I Seto sono una minoranza linguistica e culturale poco conosciuta che vive nel sud-est dell’Estonia e nel distretto di Pechory in Russia.
Breve Storia dei Seto
Diversamente dal resto dell’Estonia, che divenne territorio dell’impero russo solo nel 1721, il territorio dei Seto fu soggetto di stati ‘russi’ a partire dalla Repubblica di Novgorod nel 13esimo secolo. Ciò determinò una forte influenza della cultura russa sulla sua popolazione, soprattutto nella diffusione del cristianesimo ortodosso (a differenza del luteranesimo nel resto del paese).
A causa dell’isolamento, dell’arretratezza e della loro posizione periferica, i Seto furono marginalmente toccati dagli avvenimenti storici che ebbero luogo nella regione. Solo nel 19esimo secolo gli studiosi iniziarono a documentarne lo stile di vita arcaico.
In seguito all’indipendenza estone nel 1918 le terre dei Seto (compresa la parte oggi russa) furono assegnate al paese. Nel periodo tra le due guerre lo stato cercò di estonizzare i Seto attraverso l’educazione ed assegnandogli cognomi. Questi avvenimenti influirono radicalmente sulla cultura Seto: i giovani iniziarono ad emigrare nel nord e i costumi si modernizzarono.
L’occupazione sovietica coinvolse ulteriormente lo stile di vita Seto, le cui terre furono collettivizzate, e il territorio diviso tra Estonia e Russia. Viste le difficili condizioni di vita nelle fattorie collettivizzate, molti emigrarono.
Dopo la ristorazione dell’indipendenza diverse istituzioni furono create per salvaguardare l’identità culturale Seto.
Dal 1993 il confine russo non può più essere attraversato senza visto: oggi i Seto non possono più visitare facilmente le chiese e i cimiteri oltre confine, e la gran parte dei Seto russi si sono trasferiti in Estonia.
I Seto oggi
Lingua
La lingua dei Seto appartiene al gruppo dei dialetti estoni meridionali Võru, molto diversi dall’estone standard. L’insegnamento della lingua estone nelle scuole e la mobilità hanno causato una progressiva perdita delle competenze linguistiche: oggi quasi esclusivamente gli anziani lo parlano fluentemente e circa 12500 persone sono in grado di capire la lingua. Per cercare di arginarne la perdita, la lingua Seto è stata introdotta nelle scuole locali.
Religione
Come già detto, i Seto sono cristiani ortodossi. Nonostante ciò preservano molti riti e credenze di origine pagana, tra cui l’adorazione di particolari fonti, pietre e alberi considerati sacri e rituali per il dio del raccolto Peko. Degno di nota è anche il culto dei morti e degli antenati: durante le festività religiose si usa fare visita ai cimiteri, dove ci si riunisce per mangiare e ricordare il deceduto. La resilienza di queste credenze è dovuta al fatto che le messe ortodosse (in slavo ecclesiastico) non venivano capite e all’isolamento geografico.
Tradizioni
Come in molte culture ugro-finniche il canto ha una importanza fondamentale tra i Seto. Il caratteristico canto multi-tonale detto leelo è dal 2009 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO. I testi leelo sono improvvisati da un abile solista (spesso donna) e ripetute dal coro: questi canti scandivano il lavoro nei campi e le celebrazioni religiose. Un’ampia parte del repertorio è dedicata ai ‘lamenti di nozze’ dove la giovane sposa aveva la possibilità di esprimere i suoi sentimenti, tra cui il dolore per essere stata ‘venduta’ contro la sua volontà. Oggi la tradizione viene mantenuta attraverso cori ufficiali e l’istituzione di festival del canto.
Gli abiti tradizionali sono ancora indossati dai Seto durante matrimoni e festività. Tuttavia gli abiti odierni hanno subito importanti cambiamenti e sono molto più colorati e decorati rispetto a quanto riportato dai primi studiosi dei Seto. Le donne sposate portano un copricapo che nasconde i capelli e vistosi gioielli d’argento composti da una grossa spilla, a cui sono attaccate catenine e monete. La complessità e le dimensioni del gioiello servivano ad indicare la ricchezza della famiglia.
Il Futuro dei Seto
Oggi il futuro dei Seto appare incerto: se i giovani continueranno ad emigrare è probabile che la lingua si estingua. Il futuro dipenderà in gran parte dalle decisioni dei giovani, dagli sforzi delle istituzioni locali e dalla possibilità che la Russia elimini l’obbligo di visto. Lo sviluppo del turismo culturale potrebbe aiutare a tramandare queste tradizioni e a fermare lo spopolamento, dovuto alla povertà della zona e alla mancanza di lavoro.
Fonte: setoinstituut.ee; Photo: Wikimedia Commons