RUSSIA: L’Europa accoglie gli omosessuali perseguitati come presa di posizione?

A partire dall‘inchiesta di Novaja Gazeta di aprile e grazie all’attività delle reti LGBT, molti omosessuali russi perseguitati stanno lasciando la Cecenia. Le associazioni per la difesa dei diritti LGBT si stanno prodigando per mettere in salvo quante più persone possibile, ospitandole in ‘case protette’ in altre regioni della Russia e adoperandosi per far ottenere loro un visto per motivi umanitari.

Le reti LGBT, in ogni caso, stanno mantenendo il riserbo assoluto evitando di render noto in quali paesi e quante persone siano state espatriate (o sarebbero in procinto di farlo); è infatti necessario tutelare al meglio la privacy e l’incolumità degli interessati.

Nonostante la riservatezza mostrata dalle organizzazioni che si stanno occupando del caso, durante l’ultimo mese si sono susseguite dichiarazioni sul presunto rilascio di visti ai ceceni da parte degli organi ufficiali di diversi stati europei. Tali affermazioni “non richieste” non nascondono troppo anche una certa presa di posizione politica.

Il governo lituano sarebbe stato il primo ad esprimersi sulla questione. Come riportato da Foreign Policy, il Ministro degli Esteri Lituano Linas Linkevičius avrebbe rivelato di aver garantito il visto a due ceceni che starebbero subendo persecuzioni per via del loro orientamento sessuale ed avrebbe invitato gli altri paesi europei a fare lo stesso. La dichiarazione del Ministro è arrivata il 17 Maggio, durante la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia (IDAHOT).

Altri stati europei avrebbero deciso di seguire l’esempio della Lituania. Di fatti, secondo il New York Times, anche un rappresentante del Ministero degli Esteri tedesco avrebbe confermato l’arrivo di un rifugiato ceceno la scorsa settimana grazie a un visto speciale per motivi umanitari e avrebbe aggiunto che altre persone sarebbero in attesa di ottenere asilo.

Inoltre, sia il Presidente francese Emmanuel Macron che il Cancelliere tedesco Angela Merkel avrebbero esortato Putin ad intervenire personalmente sulla questione durante i loro recenti incontri con il leader russo.

Come già accennato, quest’apparente ondata di solidarietà nei confronti dei perseguitati ceceni sarebbe da imputarsi anche a prese di posizione politiche. Da un lato, queste dichiarazioni lanciano un messaggio chiaro al Cremlino, reo di essere (almeno indirettamente) responsabile di ciò che sta accadendo in Cecenia. Dall’altro questi stati vorrebbero dimostrare quanto, all’opposto della Russia, siano liberali e tolleranti nei confronti delle minoranze sessuali.

Purtroppo la realtà è più complessa, soprattutto nel caso della Lituania dove, nonostante i passi avanti degli ultimi anni, i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono ancora stati legalizzati ed atteggiamenti omofobi sarebbero piuttosto diffusi, come denunciato in un recente report stilato dall’Associazione per la difesa della comunità LGBTI ILGA-Europe.

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