Cattaro

MONTENEGRO: A rischio lo status UNESCO delle Bocche di Cattaro

Da BELGRADO – A causa dell’eccessiva costruzione, la città di Kotor (Cattaro) rischia di vedersi ritirare lo status di patrimonio dell’umanità UNESCO.

Da quando il Montenegro nel 2006 si è reso indipendente dalla Serbia, la sua economia è stata fortemente incentrata su uno sviluppo massiccio ed intensivo del turismo. Tuttavia, questo sviluppo si è dimostrato irresponsabile e non ecosostenibile. Elemento centrale per il rilancio del turismo sono state le incontrollate costruzioni di hotel, resort e case private che non hanno risparmiato la maggior parte dei 290 kilometri di costa montenegrina.

Ed è proprio per questo motivo che il comune di Kotor, nel cuore delle Bocche di Cattaro, già nell’estate 2016 ricevette un “ultimatum” dall’agenzia delle Nazioni Unite per i patrimoni storici e culturali, affinché entro lo scorso marzo prendesse contromisure e scongiurasse il depennamento della Baia di Cattaro dalla lista dei siti protetti dell’UNESCO, di cui fa parte sin dal 1979.

La reazione di Podgorica arrivò lo scorso febbraio, con un divieto temporaneo alle costruzioni, che sarebbe entrato in vigore ad aprile. Questo lasso di tempo permise comunque di portare a compimento dei nuovi piani di costruzione nella città.

Adesso la disputa si gioca a livello politico, con l’assemblea comunale di Kotor contro il governo. Da un lato si rivendica il diritto ad espandere l’economia locale, mentre dall’altro dovrebbe prevalere l’esigenza ad un turismo responsabile ed ecosostenibile.

L’UNESCO aveva sin dal 2003 iniziato ad allertare il Montenegro circa le cattive conseguenze dell’eccessiva urbanizzazione per i propri siti storico-culturali.

Le conseguenze peggiori dell’eccessiva cementificazione delle coste montenegrine riguardano soprattutto l’ambiente e la sua tutela. Un esempio su tutti sono i due nuovi complessi di abitazioni che si stanno costruendo sul punto più stretto delle Bocche, di fronte a Perasto: due enormi cumuli di cemento scavati nel verde della montagna. Sempre nello stesso punto, il governo fa sapere di voler iniziare entro il prossimo anno la costruzione di un ponte che colleghi i due versanti della baia di Cattaro. Un progetto dal costo di 140 milioni di euro.

La cementificazione è uno degli elementi che sta maggiormente contribuendo al rilancio dell’economia del piccolo paese balcanico, dal momento che questa ha ricadute sul settore del turismo, che nel 2016 ha rappresentato oltre il 22% del PIL montenegrino. La maggior parte del settore immobiliare origina da investimenti di magnati russi, che da anni costruiscono in Montenegro. Gli stessi russi ogni anno rappresentano oltre un terzo dei turisti totali del paese, specialmente per la città di Budva.

La speranza è che l’avvertimento dell’UNESCO riesca a influenzare un cambio di approccio al turismo del paese, che potrebbe basarsi esclusivamente sulle ricchezze naturali e storiche. La Baia di Cattaro, con la perla della città di Perasto al centro, ultima città della Serenissima Repubblica di Venezia, rappresenta il perfetto connubio tra natura e storia che caratterizza tutto il Montenegro. Un connubio che merita di essere preservato contro l’urbanizzazione selvaggia.

Chi è Giorgio Fruscione

Giorgio Fruscione è Research Fellow e publications editor presso ISPI. Ha collaborato con EastWest, Balkan Insight, Il Venerdì di Repubblica, Domani, il Tascabile occupandosi di Balcani, dove ha vissuto per anni lavorando come giornalista freelance. È tra gli autori di “Capire i Balcani occidentali” (Bottega Errante Editore, 2021) e ha firmato due studi, “Pandemic in the Balkans” e “The Balkans. Old, new instabilities”, pubblicati per ISPI. È presidente dell’Associazione Most-East Journal.

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