dalle 15:00 per la domenica. I festival musicali e le manifestazioni di interesse pubblico non potranno più servire bevande con una gradazione superiore ai 7,5 gradi; motivo per la quale le associazioni degli organizzatori di concerti ed eventi avevano organizzato un concerto di protesta – “Freedom for Rock ‘n’ Roll” – il 16 maggio davanti al palazzo del parlamento. L’esecutivo inoltre ha introdotto con questa legge il divieto per i mass media di sponsorizzazione delle compagnie produttrici di alcol.
Un problema storico
La legge è stata presentata come il più serio tentativo promosso da un partito di governo di combattere la piaga dell’alcolismo in Lituania. Il paese ha uno dei tassi di consumo di alcol più elevati nella società europea, con circa 18 litri consumati a persona nel 2016, posizionandosi davanti a Russia e Bielorussia, e con un aumento del consumo di alcol che secondo il ministro della salute è aumentato dal 1998, anche grazie alle politiche di liberalizzazione delle licenze sulla vendita degli alcolici, di circa il 130%. Risalire alle cause storiche della diffusione dell’alcolismo non è semplice. Sicuramente l’epoca sovietica ha rappresentato uno spartiacque: molti sono entrati nel vortice dell’alcolismo in un tentativo di fuga dall’esistenza grigia della vita domestica e lavorativa o cercando di superare (e dimenticare) i traumi e gli abusi fisici e psicologici che il periodo di leva nell’Armata Rossa ha comportato. Il problema poi si è diffuso di generazione in generazione e di famiglia in famiglia, tanto che agli incontri promossi dalle associazioni degli alcolisti anonimi o di quelle dei parenti di persone alcolizzate si fa ormai fatica a trovare dei posti a sedere.
Le critiche alla legge
I critici della legge, soprattutto membri del partito liberale lituano, ritengono che il problema dell’alcolismo non riguardi le nuove generazioni, ma quelle vecchie. A prescindere dalle discussioni nel merito delle politiche proibizioniste, mai efficaci nel risolvere i problemi ed anzi facilmente aggirabili, la teoria dello scontro generazionale però solleva molti punti interrogativi. Non è possibile affermare che l’alcolismo non tocchi i giovani: basta andare nelle campagne e nei villaggi per notare come molti giovani trovino conforto nella bottiglia per sfuggire a demoni come la disoccupazione, i bassi salari e ad una condizione di alienazione dovuta alla noia e all’assenza di alternative. La misura adottata dall’esecutivo sembra voler combattere più il consumo di alcol che l’alcolismo in sé, colpendo nel contesto tutta la popolazione invece di comprendere meglio le varie ragioni culturali o economiche che spingono le persone a bere.