RUSSIA: La Corte di Strasburgo sanziona Mosca per la strage di Beslan

Lo scorso 13 aprile la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sanzionato la Russia in merito alla gestione della tristemente nota crisi degli ostaggi della scuola di Beslan, nell’Ossezia del nord. L’intervento della Corte si è incentrato, in particolare, sulle violazioni dell’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che definisce il diritto alla vita e limita a casi ben definiti e caratterizzati da “assoluta necessità” le situazioni in cui gli stati possano ricorrere alla forza causando la morte dei propri cittadini.

La strage di Beslan

L’1 settembre del 2004, un gruppo di trenta terroristi ceceni, pesantemente armati, circondò una scuola della città di Beslan, dove si stava celebrando una festa per l’inizio dell’anno scolastico. I guerriglieri presero in ostaggio tutti i 1100 presenti (tra i quali 800 bambini) e li rinchiusero nella palestra dell’istituto che venne minata per prevenire un’irruzione della polizia. Le forze di sicurezza russe circondarono l’edificio e tentarono di negoziare con i terroristi, il cui obiettivo era indurre l’esercito di Mosca a ritirarsi dalla Cecenia.

Dopo circa cinquanta ore, il 3 settembre, nella palestra si verificarono due forti esplosioni (la cui causa non è stata ancora del tutto spiegata) che aprirono un buco nelle mura dell’edificio dal quale alcuni degli ostaggi provarono a scappare. I terroristi iniziarono, allora, a sparare sui fuggitivi, e questo, a sua volta, causò la reazione delle forze di sicurezza, cui venne ordinato di attaccare l’edificio. L’intervento dei militari e le pesanti sparatorie con i terroristi che ne seguirono, causarono la morte di 330 persone tra gli ostaggi e il ferimento di molte altre, oltre che la morte di tutti i membri, escluso uno, del gruppo di terroristi.

L’intervento della Corte di Strasburgo

Il caso di Beslan era stato presentato alla corte nel 2007 da circa 400 tra ostaggi e parenti delle vittime, che accusavano lo stato russo di non aver aver agito sufficientemente per prevenire l’attacco e di non aver gestito propriamente la crisi, usando in modo eccessivo la forza.

Nella sentenza del 13 aprile, la Corte ha stabilito che le autorità, pur essendo in possesso di informazioni circa l’organizzazione di un attacco ad un’istituzione scolastica nella zona, non fecero nulla per prevenire l’azione terroristica e per aumentare la sicurezza nelle scuole.

Inoltre, il tribunale di Strasburgo ha ritenuto che le forze di sicurezza russe abbiano esercitato un uso eccessivo della forza nel blitz che portò alla fine del sequestro, aumentando in modo non necessario il numero di morti tra i civili.

Per questi motivi, la Russia è stata condannata a pagare 10mila euro ai parenti delle vittime, e tra i 3mila e i 7mila ai feriti, oltre agli 88mila euro di costi processuali.

La reazione di Mosca alla sentenza non si è fatta attendere, con il ministero della giustizia che ha annunciato che farà appello alla sentenza e il ministro che ha definito infondate le accuse della corte circa l’uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza.

Immagine: Il Post

Chi è Aleksej Tilman

È nato nel 1991 a Milano dove ha studiato relazioni internazionali all'Università statale. Ha vissuto due anni a Tbilisi, lavorando e specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell'area caucasica all'Università Ivane Javakhishvili. Parla inglese, russo e conosce basi di georgiano e francese.

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