All’inizio della scorsa decade lo Shakhtar Donetsk si è affermato ai vertici del calcio ucraino, riuscendo a vincere svariati campionati e persino l’Europa League nel 2009. La svolta, soprattutto a livello europeo, è arrivata grazie all’apertura a giocatori stranieri. In particolare, la presenza di giocatori brasiliani è sempre stata molto fitta negli ultimi dieci anni. Alcuni di questi giocatori sono anche riusciti a fare il salto di qualità, come Willian: attualmente importante pezzo nello scacchiere del Chelsea di Antonio Conte.
Questa politica sui brasiliani trova però alcuni oppositori, che si possono facilmente individuare nella figura della frangia più estrema della tifoseria della Dinamo Kiev. Le due squadre sono divise da una rivalità che ha le sue più timide origini ai tempi del campionato unificato dell’URSS, ma che è definitivamente esplosa in concomitanza della definitiva affermazione dello Shakhtar. A questa va aggiunto l’orientamento politico della tifoseria della Dinamo, notoriamente vicina alla destra estrema e nazionalista.
I tifosi di Kiev avevano già dato problemi, ma come spesso accade erano stati minimizzati o passati in secondo piano. Il 21 aprile però, proprio in occasione del match casalingo contro lo Shakhtar, i tifosi hanno deciso di organizzarsi per dire la loro sulla presenza dei brasiliani nella squadra avversaria. Che non solo hanno la colpa di essere brasiliani, ma anche neri. La coreografia è stata decisamente esplicita: a partire dallo striscione che recava la scritta «100% bianchi» fino ai cori e agli svariati supporter travestiti da membri del KKK, cosa già accaduta anche nel 2013. I tifosi ospiti dal canto loro non sono andati per il sottile, con più di uno presentatosi con maschere riportanti il volto di Adolf Hitler e svariate magliette inneggianti al nazismo.
Il giorno del match allo stadio era presente anche un delegato UEFA, con l’incarico di valutare lo stadio in vista della Champions League del prossimo anno. Infatti Kiev è la città designata per ospitare la finale del prossimo anno. Dopo i fatti del 21 aprile la cosa potrebbe però entrare in discussione, con lo stadio di Kiev non più ritenuto sicuro per ospitare un evento del genere. Contemporaneamente si sarebbe aperta un’inchiesta UEFA non solo a livello dei due club, ma riguardante l’intera rete dei campionati ucraini.
Se la UEFA dovesse rilevare altri problemi o non riscontrasse collaborazione da parte della federazione calcistica ucraina, il tutto potrebbe tramutarsi in pesanti sanzioni, senza molte possibilità di condono. In effetti il nuovo corso FIFA, e collateralmente UEFA, ha come obiettivo la disciplina e la pulizia di un’immagine della federazione corrosa dagli scandali dell’era Blatter e Platini.
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